Politically correct: "Posso farti una battuta sulla tua disabilità?" e altre risposte

Mi chiedo quanto ancora si andrà avanti a pensare quale parole scegliere per dire "Persone con disabilità". Quando alla fine forse la risposta è semplice, il nome: "Giulia, mi chiamo Giulia." 

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Sono Giulia Lamarca e da oggi inizia il nostro appuntamento mensile.  Sono tante cose, tra cui una donna, psicologa, formatrice, blogger e sì sono anche una persona con disabilità…

Ma come capirete seguendo la Rubrica sono semplicemente Giulia.

Metterò a nudo molte tematiche, senza filtri perché credo che l’unico modo di sconfiggere gli stereotipi sia fare domande e dare risposte. La rubrica Illimitatamente inizia con un pillola sul tema del politicamente corretto.

Ma cosa significa davvero?

Sappiamo che è come una linea di opinione e un atteggiamento sociale di attenzione al rispetto generale. Ma il Politicamente corretto se ci fate caso si rivolge e ne sentiamo parlare sopratutto rispetto ad alcune categorie di persone.

Ma se una persona appartiene a più categorie?

Come tutti d’altronde…

Che cos’è politicamente corretto?

Ovviamente è un provocazione, ma per farvi capire che il politicamente corretto è un argomento più complesso di quanto non sembri.

Ad esempio, mi chiedo quanto ancora si andrà avanti a pensare quale parole scegliere per dire “Persone con disabilità”. Quando alla fine forse la risposta è semplice, il nome.

“Giulia, mi chiamo Giulia.” 

Che poi subito dopo scrivere queste parole rido, io sono la prima che quando devo farmi riconoscere da qualcuno per telefono dico:”sono quella ragazza che è passata in carrozzina!”

In questo minuto cerchiamo di partire dalle mie esperienze per fare qualche esempio più pratico che teorico. Per arrivare a capire che la mia disabilità non mi definisce e solo una  parte di me! Come tante altre.

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