Tinte pastello, farfalle, lucidalabbra e crop top: il look delle soft-girl è inconfondibile. Ma cosa c’è dietro?

Scopriamo chi sono le “ragazze tenere” e perché la loro è una delle sottoculture più amate di TikTok.

Chi sono le soft-girl?

Nata a cavallo tra 2019 e 2020, quella delle soft-girl è una sottocultura che si basa su un’estetica distintiva con caratteristiche precise: le “ragazze tenere” vogliono esprimere giovinezza, innocenza e semplicità, adottando uno stile da baby-girl che ricorda le protagoniste degli anime. Il modello ideale? Le Powerpuff, che in Italia conosciamo come Superchicche.

A dominare incontrastato è il rosa, assieme a un profluvio di glitter, strass e paillettes, arcobaleni e cuori, stelline e nuvolette. Nel guardaroba non possono mancare crop top, felpe oversize e tutti quei capi che ricordano le divise da school girl (dalle gonne ai calzettoni), mentre clips coloratissime e mollette, preferibilmente a forma di farfalla, sono un must dell’acconciatura.

Il make-up serve a creare l’illusione di semplicità e innocenza: palette colorate, ciglia finte per occhi da bambi, blush per un rossore costante e lucidalabbra ripescato dagli anni duemila sono immancabili.

Principi ed estetica delle soft-girl

Le regole – se così possiamo chiamarle – per essere una soft-girl sono semplici: l’obiettivo è quello di apparire più giovani (talvolta molto più giovani) e innocenti della loro vera età, attraverso l’adozione di un’estetica ispirata a una semplicità di stampo orientale – Cina e Giappone sono i modelli a cui guardare – e uno stile infantileggiante tipico dei manga, che nasconde però una non troppo celata malizia.

Dietro le soft-girl, però, non c’è semplicemente lo stereotipo dell’adolescente vacua e sciocca, né un’idea di femminilità che potrebbe sembrare ormai datata: questa particolare estetica, infatti, nasconde un messaggio che potremmo definire di protesta, secondo alcuni di empowerment, che parte dalla loro vulnerabilità per colpire l’ipocrisia di una società che stenta ad accettare la forza femminile.

Simon May, professore di filosofia al King’s College di Londra e autore di The Power of Cute, pubblicato nel 2019, ha rivelato al The Guardian di vedere nelle soft-girl molto di più che lentiggini, gonne da scolaretta e glitter, in un articolo dal titolo emblematico: Le soft-girl di TikTok: un’estetica iper-carina potrebbe essere un simbolo di empowerment?

Per me, queste ragazze stanno ironizzando sull’intera questione del potere. Quando le guardo, non ho idea di quanto potere abbiano o desiderino, se stanno giocando, protestando o giocando a protestare. Ma una domanda mi passa per la testa: l’estetica della Soft girl non potrebbe essere un messaggio sarcastico sulle dinamiche di potere della società? Una sorta di sublimazione della loro frustrazione davanti all’ipocrisia della società nei loro confronti?

Potrebbe essere tutto questo, e anche altro. Del resto, ricorda ancora May, l’ironia è uno dei fattori chiave del look delle soft-girl.

Soft-girl e le altre sottoculture di TikTok

Diversamente da Instagram, che promuove la cultura individualistica del culto degli influencer, Tiktok è una comunità creativa in continua evoluzione, che aiuta la nascita e lo sviluppo di nuove sottoculture in cui le persone possono identificarsi e confrontarsi.

Le soft-girl sono una delle più diffuse e amate, ma non l’unica. Ci sono le e-girl – secondo il New York Times tra le sottoculture di TikTok più influenti del 2019 – le ragazze in lotta contro l’estetica mainstream che amano i giochi e i videogiochi e sfoggiano vestiti anni ’90 uniti a una spiccata sensibilità e cinismo, le Vsco-girl, dal look finto trasandato e il mood Ocean-friendly, eco-consapevoli, apparentemente ricche e amanti degli scrunchies, senza dimenticare le Light e Dark Academia, che richiamano il mondo accademico e letterario.

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