Vi è mai capitato – e che ve l’abbiano fatto notare gli amici o le amiche – di usare delle espressioni, mentre parlate, che sembrano rimpicciolire la forza delle vostre idee, della vostra esperienza o semplicemente della vostra narrazione?

Si tratta di un vero e proprio fenomeno sociologico e ha a che fare con la sindrome dell’impostore: parliamo dei cuscinetti linguistici.

Cosa sono i cuscinetti linguistici?

Un cuscinetto linguistico è un’espressione che possiamo usare, soprattutto inconsapevolmente, per moderare o ridurre il senso di ciò che stiamo esprimendo. Per esempio gli eccessi di “secondo me”, oppure i tanti “forse” o “magari” oppure anche “scusa” uniti a un comunissimo invito alla riflessione.

Bisogna fare attenzione. I cuscinetti linguistici non vanno confusi con la gentilezza o con la buona educazione: non stiamo offrendo un pasticcino al nostro interlocutore, stiamo sostenendo un’idea. E quindi sarebbe corretto farlo senza sminuirla, senza rimpicciolirla, e senza toglierle forza, sempre mantenendo il rispetto per le altre persone.

Così, teoricamente, può sembrare un confine molto labile, ma nella pratica quotidiana non lo è. Non ci sono pensieri giusti e pensieri sbagliati all’interno di un contesto che riguarda il sé: si può cambiare idea, ma ciò che conta è il coraggio della discussione, che ci si trovi sul posto di lavoro, in famiglia o tra amici.

Perché si utilizzano

Cuscinetti linguistici
Fonte: iStock

Come accennato, l’utilizzo dei cuscinetti linguistici ha a che vedere con la sindrome dell’impostore. Si tratta di un fenomeno psicologico in cui alcune persone arrivano a ritenere che i propri successi non siano dovuti a studio o impegno, oppure anche talento e bravura, ma siano legati a fattori indipendenti dalla propria volontà, come l’apporto altrui oppure semplicemente il destino.

Questo porta a diminuire la portata di ciò che hanno raggiunto. Certo, ognuno di noi è un punto piccolissimo nell’universo, ma non bisogna esagerare: è importante riconoscere ciò che riusciamo a fare, e anche il percorso che ci ha portati o portate a un determinato traguardo.

Perché le donne li usano maggiormente

Il fenomeno dei cuscinetti linguistici è stato studiato dalla docente Judith Baxter dell’Università di Cambridge. Secondo Baxter, le donne ricorrono a queste espressioni quattro volte in più degli uomini: in altre parole si tratta di un fenomeno che investe moltissimo l’universo femminile, ma non è alieno neppure in quello maschile.

Ma perché le donne vi ricorrono più degli uomini? Naturalmente c’è un retroterra che fa parte della storia personale di ognuna: per esempio ci possono essere dei pregressi famigliari e quindi educativi, ma anche legati alla propria istruzione, al proprio percorso formativo. E ai luoghi comuni. Avete mai sentito dire che le donne non sono brave in matematica? O che una donna non possa fare la camionista?

Storicamente il ruolo delle donne è stato accantonato per secoli, e con esso le loro idee, il loro esprimersi, la possibilità di contare nella società, a parte naturalmente le singole vicende che vengono poi annoverate come “la prima donna a…” (aggiungete verbo e complemento oggetto a piacimento, dall’esplorazione dello spazio alla pittura, fino a tutti i mestieri che tradizionalmente ed erroneamente erano considerati solo maschili).

Pensate a questo: il suffragio femminile è una conquista relativamente contemporanea. Per esempio in Italia le donne poterono andare alle urne – e quindi esprimere un’idea – solo dopo la caduta del Fascismo e la fine della Seconda Guerra Mondiale.

E se la legge ha iniziato ad ammettere per buone le idee (politiche in questo caso) delle donne solo dopo il 1945, abbiamo dovuto attendere ancor più per liberalizzare divorzio e aborto, mettere fine al matrimonio riparatore, garantire che la giustizia riconoscesse lo stupro come reato contro la persona. E quindi far sentire, mano a mano, la nostra voce.

Gli effetti negativi dei cuscinetti linguistici

Cuscinetti linguistici
Fonte: iStock

Ci sono, naturalmente, alcune ricadute negativo nell’utilizzo dei cuscinetti linguistici. Tra cui:

  • togliere forza alle proprie idee;
  • sminuire il proprio operato, nonostante studio, impegno e curriculum, soprattutto all’interno di un team o di una famiglia;
  • marginalizzare il proprio ruolo all’interno di una cerchia;
  • annullarsi in maniera quasi nichilistica, come fossimo tutti intercambiabili, al grido di “nessuno è indispensabile e tutti sono sostituibili”.

Come liberarsene ed evitare di usarli

Naturalmente, per liberarsi dei cuscinetti linguistici, il primo passo è riconoscere di far parte di questo fenomeno e chiedere un aiuto attraverso la psicoterapia. Lo psicologo o la psicologa ci possono aiutare ad accrescere l’autostima restando rispettosi e rispettose degli altri, e quindi acquisire un vero e proprio nuovo lessico che possa raccontare in maniera efficace chi siamo. E smettere di scusarci per le nostre idee o posizioni oppure successi.

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