Quando si tratta di viaggiare, un elemento che si tende a sottovalutare – o meglio a valutare male – è il tempo. Siamo portati a pensarlo solo nell’ottica “ho questo tempo a disposizione, devo riempirlo al massimo”. Ma se non fosse così?

Lo slow travel ci insegna che possiamo fare diversamente e, attraverso l’elogio della lentezza, scoprire un nuovo modo di esplorare il mondo.

Cos’è lo slow travel?

Slow travel significa letteralmente “viaggio lento”: in sole due parole è racchiusa l’essenza di questo modo di viaggiare, che rifiuta la frenesia della vacanza lampo all inclusive e predilige tempi più distesi e mezzi di trasporto meno performanti ma più vicini ai ritmi naturali e rilassanti.

È un turismo più a misura umana, che si basa sul trovare i propri ritmi e seguirli, assaporando non solo ogni momento del viaggio, ma anche il contatto con i luoghi e le persone che si incontrano durante il percorso.

La filosofia dello slow travel

Lo slow travel nasce all’interno della più ampia filosofia slow living, sviluppatasi negli anni ‘80 in Italia con la nascita di Slow Food. A partire dal recupero del cibo come cultura e convivialità e contro il nuovo culto del fast food, il “Movimento Lento” si allargava a tutti gli ambiti dell’esistenza,

come antidoto alla «Follia universale della “fast life”» e «Contro coloro, e sono i più, che confondono l’efficienza con la frenesia, [a cui] proponiamo il vaccino di un’adeguata porzione di piaceri sensuali assicurati, da praticarsi in lento e prolungato godimento».

Il recupero della lentezza, in opposizione alle vacanze fast vedi-e-scatta del turismo di massa, è l’essenza di questo nuovo modo di viaggiare. Un modo consapevole e responsabile, un turismo sostenibile e spesso di prossimità che, abbandonato lo stress del dover vedere tutto e non perdere nemmeno una location instagrammabile, rimette al centro del viaggio l’assaporare il più possibile esperienze locali e autentiche.

In questa forma di turismo l’importante non è (solo) la destinazione, ma anche il viaggio: preferendo treno, autobus, bicicletta e camminata ad aereo e auto, gli slow travellers cercano non solo esperienze turistiche incentrate sul paesaggio, sulla cultura e sull’interazione con altri turisti e la popolazione ospitante, ma un vero e proprio antidoto ai ritmi di vita moderni, come spiegano Janet E. Dickinson e Derek Robbins della Bournemouth University:

Lo slow travel, quindi, rappresenta un modo di pensare il turismo da parte dei consumatori, dove c’è una sinergia tra aspetti esperienziali del viaggio e, per alcuni turisti, discorsi sull’ambiente, in particolare sul cambiamento climatico. Viaggiando lentamente, le persone non scelgono solo un mezzo di trasporto; stanno anche negoziando con il luogo, l’ambiente, la loro identità personale di turista e, in alcuni casi, esprimendo determinati valori etici e ideologici.

Slow travel: i benefici e i vantaggi

L’impatto ambientale è uno dei maggiori benefici dello slow travel, che viene non a caso viene scelto per motivi etici: la scelta della lentezza, infatti, incoraggia le persone a viaggiare verso le loro destinazioni più lentamente, a rimanere per un periodo più lungo nella destinazione prescelta e viaggiare di meno oltre, ovviamente, a prediligere mezzi di trasporto meno inquinanti e dannosi per il pianeta.

Anche le comunità locali possono beneficiare del turismo lento, soprattutto quelle lontane dalle mete del turismo di massa. Scegliere lo slow travel significa scegliere di investire nella relazione con i luoghi e le popolazioni che ci accolgono, valorizzandole davvero.

Lo slow travel può anche essere un modo per riprendere a viaggiare dopo la pandemia: se, infatti, da un lato la voglia di tornare a muoversi è tanta, la sensazione di scarsa sicurezza può continuare ad accompagnarci. Scegliere di farlo a un nuovo ritmo può essere la soluzione giusta. Secondo il 10° rapporto “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo”, il 74% degli italiani ritiene il turismo sostenibile – di cui lo slow travel rappresenta sicuramente una delle declinazioni più riuscite – il più sicuro nella fase post-Covid.

Non solo: viaggiare lentamente aiuta a riposarsi davvero. Avete mai avuto la sensazione di essere più stanchi di prima una volta tornati da una vacanza? Con lo slow travel potete dimenticarla: dicendo addio alla frenesia e scegliendo il vostro passo, potete assaporare appieno il viaggio e, anche dopo viaggi fisicamente impegnativi, tornare a casa rigenerati.

3 destinazioni perfette per lo slow travel

Qualsiasi viaggio può essere “lento”: lo slow travel è una filosofia e un approccio al viaggio, più che una meta. Se cercate qualche ispirazione, però, ecco 3 idee perfette:

Il cammino di Santiago

Un cammino è un esempio perfetto di slow travel: in questo caso, il viaggio è più importante della meta, che viene raggiunta lentamente, godendosi passo dopo passo paesaggi, villaggi, cibi e la strada che si snoda davanti ai vostri piedi.

Slow Travel Fest

Lo Slow Travel Fest è un circuito di festival del viaggio lento e delle esperienze outdoor, che propone un festival diffuso e in movimento tra escursioni ed eventi itineranti – incontri, arte, musica, natura – nei territori della Via Francigena toscana, uno dei percorsi di trekking più belli del nostro paese.

Un viaggio in bicicletta alla scoperta dell’Italia

In questo caso, più che di una destinazione parliamo di un modo di viaggiare perfetto per chi vuole fare slow travel: il cicloturismo, esempio tipico di vacanza attiva, non è solo un’esperienza unica per chi vuole esplorare lentamente paesaggi, borghi, campagne e colline, dirupi di montagna e piste che accarezzano il mare, ma anche un trend in grandissima ascesa.

Per questo, sono sempre di più le destinazioni bike-friendly che permettono di scoprire (e riscoprire) le piccole e grandi meraviglie dell’Italia, in decine di percorsi all’insegna dell’undertourism che, da nord a sud, vi porteranno ad assaporare ogni momento una pedalata dopo l’altra.

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