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Mestruazioni e disabilità: "Noi donne con disabilità sanguiniamo, come tutte"

La gente si vergogna all'idea di parlare di mestruazioni in generale, figuriamoci con me e con le donne che hanno una disabilità. "Come fai a cambiarti l'assorbente?", "Il tuo ciclo mestruale è cambiato prima e dopo l'incidente che ti ha reso paraplegica?", sono solo alcune delle domande che in molti vorrebbero fare, ma quasi nessuno dice. Ecco, in questo video ho provato a rispondere a queste e ad altre domande. Con naturalezza, perché non c'è davvero nulla di cui vergognarci.

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Mestruazioni e disabilità: l’argomento è, ancora oggi, inspiegabilmente, un grande tabù.
Un tabù, del resto, lo sono le mestruazioni in generale e, in combinazione con le tematiche che riguardano la diversity, la situazione non è destinata a migliorare.

Tra i banchi di scuola abbiamo imparato che chiedere un assorbente era una cosa da non dire ad alta voce e poi da nascondere subito in tasca. Ci è stata instillata la paura di macchiarci; e non di un sangue blu, ovvero del colore del liquido che abbiamo visto nelle pubblicità, manco fossimo alieni, perché dai, sai che schifo mostrare il colore del sangue mestruale (poi fa niente se, nei film e nelle serie tv, di sangue e cose ben più truculente ce ne sono a secchiate!).

Ma soprattutto siamo cresciute con l’idea che non bisogna nominare quello che ci accade: e infatti non è quasi mai “ho il mestruo”, semmai “ho le mie cose”, più mille altri nomi fantasiosi pur di non dire “mestruazioni”.

La gente si vergogna all’idea di parlare di mestruazioni in generale, figuriamoci con me e con le donne che hanno una disabilità.
“Come fai a cambiarti l’assorbente?”, “Come riesci a gestire pipì e mestruazioni quando sei fuori casa?”, “Il tuo ciclo mestruale è cambiato prima e dopo l’incidente che ti ha reso paraplegica?”.
Sono solo alcune delle domande che in molti vorrebbero fare, ma quasi nessuno riesce a pronunciare.

Ecco, in questo video ho provato a rispondere a queste e ad altre domande. Con naturalezza, perché non c’è davvero nulla di cui vergognarci. Anzi, ha ragione mia sorella che, pure se più piccola, poco tempo fa mi ha dato una lezione delle sue.
Anche di questa vi ho parlato qui.

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