Fluidità sessuale, identità di genere e orientamento sessuale: facciamo chiarezza

La fluidità è una caratteristica trasversale e comune a tutti gli esseri umani, e indica la capacità di essere flessibili nella nostra risposta sessuale in base a fattori sociali, culturali e interpersonali. Scopriamone i dettagli.

Ciò che è definito “fluido” è, ancora per molti, fonte di confusione. Soprattutto se tale fluidità concerne l’ambito tabù per eccellenza: la sessualità. In questo senso, tra i concetti che causano maggiore incertezza vi è, senza dubbio, quello di “fluidità sessuale”, spesso confuso con altre espressioni ormai entrate a pieno diritto nei nostri discorsi, quali identità di genere e orientamento sessuale.

Il suo significato, però, è molto più ampio e, spesso, difficile da convogliare in una definizione precisa e universalmente valida. Ma di che cosa si tratta, esattamente? Scopriamone i dettagli.

Che cosa significa fluidità sessuale?

Il concetto di “sexual fluidity”, o fluidità sessuale, è stato coniato nel 2008 dalla psicologa e docente presso l’Università dello Utah Lisa Diamond. Basata su una ricerca iniziata negli anni ‘90 e concentrata dapprima sugli uomini e, in seguito, sulle donne, l’espressione intende indicare la flessibilità nella risposta sessuale degli esseri umani, in grado di mutare e arricchirsi nel corso della vita.

In sostanza, il desiderio sessuale può subire, nell’arco di un’esistenza, l’incidenza di fattori culturali, sociali e situazionali, e può consentire al soggetto che ne fa esperienza di conoscere nuovi lati e prospettive del proprio orientamento sessuale e della propria identità.

La fluidità, quindi, non è un’etichetta precisa (come può esserlo “eterosessuale”, “omosessuale”, “bisessuale” e così via), bensì una caratteristica trasversale e comune a tutti gli individui, in quanto manifestazione di un impulso o di un’attrazione in grado di restare latenti per pochi o molti anni e di palesarsi in relazione a situazioni contingenti.

Ne consegue che un’esperienza diretta di tali impulsi non sia necessariamente “richiesta”: una persona, infatti, può avvertire, a un certo punto della sua vita, il desiderio nei confronti di una persona del suo stesso genere o di genere “non conforme”, ma non è detto che esso si concretizzi o sia effettivamente sperimentato.

Al contrario, un individuo può percepire un certo tipo di attrazione, comportarsi assecondando quest’ultima e scoprire una nuova sfumatura del proprio orientamento sessuale, decidendo di vivere e modificare la propria intimità in base a essa.

In definitiva, dunque, la fluidità si configura come una componente della sessualità umana in quanto tale, e, proprio per la sua natura intrinseca, risulta capace di variare nel corso del tempo in risposta a influenze contestuali e interpersonali.

Soprattutto per le donne. Lo dimostra il libro della stessa Lisa Diamond, Sexual Fluidity: Understanding Women’s Love and Desire, in cui la studiosa discute di come per alcune donne (su un campione di 100 volontarie intervistate ogni due anni nell’arco di un decennio) l’attrazione e l’amore siano fluidi e, quindi, soggetti a continui cambiamenti nel corso del tempo.

Sexual Fluidity: Understanding Women's Love and Desire

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Un assunto in netto contrasto rispetto a quanto rivelato precedentemente dalle indagini focalizzate sugli uomini, le quali avevano esplicato una maggiore rigidità in termini di orientamento sessuale e desiderio. Ma da che cosa dipende questa discrepanza?

La nostra cultura mette molta vergogna intorno alla sessualità – afferma Diamond, come si legge sul sito della BBC –, ma tutto ciò che rende più facile e socialmente accettabile per le persone riflettere sui propri desideri in modo non giudicante e senza vergogna ha il potenziale per aprire le loro possibilità sessuali, o almeno lasciare che considerino l’idea di farlo.

Una libertà che gli uomini, imprigionati in ruoli statici e stereotipati, ancora non possiedono. Come commenta Sean Massey del Binghamton Human Sexualities Research Lab di New York, infatti:

La “mascolinità” è un “concetto fragile”, e può essere “violato” dall’attrazione per lo stesso sesso. [Perciò] dobbiamo iniziare a liberare gli uomini dall’eterosessualità obbligatoria e dalla mascolinità tradizionale, e ciò potrebbe avere un risultato diverso, o forse avere un risultato simile [per le donne] nel consentire una maggiore diversità nella sessualità.”

Fluidità sessuale e identità di genere

Entrare in contatto con la propria fluidità sessuale può, quindi, permetterci di conoscerci più a fondo. Proprio in questo snodo, tuttavia, si concentra uno dei motivi alla base della confusione relativa al concetto di fluidità.

L’essere sessualmente flessibili, appunto, non modifica la nostra identità di genere, ossia la nostra personale percezione e concezione di noi stessi, ma, piuttosto, ne pone in risalto alcuni lati, latenti o già palesi.

La naturale e insita capacità di provare potenziale attrazione per tutti i generi, perciò, non scardina le fondamenta della nostra identità, ma è semplicemente la prova tangibile che le circostanze della vita possono consentire l’emergere di attrazioni e comportamenti fino a quel momento non manifesti.

È necessario ricordare, però, che anche lo spettro delle identità è amplissimo e in continua evoluzione, nonché mutazione, nell’arco del tempo e anche della vita di una medesima persona. Motivo per cui il binarismo imposto dalla società e dai ruoli di genere tradizionalmente associati al sesso femminile e maschile è causa di dolore e malessere psicofisico, e rende difficile accettare non solo la propria identità (soprattutto nel caso in cui questa non rientri nella dicotomia summenzionata), ma anche la propria fluidità. Nonostante sia prerogativa comune di tutti gli esseri umani.

Fluidità da non confondere, inoltre, con le persone che si identificano come gender fluid, ossia coloro che non si rispecchiano né nel genere femminile, né in quello maschile, e che, al contrario, abbracciano i diversi generi, senza attuare una polarizzazione tra di essi.

Fluidità sessuale e orientamento sessuale

Analogamente, la fluidità sessuale non rappresenta un orientamento sessuale specifico. Quest’ultimo, infatti, legato anch’esso all’identità di genere (ma non irrimediabilmente), denota il tipo di persone da cui siamo attratti sessualmente, ed è una componente congenita della nostra personalità (sebbene spesso la sua manifestazione possa anche rendersi palese dopo anni).

Come l’identità, dunque, anche l’orientamento non è immutabile nel tempo, motivo per cui sperimentare la propria fluidità sessuale può essere utile per osservare e, talvolta, mettere in discussione il nostro orientamento “predefinito”. I cambiamenti e le attrazioni percepite possono essere transitori o duraturi, ma, in ogni caso, ci offrono informazioni utili per comprendere più a fondo lo spettro di possibilità che abita tutti noi.

In quanto caratteristica della sessualità umana – spiega, infatti, la psicologa Laura Massari –, possiamo ipotizzare che le persone siano sessualmente fluide da sempre: quello che è cambiato è l’attenzione verso la sessualità e le sue forme di espressione. Questo possiamo capirlo meglio pensando a quanto sia mutata la concezione della sessualità femminile: statisticamente, infatti, la fluidità viene vissuta ed espressa più frequentemente dalle donne ma, per molti anni, la sessualità femminile non è stata studiata affatto, perché si dava per scontato che avesse lo stesso funzionamento di quella maschile o che si esprimesse solo in funzione di quest’ultima.

È ora, quindi, di accogliere e (ri)conoscere la nostra fluidità sessuale: una base comune che potrà aiutarci a capire meglio non solo noi stessi, ma anche gli altri. Nel segno del rispetto e della condivisone reciproca.

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