Sentiamo spesso parlare di termini come “codipendenza”, soprattutto in relazione ai legami affettivi, ma siamo proprio sicuri di conoscere il significato del termine e, soprattutto, di riconoscere se siamo codipendenti da qualcun altro?

Cos’è la codipendenza?

Dobbiamo risalire al 1941, e alla psicoanalista Karen Horney con la teoria delle “personalità di Moving Toward” (letteralmente “muoversi verso”), per rintracciare le prima idee sulla codipendenza. Il termine, va da sé, intende sottolineare il rapporto di mutua dipendenza in cui si trovano due persone; una persona codipendente si pone sotto una prospettiva per cui è pienamente realizzata solo se ha un ritorno emotivo da un’altra persona, e non ha né autonomia, né autostima.

Psicologicamente si può descrivere la codipendenza come una condizione comportamentale subclinica, che può però presentarsi anche con carattere solo occasionale; chi è codipendente con un partner, infatti, non è detto che lo sia in ogni sua relazione amorosa. Il termine codipendente invece non è diagnostico, ma descrittivo, in quanto descrive, appunto, una dinamica relazionale.

I segnali della codipendenza

Non sempre chi vive un rapporto di codipendenza è consapevole di farlo, ma ci sono alcuni segnali che possono indicarci che stiamo vivendo un tipo di relazione non salutare.

Ad esempio, chi  è codipendente ha difficoltà a individuare o a esprimere i proprio sentimenti, arrivando a minimizzare o talvolta persino a negare la realtà di ciò che provano. Tendono a dare il potere sui proprio sentimenti agli altri, e ovviamente, allo stesso modo, sono più consapevoli di ciò che provano gli altri.

Si sentono responsabili di ciò che provano gli altri, e permettono a loro volta che la propria serenità sia condizionata dalle influenze di altre persone o dalle loro difficoltà.

Non riescono a volersi e a sentirsi bene se non dopo aver ricevuto l’approvazione altrui, e tendono a rafforzare la propria autostima solo cercando di risolvere i problemi o di alleviare il dolore degli altri.  In base a quanto detto finora, chi è codipendente tenderà a focalizzare i propri sforzi nel compiacere o nel proteggere l’altra persona, cercando di risolverne i problemi oppure, sul versante opposto, a manipolarla, in modo che faccia le cose come vuole.

Codipendenza e dipendenza affettiva

Se il concetto di dipendenza ha salde radici nella psicologia, più difficile e parlare di codipendenza, visto che le opinioni in merito sono piuttosto diverse; c’è infatti chi, come lo psichiatra Timmen Cermak, annovera la codipendenza tra i disturbi di personalità del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, sostendendo che, laddove questi tratti di personalità specifici diventino invalidanti, possano creare un disagio non solo nel rapporto di coppia ma sull’intera qualità di vita dell’individuo che ne soffre.

Altri autori invece fanno rientrare la codipendenza nella forma più ampia delle dipendenze affettive.

Lo stesso Manuale, del resto, ha dato nel tempo definizioni diverse di dipendenza: nel DSM-I era infatti caratterizzata da impotenza, negazione di sé, ed era ritenuta una personalità di tipo passivo-aggressivo, mentre nel successivo DSM-IV si parla di modello di comportamento sottomesso.

In generale, quando parliamo di codipendenza affettiva parliamo di un disturbo in cui chi ne soffre orienta verso il partner dipendenze o disturbi di personalità. Infatti i codipendenti affettivi tendono a ridurre la cerchia dei propri rapporti sociali quando sono in coppia, a collegare i sogni per il futuro esclusivamente a un’altra persona, e di conseguenza anche la qualità della loro vita, a dare più valore alle idee dell’altro o dell’altra piuttosto che alle proprie.

Di contro, tendono anche a cercare di controllare aspetto e comportamento dell’altra persona, sentendo che queste cose possono riflettersi su di loro, e al contempo temono la rabbia del partner.

I pericoli della codipendenza

Ci sono ovviamente moltissimi pericoli connessi con l’essere codipendenti con qualcuno, ad esempio:

  • La perdita dell’autostima: dipendere emotivamente da un’altra persona ci impedisce di provare amore per noi, conducendoci all’auto-annullamento.
  • La perdita dell’identità: chi ha come proprio centro un’altra persona non riesce ad avere altra priorità all’infuori di quella, e ogni sua azione, desiderio o comportamento è finalizzato a compiacere l’altra persona. Non si fa altro che diventare estensioni del partner, annullando la nostra identità.
  • Il rischio di abusi: diventare totalmente dipendenti dal partner può esporci in maniera grave al rischio di essere abusati, fisicamente o psicologicamente, visto che il partner, accortosi dell’influenza che esercita su di noi, potrebbe approfittarne e assumere un ruolo dominante.
  • Il rischio di isolamento: annullarsi per il partner spesso conduce anche all’alienazione rispetto al contesto esterno, sia esso quello costituito da familiari e amici che quello lavorativo o, più in generale, di vita sociale. Alla lunga potremmo perdere le nostre capacità di sviluppo sociale.

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