Il silenzio tra due persone può assumere significati diversi e probabilmente non ci si aspetta che l’assenza di comunicazione possa manifestarsi come forma di violenza psicologica. Punire l’altro non rivolgendogli più la parola è un comportamento che causa numerose conseguenze sotto il profilo psicologico ed emotivo.

Il trattamento del silenzio non va confuso con la volontà di troncare una discussione perché il conflitto non sta portando da nessuna parte e risulta necessario un momento di tregua, bensì è una vera e propria forma di abuso.

Trattamento del silenzio: cosa significa?

La dottoressa Samanta Travini, psicologa e psicoterapeuta specializzata in dinamiche relazionali, in un suo articolo definisce il trattamento del silenzio come:

una delle tattiche passive-aggressive più frustranti. Parliamo di un abuso emotivo silenzioso che ha lo scopo di controllare, punire o disarmare chi lo riceve.

Si tratta quindi di un’arma che viene utilizzata per manipolare e piegare l’altro alla propria volontà, lasciandolo spiazzato, disorientato e con un forte senso di colpa, che lo spinge a chiedersi cos’abbia fatto o detto di sbagliato per scatenare una tale reazione.

Per comprendere meglio la manifestazione del trattamento del silenzio, un articolo pubblicato su Healthline e revisionato dal dottor Timothy J. Legg, evidenzia gli aspetti caratterizzanti questa dinamica comportamentale:

  • il silenzio si manifesta di frequente e dura a lungo;
  • viene usato come strumento per punire;
  • il silenzio finisce solo a seguito di scuse, suppliche o cedimenti alle richieste avanzate dall’abusatore o quando è egli stesso a decidere di terminarlo;
  • chi viene abusato cambia il proprio comportamento pur di evitare di subire nuovamente il trattamento del silenzio.

Trattamento del silenzio: quando viene utilizzato?

Anche se le circostanze possono essere diverse, e a mettere in atto questo comportamento può essere il partner, un amico o un familiare, la costante è rappresentata dal controllo sulle dinamiche del rapporto. Chi impone il trattamento del silenzio infatti lo fa per dirottare i comportamenti e le idee dell’altro, per esempio a seguito di una discussione. L’assenza di comunicazione fa cedere l’interlocutore che sarà costretto ad abbracciare una posizione totalmente contraria alla sua.

Il trattamento del silenzio viene anche utilizzato per indurre l’altro a chiedere scusa o per spingerlo a riconoscere un errore. In questo modo viene scaricata sulle sue spalle la responsabilità del disappunto e dell’infelicità di chi interrompe ogni comunicazione.

Imponendo il silenzio, l’abusatore riesce a svincolarsi dall’affrontare questioni spinose nelle quali non è in nessun modo intenzionato ad entrare. Così impone la propria posizione riuscendo a far cambiare discorso all’interlocutore.

La dottoressa Samanta Travini, evidenzia anche come questo comportamento sia particolarmente reiterato nei soggetti psichiatrici:

Per alcune personalità (narcisista, sociopatico, etc..) sparire e attuare il silenzio è una modalità per controllare il partner che, sofferente, confuso e indebolito sarà maggiormente manipolabile.

Il trattamento del silenzio fa emergere anche un altro tratto della relazione tossica: chi lo impone vuole cambiare la persona che ha accanto, plasmandola a suo piacimento senza perdere occasione per far notare ossessivamente i suoi difetti.

Le conseguenze del trattamento del silenzio

Chi subisce il trattamento del silenzio prova frustrazione, angoscia e un forte senso di impotenza per la situazione di stallo totale dalla quale sembra non esserci via di uscita. Secondo quanto riportato da uno studio, le persone che si sentono regolarmente ignorate riportano anche livelli più bassi di autostima, con la sensazione di non avere uno scopo nella vita, la quale perde di significato.

Nella persona colpita dal silenzio si fa sempre più forte una sensazione di inadeguatezza accompagnata dalla certezza di non essere all’altezza delle aspettative, piegando costantemente la propria persona al volere dell’abusatore pur di compiacerlo e guadagnare nuovamente la sua approvazione.

Oltre a manifestarsi effetti psicologici su chi subisce il silenzio, le conseguenze si abbattono anche sulla relazione stessa, perché la mancanza di comunicazione non fa altro che alimentare le incomprensioni e ingigantire i problemi, che di fatto non si risolvono. Questo porta quindi all’insorgere ciclico di quelle stesse questioni, per le quali chi subisce il trattamento del silenzio non ha mai diritto di replica.

Come rispondere al trattamento del silenzio

La dottoressa Lisa Aronson Fontes suggerisce diversi consigli per reagire al trattamento del silenzio:

  • Evitare l’isolamento: Rappresenta il primo passo per spezzare l’effetto del silenzio, in particolare è importante mantenere relazioni sane con la famiglia, gli amici, e i colleghi di lavoro. Il calore delle persone che tengono realmente a noi consentirà di superare con serenità il momento;
  • Mantenere una ricca vita interiore: Avere un hobby, coltivare una passione qualsiasi, può regalare la forza e la stabilità per non lasciarsi intaccare dall’abuso emotivo;
  • Ricordarsi di sé stessi: All’interno della relazione abusiva la difficoltà maggiore per chi è soggetto al trattamento del silenzio, è l’incapacità di pensare a se stesso, dando spazio ai propri pensieri, opinioni e decisioni. L’influenza costante da parte dell’aguzzino rendere impossibile ricordarsi della propria individualità;
  • Chiedere aiuto psicologico: Rivolersi ad uno specialista in grado di comprendere le dinamiche del trattamento del silenzio, è un valido aiuto per trovare gli strumenti adatti a neutralizzare gli effetti dell’abuso;
  • Valutare di porre fine alla relazione: Vale la pena valutare attentamente le conseguenze del trattamento del silenzio sulla relazione. Per uscire definitivamente dal circolo della violenza può essere necessario porre direttamente fine al rapporto per evitare il protrarsi delle sue conseguenze negative su ogni aspetto della propria vita. Può essere doloroso e tutt’altro che facile, ma se questo rappresenta l’unico modo per spezzare la catena dell’abuso è la strada giusta da percorrere per raggiungere il benessere.
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