Comphet, i danni dell'eterosessualità concepita come norma e imposizione

L'espressione "comphet" deriva dal connubio delle parole "compulsory" ("obbligatorio") ed "heterosexuality" ("eterosessualità") ed è stata coniata dalla poetessa e femminista statunitense Adrienne Rich nel 1980 per evidenziare quella "eterosessualità obbligatoria" che ingabbia tutti gli individui fin dalla più tenera età. Vediamone i dettagli.

Fidanzarsi, sposarsi, avere figli. Il tutto rigorosamente con una persona del sesso opposto, perché così ci è stato detto e inculcato fin dall’infanzia da genitori, media e società. Perché, semplicemente, è così che deve essere.

Si chiama “eterosessualità obbligatoria” (abbreviata “comphet”, dalla crasi dei termini inglesi) e si riferisce alla convinzione in base alla quale essere eterosessuali, appunto, sia la norma: l’unica alternativa accettabile quando si tratta di relazioni amorose, sessuali e matrimoniali.

Una convinzione così radicata a livello sociale e culturale che, spesso, non ci si rende nemmeno conto di esserne influenzati, e ci si ritrova a ricercare rapporti con persone dell’altro sesso solo perché ciò costituisce la “normalità”, senza interrogarsi a fondo su quello che si desidera – soprattutto quando si pensa di appartenere alla comunità LGBTQ+.

Quali sono le caratteristiche della comphet e come si manifesta nelle nostre vite? Scopriamolo insieme.

Comphet: che cosa significa?

L’espressione “comphet“, come accennato, deriva dal connubio delle parole “compulsory” (“obbligatorio”) ed “heterosexuality” (“eterosessualità”) ed è stata coniata dalla poetessa e femminista statunitense Adrienne Rich nel 1980, all’interno del saggio intitolato proprio Compulsory Heterosexuality and Lesbian Existence.

La riflessione di Rich muove dalla situazione svantaggiata delle donne e, nello specifico, dalla condizione di subalternità che deriva dall’eterosessualità obbligatoria. Come spiega Cirus Rinaldi nel suo Sesso, sé e società. Per una sociologia della sessualità:

[Adrienne Rich sviluppa il concetto di sessualità obbligatoria] sostenendo che diventare donne (e uomini) rispettabili significa essere eterosessuali, ossia essere subordinati a un sistema egemone che rappresenta l’eterosessualità come naturale, come caratteristica irrinunciabile e originaria. L’eterosessualità obbligatoria è uno degli strumenti maschili per dominare le donne.

In questo senso, quindi, dichiararsi lesbica diviene un vero e proprio atto politico, utile per affrancarsi dalla dominazione maschile e dall’imposizione di un unico, legittimo, orientamento sessuale.

Naturalmente, la teoria comphet non si limita alle donne, ma concerne anche tutte le persone che non si riconoscono nel binarismo di genere e che posseggono orientamenti sessuali e romantici “diversi” dalla cosiddetta “norma” e da ciò che è ritenuto socialmente e culturalmente accettabile.

Eterosessualità obbligatoria: come si manifesta?

L’eterosessualità obbligatoria, dunque, è uno dei lasciti più evidenti e pericolosi della società patriarcale ed eteronormativa che domina tuttora la nostra contemporaneità, e conduce le persone – soprattutto omosessuali – a credere che l’unione con il sesso opposto sia l’unica via idonea per esperire l’amore, l’erotismo e le relazioni.

I segnali che potrebbero palesare un’introiezione profonda dell’eterosessualità obbligatoria sarebbero, secondo Health News, i seguenti:

  • non si è mai presa in considerazione l’idea di essere altro che eterosessuale;
  • ci si è sentiti costretti a stare sempre con qualcuno del sesso opposto, come se non ci fosse un’altra opzione;
  • l’idea di avere una relazione risponde maggiormente a esigenze di natura pratica, piuttosto che essere diretta al soddisfacimento dei propri reali desideri (per esempio, una donna che sente il bisogno di stare con un uomo in modo tale da poter avere figli e avere un supporto finanziario, anziché essere attratta romanticamente e sessualmente da lui);
  • se e quando sono sorte domande circa la propria sessualità, ci si è ritrovati “costretti” a respingerle per vergogna o senso di colpa.

Conseguenze, problemi e rischi

La comphet, perciò, rafforza gli stereotipi di genere di cui siamo intrisi fin dalla più tenera età, e delinea un’imposizione più o meno esplicita verso la predilezione nei confronti di rapporti esclusivamente eterosessuali.

Con delle ricadute emotive, fisiche e psicologiche pericolosissime per gli individui che ne subiscono gli effetti. L’eterosessualità obbligatoria, infatti, ingabbia – in modo spesso subdolo e pervasivo – tutti coloro che desiderano (o sono portati a farlo, per problemi familiari, lavorativi, economici e simili) allinearsi al volere del contesto socio-culturale in cui sono immersi, non fornendo loro alcuna via di scampo se non quella della comphet.

Il risultato risiede, così, non solo in un calcificarsi dei ruoli e del binarismo di genere, ma anche in un consolidarsi e acuirsi delle discriminazioni nei confronti delle persone che non hanno interiorizzato “a dovere” l’eterosessualità obbligatoria, e “osano” deragliare dai binari stessi per affermare la propria identità e il proprio orientamento romantico e sessuale tentando di essere libere e rispettate per tale ragione.

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