Succede in Turchia.
Migliaia di uomini hanno deciso di sfilare per le strade del paese in minigonna e postare loro fotografie sui social network per protestare contro la violenza sulle donne.

A scatenare la protesta di questi uomini empatici e solidali, l’uccisione di Ozgecan Aslan, una ragazza turca di 20 anni vittima di un conducente di autobus che aveva tentato di stuprarla lo scorso 11 febbraio. Aslan aveva cercato di difendersi dal suo aggressore con uno spray al peperoncino, ma l’uomo ha reagito accoltellando e colpendo al capo la giovane donna.

Il suo corpo è stato trovato tre giorni più tardi, bruciato, nel letto di un fiume in una provincia a sud della Turchia.
La sua storia ha scatenato cittadini e opinione pubblica: oltre sei milioni di persone hanno twittato il nome di Aslan e moltissime donne hanno raccontato la loro terribile esperienza di abusi.
Gli uomini, per sostenere la causa, hanno deciso di pubblicare delle loro immagini in cui indossavano delle minigonne evidenziando come la società ancora le discrimini solo per quello che indossano:

“Se alla fine dei conti la colpa è sempre della minigonna, se indossarla è sintomo di immoralità e di impurità, se una donna che porta una gonna corta è un invito implicito a toccarla, allora anche noi uomini vogliamo mandare lo stesso messaggio”.

L’originale forma di protesta è cominciata qualche giorno dopo che si era già diffuso in rete l’hashtag #ÖzgecanIçinSiyahGiy, ovvero “vestitevi di nero per Özgecan”, con il quale uomini e donne pubblicavano immagini in cui indossavano esclusivamente abiti neri.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!