Scrollando i video su TikTok ci si imbatte in ogni tipo di contenuto e quello delle pick me girl è il trend del momento. Donne e giovani ragazze sfoggiano fieramente atteggiamenti disprezzanti nei confronti della femminilità e delle “altre donne”.

In apparenza sembrerebbe l’ennesimo tentativo di farsi notare sui social dal genere maschile, ma se invece dietro a questo gioco si nascondesse una problematica più profonda?

Chi sono le pick me girl?

Le pick me girl sono ragazze a cui piace lo sport, amano i videogiochi e bevono birra, sono alla mano e sicure di sé. Fin qui non ci sarebbe niente di particolare se non fosse per il loro approccio nei confronti delle altre donne.

L’Urban Dictionary, una delle fonti più autorevoli del gergo di internet, definisce come pick me girl

una donna che si comporta in modo misogino perché vuole che gli uomini siano attratti da lei perché “non è come le altre ragazze”.

Proprio il presupposto di sentirsi diverse e per questo migliori rispetto a un comportamento standardizzato delle altre, è il punto centrale del fenomeno che sfocia in esternazioni finalizzate ad attaccare il genere femminile prendendone le distanze col fine di compiacere e ottenere approvazione da parte degli uomini, per essere appunto picked, ovvero scelte da loro.

Una frase tipica è: “Ho solo amici maschi perché le femmine sono tutte false e troppo drammatiche” oppure “Io sono vera a differenze delle altre ragazze che sono insipide e si camuffano sotto il trucco”.  Un altro esempio è lo slut-shaming, ovvero l’attacco alle donne per un abbigliamento considerato troppo succinto o un atteggiamento promiscuo. 

Questi comportamenti finiscono quindi per convalidare idee superate che considerano i tradizionali marcatori di femminilità come frivoli o disdicevoli.

Pick me girl e TikTok

I video delle pick me girl sono molto popolari su TikTok dove hanno superato i 271 milioni di visualizzazioni.

Questa tendenza ha fatto capolino dopo l’uscita della canzone del rapper Lil Uzi, intitolata “Heavy Metal” che in un verso recita: “Pick me,’ come, ‘Pick me,’ come, ‘Pick me,’ come, ‘Pick me”. I TikTokers hanno usato la canzone per identificare quello che credono essere un comportamento da pick me, ovvero preferire la birra alle bevande fruttate o indossare un trucco leggero anziché un make-up elaborato.

Quello che in prima battuta sembrava essere semplicemente un modo per scrollarsi di dosso certi comportamenti stereotipati, in realtà è diventato l’ennesimo fenomeno virale che ha fatto l’esatto opposto, ribadendo all’infinito quegli stessi luoghi comuni.

Pick me girl e stereotipi tossici

Sicuramente più di una volta nella vita ci sarà capitato di assumere atteggiamenti da tipica pick me girl, perché alla fine ciascuna di noi vuole distinguersi e sentirsi unica.

Amy Rosenbluth, laureata in Scienze Politiche e Sviluppo Internazionale della McGill University ha approfondito il fenomeno:

Il pick-me-ism è sicuramente radicato nella misoginia interiorizzata e nel desiderio di prendere le distanze dagli archetipi e dagli stereotipi femminili tradizionali, che ci hanno detto per tutta la vita che sono cattivi e negativi.

La Rosenbluth evidenzia come il fenomeno delle pick me girl sia stato sfortunatamente ribaltato fin dal suo inizio, evolvendosi e diventano un mezzo per far emergere la misoginia interiorizzata e un altro modo per bullizzare e controllare il comportamento femminile.

Il fenomeno pick me girl mette sotto la lente critica dello pseudo-femminismo le “altre donne” che sono accusate di non aver contribuito (e di non contribuire) alla causa femminista, perpetrando comportamenti “disdicevoli” e di intralcio alla credibilità del movimento. In sostanza le pick me girl sono diventate ciò contro cui si sono prefissate di combattere, sono nemiche prima di tutto di loro stesse e la Rosenbluth muove la critica a questo loro atteggiamento accusatorio che non fa nulla di concreto a favore del femminismo

Il fatto che [le donne] esibiscano questo comportamento [pick me] significa chiaramente che spesso funziona davvero. L’incapacità degli uomini, o il semplice rifiuto, di riconoscere un comportamento problematico aggiunge solo benzina al fuoco. Dopo tutto, al centro del pick-me-ism c’è l’attenzione e la convalida maschile; di conseguenza, sarebbe opportuno che gli uomini prendessero un po’ più di iniziativa per dissuaderlo.

Attaccare le donne per diventare promotrici di una visione che dovrebbe essere alternativa o semplicemente non stereotipata del genere femminile (sarebbe già una conquista), non può portare i risultati sperati. Solo una critica costruttiva e un dialogo sulla pericolosità della misoginia interiorizzata possono far luce sulla tossicità di certi atteggiamenti ed esternazioni. Forse farlo attraverso una piattaforma come TikTok potrebbe non essere l’ideale per raggiungere l’obiettivo, a detta della Rosenbluth, ma chissà, magari la diffusione di un trend in controtendenza al pick-me-ism potrebbe essere realmente positivo.

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