È giusto fare chiarezza una volta per tutte e specificare che l’identità di genere non è una questione che si affronta in età adulta.
A volte succede, ma spesso è il risultato di una vita passata a demonizzare e combattere con chi si è davvero, trovando ostacoli e discriminazioni sistemiche che ti porteranno a fare quello che si traduce dall’inglese in “restare nell’armadio”, per anni.

Partiamo però dall’inizio come in tutte le storie che ci hanno abituato a leggere.
I vostri bambini sono trans, anche le vostre bambine sono trans: e se pensate che quello che sto dicendo sia una follia, basta fermarsi a riflettere.
Io sto dando per scontato che la vostra prole sia composta solo da persone trans e, immediatamente, avete percepito che c’è  qualcosa di sbagliato in questa affermazione.
Come posso esserne così sicura? Potrebbe chiedermi qualcun* di voi.
Farò la stessa domanda a voi: Come potete dare per scontato che non lo siano?  Che l’unica narrazione che tristemente definite “naturale” sia quella cisgender e che essere trans sia un’anomalia del sistema?

Avere un* figl* trans è  una cosa fuori dallo schema, qualcosa che non può succedere, qualcosa che non è nella norma, e quindi spesso succede che si passino anni a cercare di porre rimedio, illudendosi che,  quella che tanto si teme, sia solo una fase, traumatizzando in questo modo * figl*.

Allora un buon consiglio potrebbe essere: se avete la possibilità di scegliere se avere o meno figl* e non volete che siano trans, allora NON ABBIATE FIGL*.
Come dice lo scrittore Stephen Ira.

Youth trans: * bambin* di cui nessuno parla

Si definiscono come “youth trans” tutt* que* bambin* o adolescenti che non si identificano in un genere binario (si stimano 1,3 milioni nel mondo. La loro condizione è sicuramente più complessa di una persona che fa coming out come persona trans in età adulta, non essendo indipendenti economicamente, ad esempio, dovranno dipendere dalle decisioni delle persone adulte che si prendono cura di loro (o che dovrebbero farlo) ed infatti solo il 27% di loro riesce a fare coming out.

Dobbiamo capire quanto il sostegno della famiglia sia fondamentale, cosa che spesso manca ed infatti la percentuale di depressione e di suicidio presente nella youth trans è più alta rispetto alla media.
Ma è necessaria solo la presenza della famiglia? Assolutamente no.
Queste giovani persone trans vengono costantemente bombardate da trigger, l’identità di genere e l’espressione di genere infatti non ci vengono assegnate alla nascita, ma vengono costruite per noi dalla società, dalle persone adulte intorno a noi, dalla scuola e persino da altr* bambin*.

La netta divisione tra azzurro e rosa, tra giochi per bambini e per bambine, la differenza nei complimenti, “come sei bella” contro “come sei forte”: tutto è  un costrutto che vuole dividere e semplificare le cose e sicuramente uscire da questo sentiero che  sembra dorato, ma che in realtà è protetto da cinta di muro spinato, non è facile.

Che tipo di rappresentazione può avere la youth trans in un mondo così?

Quando le principesse sono tutte belle e da salvare e i principi impavidi cavalieri, come posso scoprire, capire, interrogarmi e sentirmi rappresentat* in una narrazione che non mi vede e che non mi sente?

Abbiamo bisogno di rappresentazioni non binarie anche per la giovane età, perché sentirsi rappresentat* valida chi siamo, ci fa esistere, non ci fa sentire sol* nel mondo, non ci fa sentire sbagliat*, evita possibili anni di tormento durante e dopo la pubertà. Per altro, nel momento in cui si capisse che si vuole intraprendere un percorso medicalizzato, affrontare tutto in giovane età renderebbe tutto più fluido e meno violento. Banalmente, insomma, facilita le cose e aiuta a vivere meglio o risolvere la disforia di genere, ovvero il malessere percepito da una persona che non si riconosce nel sesso assegnato* alla nascita.

Dobbiamo decidere di abbracciare la complessità umana e non di semplificarla, dobbiamo dare degli strumenti a quell* che saranno adult* domani, ma anche a chi è adult* e genitore adesso, aiutando queste persone ad essere genitori migliori, persone migliori, con tutte le skill necessarie a capire e celebrare la complessità de* propr* figl*, a sostenerl* nel loro percorso utilizzando i pronomi giusti ed il nome che hanno scelto e che preferiscono e supportando anche le scelte relative all’espressione di genere e quindi al look.

Mi rivolgo nuovamente ai genitori, siate il safe space de* vostr* figl*, siate davvero la loro famiglia, perché ci penserà già il mondo ad essere violento.

Siate un luogo sicuro anche quando la scuola non lo è (l’80% della youth trans evita i bagni e il 59% viene ripresa perché utilizza un bagno “non corretto” in base al sesso assegnato alla nascita, il 64% evita gli spogliatoi) e provate a cambiare la società per renderla un posto migliore in cui far vivere * vostr* figl* .

Fonte dati: GET THE FACTS ABOUT TRANS YOUTH, infografica presentata da Movement Advancement Project (MAP), Biden Foundation e Gender Spectrum

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