Con circa un miliardo di visualizzazioni su TikTok, il trend del Corecore è la nuova ossessione della Generazione Z. Un esercito di giovani che, a suon di hashtag e di musiche nostalgiche, postano video realizzati con immagini riciclate da altri video che scorrono velocemente, lanciando un messaggio (o forse no) e di fatto dimostrando il profondo disagio di un’intera generazione sotto gli occhi di tutti ma che non si sente ne vista ne capita.

Un trend che, come sempre capita, ha preso piede in brevissimo tempo. E di cui tutti o quasi vogliono far parte, molto spesso senza capire il motivo per cui il termine e l’uso dell’ hashtag #Corecore è nato, ma unicamente con l’intento di essere visualizzati, alla ricerca di un po’ di notorietà.

Ma vediamo meglio cos’è il Corecore, cosa rappresenta e tutto ciò che dovrebbe comunicare.

Cos’è il trend #corecore su TikTok?

Nonostante si parli di trend, quello del Corecore è una tendenza che per molti potrebbe essere sconosciuta, e in particolare per chi ha meno di vent’anni e per chi ne ha più di quaranta. Certo, anche per i trentenni questa potrebbe essere una parola che dice molto poco. Ma se non altro questa fascia di età è meno distante dai veri protagonisti del trend  #corecore, che sono per lo più i ventenni, meglio conosciuti come Generazione Z.

Una vera e propria ossessione, apparentemente innocua, in cui non si fa altro che creare dei mini video relativamente brevi, di circa 20-30 secondi. Clip in cui si susseguono immagini con un core specifico, ovvero con un tema, un cuore, un fulcro in comune, montate velocemente e sulle note di una canzone o melodia nostalgica. Il tutto prontamente pubblicato su TikTok con in accompagnamento l’hashtag #corecore, appunto.

Un trend che, attualmente, viene seguito più per moda che per altre ragioni e che vede la realizzazione di video che puntano più all’estetica che al contenuto reale, senza quasi nemmeno comprendere ciò che si sta facendo.

L’origine del corecore

In origine, però, i video corecore sono nati con lo scopo di descrivere o mettere sotto la lente di ingrandimento un tema particolare, il fulcro di un qualcosa ridotto ai minimi termini, l’essenziale di un certo tipo di contenuto ed estetica.

Un trend che ha preso il via, quasi involontariamente, il 1° gennaio del 2021, quando @masonoelle caricò un video su Tik Tok, realizzato con una successione di micro clip incentrate sulla crisi climatica. Ma anche la deforestazione, le inondazioni, lo scioglimento delle calotte polari, neanche velatissime critiche all’esercito degli Stati Uniti e alla tendenza alla saturazione dei media. 

Immagini che scorrono una dietro l’altra accompagnate da un sottofondo cupo realizzato da un violino e dall’hashtag, o la definizione del video, “CoreCore”. Il punto del punto, il cuore dell’oggetto, il suo nucleo.

Video realizzato con l’intento di smuovere delle emozioni andando nel nocciolo del problema o del tema. E un termine e mood di contenuto che, da lì a poco, ha invaso i profili della Gen Z, rimodellando il concetto e la tipologia di contenuto a sua immagine e somiglianza e rivestendolo di nuovi significati

Come è fatto un video corecore

Una particolare tipologia di video che mette in luce aspetti specifici di un qualcosa e che vengono realizzati con caratteristiche ben riconoscibili e ben definite. A partire dalla loro durata, che non supera i 20- 30 secondi o che comunque non raggiunge mai il minuto, e dalla composizione di una serie di clip prese da altri video di qualsiasi genere, dai film alle interviste, dai documentari al videogame, dai tg ai video musicali.

Tutto è materiale buono per la creazione del proprio video corecore, come una sorta di gigantesco meme accompagnato da melodie e musiche cupe, che generano nostalgia fino anche all’angoscia. Musiche che hanno lo scopo di enfatizzare il video stesso e di suscitare delle emozioni, modificando lo stato d’animo di chi le osserva. 

Una sorta di contenuto di denuncia o anche di parodia, nato con l’intenzione di diventare virale utilizzando contenuti già virali di per sé, che punta a enfatizzando la ricerca del fulcro, un modo di fare poco amato dalla Generazione Z e di tendenza nei boomer.

E che, di fatto, va a richiamare emozioni come la tristezza, la depressione e la solitudine. 

Oltre il trend: cosa ci vuole dire la gen z?

Chi guarda questo video, infatti, afferma che i contenuti a “tema” Corecore rimandano a sensazioni di inutilità, come se si fosse invisibili agli occhi degli altri e della società. Che è esattamente lo stato d’animo vissuto da tantissimi giovani della Generazione Z, uno stato d’animo che ricorda quello vissuto dagli Emo e da chi, nonostante ne faccia parte almeno sulla carta, fatica a integrarsi o a sentirsi davvero incluso nella società.

E andando a raccontare, forse in modo involontario, la profonda tristezza e il disagio vissuto da questi giovani, raccontandolo attraverso immagini visive dal profondo impatto emotivo. Un contrasto tra qualcosa che pare non avere alcun senso e una critica a ciò che li circonda e di cui non si sentono o non vogliono far parte, manifestando una sorta di nostalgia verso un futuro possibile ma già perso.

Un concetto che dovrebbe far riflettere su ciò che vivono i giovani e su ciò che, in un modo o nell’altro, li disorienta. E che, tra immagini, musiche e un apparente incomprensibilità, dovrebbe far riflette tutti.

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