Plusdotazione cognitiva: le 7 caratteristiche degli individui plusdotati

Mio figlio è plusdotato? Quando un bambino presenta livelli di sviluppo superiori alla media, o talenti particolari, si può effettuare una valutazione con uno psicologo per capire se si tratta di plusdotazione cognitiva, e sapere come andare incontro a ogni suo bisogno.

Circa il 2% dei bambini presenta una plusdotazione cognitiva, che non è una patologia, ma indica un livello di sviluppo cognitivo superiore alla media. I bambini plusdotati fanno ragionamenti precoci per la loro età, hanno spiccata immaginazione e un’alta capacità di apprendimento, oltre a mostrare interesse per hobby e argomenti particolarmente elevati.

Anche se non necessita di cure, è meglio valutare se un bambino ha plusdotazione cognitiva, se mostra di averne le caratteristiche. In modo da poter, grazie all’aiuto di uno psicologo, aiutare e supportare il bambino nella crescita, rispettando al meglio i suoi bisogni e desideri. Vediamo di cosa si tratta e come avviene la valutazione di individui plusdotati.

Cosa si intende per plusdotazione cognitiva?

La plusdotazione cognitiva è un alto potenziale di sviluppo cognitivo. I bambini plusdotati, chiamati anche “gifted children” mostrano uno sviluppo e delle capacità superiori alla media dei coetanei. Hanno grande curiosità, svariati interessi, spiccate capacità linguistiche e di ragionamento. La National Association for Gifted Children definisce la plusdotazione (o giftedness) come

livello eccezionale di performance in una o più delle seguenti aree: abilità intellettiva generale, specifica attitudine scolastica, pensiero creativo, leadership, arti visive e dello spettacolo.

Tuttavia la definizione non è univoca e condivisa universalmente, e ogni Paese adotta delle specifiche linee guida e regolamenti per valutare la plusdotazione. Si può comunque considerare se una persona è plusdotata attraverso il calcolo del suo QI (Quoziente Intellettivo), che, per essere un alto potenziale cognitivo, deve essere a 130 o superiore. Non basta il QI per valutare una persona plusdotata, ma, come vedremo nei prossimi paragrafi, si utilizzano anche altri criteri.

Le caratteristiche degli individui plusdotati

Riconoscere un bambino plusdotato non è semplice, perché le caratteristiche degli individui plusdotati sono tante, e si possono presentare insieme o in maniera isolata. Bisogna anche far attenzione a non scambiare sintomi di plusdotazione con segnali di altre condizioni cognitive, o di disturbi legati allo spettro autistico, o l’ADHD ad esempio, che potrebbero essere concomitanti o distinte. Solamente un professionsita può diagnosticare la presenza o meno di disturbi, o di plusdotazione.

Le principali caratteristiche sono state delineate dalla National Association for Gifted Children.

1. Processi di ragionamento

Una delle principali caratteristiche, che rendono più facile la valutazione, è la spiccata capacità di fare ragionamenti superiori alla media. Possono dimostrare maggiore sviluppo di pensiero analogico, quindi in grado di processare informazioni più rapidamente e tenerle in memoria. Oppure di pensiero divergente, la capacità quindi di intuizione, problem solving e di avere idee. O ancora di pensiero arborescente, la tendenza a ramificare i ragionamenti e fare associazioni multiple.

2. Competenze linguistiche

Gli individui plusdotati mostrano di avere alte capacità linguistiche, una caratteristica più evidente nei bambini, che sanno parlare e formulare frasi in maniera più capace rispetto alla media dei loro coetanei.

3. Curiosità

I bambini plusdotati presentano fin da piccolissimi una forte curiosità, sia per il mondo intorno a loro, sia per cose più particolari e dettagliate. Non a caso i plusdotati risultano molto più informati già da giovani, grazie alla loro volontà di conoscere e sapere.

4. Interessi

I bambini con plusdotazione dimostrano di avere svariati interessi, di non essere concentrati solamente su una passione o un gioco, ma di avere curiosità per interessi diversi, anche riguardo argomenti di nicchia o particolari, che solitamente scoprono in autonomia.

5. Apprendimento

Uno dei tratti più comuni dei bambini plusdotati è la facilità con cui apprendono qualsiasi cosa. Non presentano difficoltà nell’apprendimento di nozioni, materie scolastiche, sport, giochi, lettura e scrittura. La scuola è uno dei principali luoghi in cui poter valutare la plusdotazione di bambini perché è dove dimostrano maggiormente le differenze con i compagni.

6. Sensibilità

Come vedremo parlando di sviluppo emotivo, i bambini plusdotati hanno una grande profondità e sensibilità emotiva, che, se non valutata correttamente, si portano avanti fino all’età adulta. L’alta sensibilità porta spesso a comportamenti e reazioni difficili, specialmente in relazione con gli altri.

7. Immaginazione

Anche la parte creativa è particolarmente sviluppata negli individui plusdotati, che, oltre a sapere fare ragionamenti e avere idee originali e creativi, hanno anche una spiccata immaginazione, fin da piccoli.

Da cosa dipende la dotazione cognitiva?

plusdotazione cognitiva
Fonte: iStock

La plusdotazione indica un livello maggiore nel potenziale, ovvero l’area di sviluppo che ognuno di noi ha fin dalla nascita, e che dipende da caratteristiche di natura biologica, e si attiva attraverso le stimolazioni dei contesti. Se una persona cresce in un contesto, famigliare, scolastico, socio-culturale, che gli consenta di sviluppare le abilità di cui è dotato, può raggiungere il suo potenziale. I bambini plusdotati partono da possibilità di sviluppo superiori alla media, e sono infatti definiti “ad alto potenziale“.

Si tratta di potenziali in diversi ambiti, non solamente scolastico, infatti non tutti i bambini plusdotati sono bravi a scuola, perché il loro ragionamento arborescente potrebbe portare ad avere difficoltà con il metodo di studio tradizionale delle scuole, ma anche dal punto di vista artistico, motorio, sociale, creativo. Non si conosce ancora bene il motivo per cui alcune persone nascono con un potenziale più alto rispetto agli altri, sembra essere infatti una caratteristica biologica e innata.

La scienza ha potuto trovare il meccanismo attivo nella mente dei gifted children, per comprendere meglio il funzionamento. Pare infatti, secondo gli studi, che nel cervello dei plusdotati le informazioni si spostano attraverso i due emisferi cerebrali in maniera più ampia e più rapidamente rispetto al cervello di una persona normodotata. Pertanto, chi ha plusdotazione cognitiva elabora le informazioni in maniera multi spaziale, coinvolgendo maggiormente l’emisfero destro e lo scambio tra le due parti cerebrali.

Come valutarla e perché è importante farlo

La plusdotazione cognitiva non è un disturbo o una patologia, di conseguenza la diagnosi non serve per un trattamento, ma è importante per il benessere del bambino. Esiste infatti un modo per effettuare una valutazione, che viene fatta da uno psicologo, in modo da riconoscere la presenza di plusdotazione e poter supportare e rispondere in maniera adeguata a tutti i bisogni del bambino, sia dal punto di vista cognitivo che emotivo e sociale.

Nel 2018 il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi (CNOP) ha raccolto le Linee Guida per la Valutazione della Plusdotazione in Età Evolutiva. La valutazione viene realizzata obbligatoriamente da uno psicologo, che prende in carico il bambino e l’indagine diagnostica. Oltre alla somministrazione di alcuni test di intelligenza, utilizzati anche per altre situazioni cognitive, la valutazione si compone di un percorso, che può variare a seconda del bambino e delle sue esigenze.

Prevede una serie di colloqui, sia con il bambino che con la famiglia e gli adulti di riferimento, e questionari con lo scopo di comprendere la situazione di benessere e adattamento del bambino. Importante è anche la valutazione a livello scolastico, che permette di conoscere le abilità cognitive e di comportamento, e di creare una solida rete, anche nella scuola, per far sviluppare a pieno il potenziale anche degli alunni plusdotati. Oltre a favorire adattamento e inclusione, riportando eventuali difficoltà relazionali del bambino.

Plusdotazione cognitiva e sviluppo emotivo

Dal punto di vista emotivo, i bambini plusdotati mostrano un’elevata sensibilità, e dimostrano solitamente difficoltà a regolare le emozioni forti. Infatti la plusdotazione cognitiva non va di pari passo con l’intelligenza emotiva, che è la capacità di controllare sentimenti ed emozioni proprie e altrui. Dal punto di vista dello sviluppo emotivo i gifted children hanno un fattore di rischio più alto che si presentino problematiche emotivo-comportamentali, e disturbi di ansia, stress, perfezionismo e bassa autostima.

Secondo quanto riportato da Humanitas Medical Care, ci sarebbe un’asincronia tra lo sviluppo delle capacità intellettive, che nei bambini plusdotati sono precoci rispetto ai coetanei, e quelle emotive e relazionali. L’ipersensibilità porta ad esempio a reazioni che sembrano sproporzionate rispetto a ciò che accade, proprio perché non hanno sviluppato in maniera completa l’intelligenza emotiva che permette di regolare gli impulsi e le emozioni, oltre a gestire le relazioni con gli altri.

Questi problemi, se non rintracciati da piccoli, si possono portare fino all’adolescenza e all’età adulta, causando problematiche di tipo comportamentale e sociale. I bambini plusdotati sono più soggetti a stress elevati, motivo per cui sperimentano le emozioni e gli eventi in maniera più intensa e che può sembrare esagerata, si preoccupano del giudizio altrui, faticano a distinguere i sentimenti propri da quelli degli altri. Il comportamento dei genitori e degli adulti di riferimento è fondamentale per il corretto sviluppo emotivo.

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