Il Novecento è considerato “il secolo della scienza”, una definizione valida soprattutto per il campo della fisica. Nuove ricerche ed esperimenti portarono un piccolo gruppo di studiosi a offrire nuove e sbalorditive risposte: tra di loro c’era anche Grete Hermann.

Il suo nome non è noto ai più, come quello di Einstein, Planck, Heisenberg o Bohr, ma oggi sappiamo che senza di lei la meccanica quantistica forse avrebbe preso un’altra strada. Il suo contributo fu infatti essenziale per comprendere la realtà che ci circonda e risolvere l’intricato puzzle rappresentato dalle particelle subatomiche.

Matematica e filosofa tedesca, Grete Hermann propose una risposta inedita agli enigmi dell’universo, a cui offriva non una verità assoluta ma una visione frammentata e soggettiva. Come ricorda il sito European Women in Mathematics, le sue teorie oggi sono state riprese e portate avanti anche dal fisico italiano Carlo Rovelli.

“Quando pensiamo a lei, ci sorridono gli occhi”, ha raccontato Ute Hönnecke, ex studentessa di Grete Hermann, in un’intervista disponibile su YouTube. Hermann non fu infatti solo una straordinaria donna della scienza, ma anche un’ardente anti-nazista e una docente molto amata dai suoi allievi, perché mossa da un nuovo modo di vedere l’insegnamento.

Chi era Grete Hermann

Nata a Brema il 2 marzo del 1901, Grete Hermann era la terza di sette figli e apparteneva a una famiglia protestante. Nonostante il fervore religioso che animava la sua famiglia, tra nonni pastori e un padre predicatore di strada, fin da piccola preferì dedicare tutti i suoi sforzi allo studio.

Dopo aver ricevuto l’abilitazione all’insegnamento per le scuole secondarie nel 1921, proseguì la sua formazione universitaria in matematica e filosofia presso le università di
Gottinga e Friburgo.

L’incontro con la professoressa Emmy Noether, sua relatrice per la tesi del dottorato di ricerca nel 1926, determinò il suo futuro: insieme a lei, Grete Hermann proseguì le sue ricerche in matematica e fisica.

Le sue scoperte

Come fisica, Grete Hermann si immerse da subito nel dibattito scientifico che mirava a offrire nuovi tentativi teorici di interpretare e capire il mondo. In particolare, concentrò le sue ricerche sui fondamenti filosofici e sulla causalità della meccanica quantistica.

Il suo punto di partenza fu la ricerca di parametri aggiuntivi per trovare una via d’uscita all’imprevedibilità nelle misurazioni di oggetti microfisici, un approccio negato dalla teoria quantistica postulata nel 1932 da John von Neumann. Capì dunque che esisteva un errore nel sistema del collega e nel 1935 pubblicò uno studio in cui motivava e provava il suo punto di vista.

L’esistenza di una “variabile nascosta” nella meccanica dei quanti fu confermata dalla comunità scientifica solo trent’anni dopo, nel 1966, grazie agli studi di John Bell. L’approccio filosofico di Hermann, che da molti colleghi era stato percepito come oltraggioso verso le moderne teorie quantistiche, puntava invece a offrire un nuovo approccio per comprendere il rapporto causa-effetto in fisica.

L’impegno politico

Grete Hermann divenne una sostenitrice del socialismo già durante gli studi universitari. Il suo mentore, il filosofo Leonard Nelson, propugnava un approccio filosofico incentrato sulla necessità di opporsi alle ingiustizie sociali e alla glorificazione del capitalismo.

Per questo motivo, la lotta contro il nazismo fu una scelta naturale, che la trasformò in uno dei nemici del regime tedesco. Nell’impossibilità di proseguire la sua carriera accademica, iniziò così a offrire lezioni di filosofia ed etica per chi partecipava alla resistenza.

Insieme all’amica Minna Specht, educatrice e pedagogista, aprì una scuola privata a Kassel per l’insegnamento ad adulti e bambini, basata su un approccio educativo non autoritario. L’istituto venne presto chiuso da Hitler e Grete Hermann costretta a lasciare il suo Paese.

Dopo aver vissuto brevemente in Danimarca e in Francia, nel 1938 si stabilì definitivamente a Londra grazie al matrimonio di convenienza con un cittadino britannico. Ciò le permise di sfuggire alla Defence Regulation 18B del 1939, la legge inglese che prevedeva l’internamento senza processo di presunti collaborazionisti, pacifisti o altri nemici del Paese (tra cui finirono anche diversi rifugiati).

Al termine del conflitto bellico, nel 1946, Grete Hermann divorziò e tornò a lavorare a Brema come professoressa di fisica e pedagogia. Scomparsa nel 1984, vive nei ricordi di chi seguì le sue appassionate lezioni; incarnò infatti un modello di resilienza per molti di quei giovani sopravvissuti al periodo più fosco per la Germania, a cui insegnò un nuovo modo per tornare a vivere dopo la tempesta.

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