Ci sono violenze che non lasciano lividi o segni evidenti sulla pelle, ma che agiscono in maggiore profondità, ledendo la psiche di chi li subisce, anche nel lungo termine. Si tratta dei cosiddetti abusi emotivi, ossia azioni, atteggiamenti, parole che mirano a incrinare l’autostima delle vittime coinvolte.

Un abuso lento e corrosivo che si verifica non solo nella coppia, ma in tutti i tipi di relazione: tra genitori e figli, tra amici, sul posto di lavoro. E che, proprio per il suo carattere spesso silenzioso e subdolo, stenta a essere considerato come grave o degno di essere affrontato.

I suoi effetti, però, possono essere anche molto più gravi di quanto non si creda. Vediamone i dettagli.

Quando si subisce un abuso emotivo?

L’abuso emotivo prevede, come termini della relazione, un aggressore o abusante e una vittima o persona abusata. E, come si evince dalla sua espressione, pone in atto un vero e proprio maltrattamento di carattere “emotivo”, uno squilibrio nel quale il primo membro del rapporto soverchia il secondo per incrinarne il benessere psicofisico.

L’obiettivo: umiliare, isolare, ignorare, manipolare o spaventare la vittima, ricorrendo a meccanismi che ne logorano l’interiorità e la fiducia in se stessa. Per questo motivo, come si legge su Vanity Fair, le dinamiche attuate dall’abusante possono essere differenti e molteplici:

  1. Umiliazione, in pubblico e in privato: tra i campanelli d’allarme più importanti, in questo caso l’aggressore si rivolge all’individuo abusato con commenti sarcastici o battute poco lusinghiere, racconta episodi fonte di imbarazzo o avvia una discussione di fronte ad altre persone con il mero scopo di umiliarlo e porlo in cattiva luce;
  2. Vergogna e rimproveri: la persona violenta tende a far sentire inferiore la sua vittima, e spesso la tratta come se fosse ancora bambina, mettendo in risalto le situazioni in cui ha sbagliato e dando a essa la colpa di quanto accaduto, innescando, così, un dibattito dal quale spesso si ritirano, senza trovare una soluzione al problema. Ne scaturiscono scoppi di rabbia improvvisi e atteggiamenti di rimprovero;
  3. Controllo e gelosia: nella maggior parte dei casi, l’aggressore presenta manie di controllo nei confronti di ciò che l’altra persona fa, dice e pensa, che possono manifestarsi in un monitoraggio costante del cellulare, delle chiamate e dei messaggi, in una preclusione nel vedere o sentire determinate persone (parenti, amici) e a manifestare eccessiva gelosia (anche immotivata) e supposizioni di tradimento;
  4. Abbandono e isolamento: proprio per la smania di prevaricazione e dominio, la persona abusante tende ad anteporre i propri bisogni rispetto a quelli dell’altro estremo della relazione, in modo tale da renderlo più dipendente e assoggettato. Talvolta, per punire la vittima e sottolineare ancor più maggiormente la propria “superiorità”, l’aggressore decide anche di privare quest’ultima dell’intimità, del dialogo e/o dell’affetto, minacciando di andarsene o di porre fine al rapporto.

Abusi emotivi e violenza psicologica

L’abuso emotivo è una delle forme più sottili e diffuse della violenza psicologica, ossia quella serie di azioni e parole che si focalizza sul far sentire sbagliata, impotente e inadeguata la persona che le subisce.

Come spiega la sessuologa e psicoterapeuta Gabriella Di Cosmo su Cosmopolitan:

[L’abuso emotivo] è un insieme di comportamenti che una persona usa per ferire, controllare e manipolare un’altra persona. Si tratta di una forma di abuso contro le emozioni e non il fisico. È un atto di violenza, a volte, talmente sottile che è difficile capire quando si verifica. Solitamente, l’altro è molto bravo a manipolare e può mostrarsi molto generoso e apparentemente affettuoso. L’abuso emotivo spesso avviene all’interno di una relazione sentimentale e anche per questo è più difficile riconoscerlo.

Se le sensazioni predominanti all’interno di un rapporto – sentimentale o no – sono quelle di disprezzo, inadeguatezza, angoscia e assenza di comfort, dunque, è bene porsi alcuni interrogativi e fare attenzione alla natura di ciò che si sta vivendo, osservando se ci sono i campanelli d’allarme sopracitati.

Gli abusi emotivi ai danni delle donne

Campanelli d’allarme che, nella maggior parte dei casi, riguardano in prima persona proprio le donne. Sono queste ultime, infatti, le più colpite dall’abuso emotivo e dalla violenza psicologica, i quali spesso, purtroppo, caratterizzano un preludio alle forme più esasperate e tangibili della violenza stessa, ossia quella fisica.

Secondo gli ultimi dati ISTAT l’abuso emotivo colpisce, appunto, l’89,3% delle donne che decidono di chiedere supporto ai centri antiviolenza. E i modi in cui esso si manifesta sono i più vari: si passa dal gaslighting, ossia il maltrattamento che mina le facoltà cognitive, intellettuali e di comprensione e porta le vittime a dubitare della realtà che le circonda e dei propri ricordi (fino a mettere in discussione la propria salute mentale), allo slut shaming, ovvero l’atteggiamento che intende far vergognare la donna perché non aderente a un’idea e a un ruolo sociale imposti.

Fino a giungere all’invalidazione, la quale si manifesta nel non prendere in considerazione i pensieri, i desideri e le emozioni della vittima, che perde, così, fiducia in se stessa e inizia a ritenersi meno importante del suo partner.

Abusi emotivi: rischi e conseguenze

Ne consegue che le persone che subiscono abusi emotivi sviluppino, nel corso del tempo e se sottoposte a un maltrattamento reiterato e pervasivo, sintomi di ansia, depressione, angoscia, sfiducia e un generale senso di malessere a livello psicologico e fisico.

Come ricorda la dottoressa Di Cosmo:

Se protratto per lungo tempo, questo tipo di maltrattamento psicologico può avere effetti dannosi sulla personalità. Donne che si trovano in una relazione abusante presentano sintomi post-traumatici da stress: paura, colpa, vergogna, disturbi del sonno, difficoltà a concentrarsi, depressione sono solo alcuni dei sintomi. Chi sta vivendo un abuso presenta una bassa autostima e crede di non valere niente, unita a una forte ansia che si estende non solo alla relazione, ma a tutti i contesti, lavorativi e sociali.

Come accennato, infatti, l’abuso emotivo si può verificare in diversi ambiti della propria vita, e non solo in una relazione sentimentale. Un altro campo “florido”, in questo senso, è quello dell’amicizia, con scenate di gelosia nei confronti di amici che escono anche con altre compagnie o che presentano atteggiamenti di superiorità che non consentono di sentirsi liberi di esprimersi e di avere opinioni e idee personali anche differenti.

Così come il lavoro, dove spesso e volentieri si assiste a squilibri di potere tra capi e sottoposti e/o a diatribe interne tra i colleghi, con individui abusanti che tendono a squalificare e rendere inferiori gli altri collaboratori e porli, in questo modo, in cattiva luce di fronte ai supervisori.

Come combattere e superare gli abusi emotivi

Sembrerà banale, ma il primo passo per superare una condizione di abuso emotivo è riconoscerlo. Fondamentale è, infatti, sviluppare la consapevolezza di trovarsi in una situazione di vessazione psicologica e avere il coraggio di parlarne a voce alta con persone che possano ascoltare e comprendere il disagio.

Una volta trovati gli interlocutori adatti con cui poter condividere il malessere, è opportuno, poi, rivolgersi a psicoterapeuti che possano consigliare i passi e le azioni più adeguate per uscire da una condizione di abuso, offrendo la “cassetta degli attrezzi” che consente di affrancarsi dal pantano emotivo e di fare di se stessi un’assoluta priorità.

Solo cambiando il punto di vista e capendo che il problema non è la vittima, bensì il suo aggressore, sarà, infatti, possibile liberarsi gradualmente di chi manipola, aggredisce e denigra le altre persone e dare inizio a un nuovo capitolo della propria vita. Più sano, sereno e centrato sul proprio benessere.

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