Stay-at-home girlfriend: perché il trend TikTok delle ragazze casalinghe è problematico

Si chiama "Stay-at-home girlfriend" ed è il nuovo, e problematico, trend diffuso su TikTok: un elogio delle "donne casalinghe 2.0", dedite solo alla cura della casa e di se stesse, in attesa che i compagni rincasino dal lavoro - e dai quali sono totalmente dipendenti a livello economico. Ecco i dettagli di una moda tanto anacronistica quanto pericolosa.

Si svegliano per salutare il compagno che si reca al lavoro, compilano la propria schedule giornaliera e scrivono sul proprio diario, si dedicano all’immancabile beauty routine, si preparano smoothie e tè matcha per colazione, fanno la spesa, vanno in palestra, lavano e stirano gli abiti, si cimentano in sessioni di yoga e pilates, puliscono casa e preparano la cena, giusto in tempo per accogliere il fidanzato salutato al mattino.

Sono le “Stay-at-home girlfriend“: le “ragazze casalinghe 2.0” che, ripercorrendo lo stereotipo delle perfette housewives anni ’50, elogiano la propria quotidianità di donne dipendenti e prive di un’attività lavorativa propria a suon di reel su TikTok, filtri ad hoc ed estetica catchy.

Da dove nasce questo – pericoloso – trend e quali sono le sue caratteristiche? Scopriamolo.

In cosa consiste il trend?

Il trend delle “Stay-at-home girlfriend” è, da un paio di mesi a questa parte, uno dei più diffusi sul social cinese, con il suo omonimo hashtag che ha già raggiunto più di 130 milioni di visualizzazioni.

Ma in che cosa consiste, esattamente? Pare che la sua capostipite sia stata Kendel Kay, influencer e modella di Porto Rico che, per prima, ha pubblicato sul suo profilo un video intitolato Morning Rituals, definendo se stessa una “Stay-at-home girlfriend”.

Il trend è diventato virale in pochissimo tempo, e ha sdoganato una serie di reel in cui ragazze giovanissime – perlopiù ventenni – hanno iniziato ad “aprire le porte di casa” ai propri follower mostrando loro i diversi passaggi della giornata ideale di una “fidanzata casalinga”, fatta, come accennato, di una serie di piccoli piaceri e lavori domestici elogiati dalle protagoniste.

Considerarsi una “Stay-at-home girlfriend” consiste, infatti, nel mettere in luce tutti i vantaggi dello stare a casa mentre il proprio compagno è impegnato sul luogo di lavoro, sottolineando come quest’ultimo sia “l’uomo di casa” e l’unica fonte di reddito, motivo per cui è necessario adoperarsi al meglio per compiacerlo e farlo sentire sempre accolto, coccolato e amato.

“Stay-at-home girlfriend” e co-dipendenza

L’aspetto più preoccupante del trend in questione è, infatti, l’elevato rischio di co-dipendenza – e, di conseguenza, talvolta anche di violenza economica – che può generare. Affidare totalmente il proprio sostentamento a un uomo non è solo un insulto ai secoli di lotte, riflessioni e sacrifici portati avanti dalle femministe, ma può costituire anche un pericolo per le stesse donne coinvolte.

Naturalmente – lo sottolineiamo – ciascuno è libero di fare della propria vita ciò che più ritiene opportuno, in base alle proprie esigenze e possibilità. Nel caso delle “Stay-at-home girlfriend”, tuttavia, è il messaggio veicolato a recare con sé una deriva potenzialmente deleteria per tutte le donne che seguono questo genere di contenuti.

Essere dipendente dal lavoro e dal correlato stipendio del partner, appunto, può dare sfogo a episodi più o meno gravi di violenza economica: dalla manipolazione al giudizio, fino al sopruso vero e proprio. Come si legge su Il Messaggero:

Ogni scelta di vita è lecita e personale, ma è importante ricordare che la dipendenza finanziaria da un’altra persona, in una relazione di coppia, può aprire la strada a derive rischiose, dal controllo alla manipolazione e persino alla violenza. E anche se vivere nel lusso senza lavorare può sembrare fantastico, dall’altro lato può portare alla mancanza di obiettivi, insoddisfazione o più semplicemente a una noia mortale. Insomma, non serve essere femministe convinte per capire che il sogno rischia di trasformarsi in un incubo: una gabbia dorata da cui non è possibile fuggire. Basta davvero la promessa di vivere nel lusso per rinunciare alla propria libertà e indipendenza?

“Stay-at-home” girlfriend, sessismo e razzismo

Senza dimenticare, ovviamente, che uno scenario come quello dipinto dalle “Stay-at-home girlfriend” avalla vertiginosamente gli stereotipi sessisti che ancora impregnano la nostra società, con la ripartizione netta dei compiti dell’uomo e della donna e la reclusione di quest’ultima tra le mura domestiche, a prendersi cura della casa e di – eventuali – figli.

E non solo. I reel promossi dalle “fidanzate casalinghe 2.0” sono anche profondamente razzisti e classisti. Come spiega Lilian Wright, professoressa dell’università di Giurisprudenza di Los Angeles Ucla, su Business Insider:

In genere vengono mostrate persone di classe medio-alta o alta. In una rappresentazione molto eterosessuale, molto eteronormativa e molto bianca, dove le donne bianche romanticizzano l’idea di poter rinunciare a lavori che considerano come delegabili a persone a basso reddito e non bianche.

Ed è proprio questo il motivo per cui, secondo Hajar Yazdiha, sociologa presso la University of Southern California, nei reel delle “Stay-at-home girlfriend” non siano presenti donne di etnia differente da quella caucasica, come, ad esempio, persone afrodiscendenti, di colore o latine. Come precisa Yazdiha sempre su Business Insider:

In questo modo, il nuovo trend rafforza anche stereotipi razzisti radicati in modo particolare nella società statunitense, in cui le donne bianche che non lavorano vengono percepite come madri o brave mogli, mentre le donne non bianche casalinghe vengono accusate di parassitismo alle spalle del welfare o come “pigre”. Le ricerche dimostrano che queste nozioni tradizionali di femminilità e femminismo bianco sono davvero radicate tra molti bianchi, in particolare di estrema destra.

Risultato: il lavoro domestico diventa glamourous, filtrato da montaggi ad arte e colori patinati, e, soprattutto, viene tratteggiato come “normale“, meno importante e meno pesante rispetto al lavoro svolto dagli uomini. Quasi un passatempo, che, come tale, non ha bisogno di essere retribuito.

Altre critiche e problemi

Diffondere un messaggio di questo tipo è, dunque, come accennato, molto pernicioso, perché rischia di vanificare – anche solo parzialmente – decenni di contrasti finalizzati all’ottenimento della parità dei diritti e del salario.

In tal modo, infatti, si corre il pericolo di giustificare l’abuso finanziario e domestico, con gravi conseguenze sull’indipendenza delle donne coinvolte, che non sempre sono consapevoli della situazione di disagio in cui versano o che, proprio a causa di questo invischiamento, non possono permettersi di affrancarsi dai propri compagni perché non sarebbero in grado di sostenersi in autonomia.

Oltre alla dipendenza economica, inoltre, vi è anche un altro tipo di malessere: la vita delle “Stay-at-home girlfriend” è spesso priva di altre fonti di socialità, convivialità e piacere, e tutta la propria esistenza si riduce a quello che accade tra le mura domestiche, in un’attesa perenne del compagno che rincasa dal lavoro e di cui è necessario prendersi cura.

È un emblema di questa sofferenza la stessa “pioniera” Kendal Kay, che in un vlog pubblicato sul suo profilo in cui esplicava la sua routine quotidiana confessa al suo diario – grazie a uno screenshot effettuato da un’altra utente di TikTok, come si legge su Open – le seguenti riflessioni: «stagnazione nella mia carriera/soddisfazione/appagamento», «insoddisfatta del mio aspetto» e «mancanza di vita sociale divertente/eccitazione».

Un’interiorità e un’intimità che appaiono in netto contrasto con la gioia manifestata sui social, ma che rivelano un disagio emotivo molto profondo. E che meriterebbe di essere sondato, smettendo anche di dare voce a trend spesso deleteri e pericolosi per il benessere psicofisico dei loro protagonisti e dei loro seguaci.

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