Fra le tante ombre del nazismo figura anche quella che riguarda Magda Goebbels, moglie del ministro della propaganda nazista Joseph, che si è macchiata dell’infanticidio dei suoi sei figli quando ormai il regime nazista era messo alle corde dall’avanzata sovietica, da un lato, e degli Alleati, dall’altra.

La figura di Magda Goebbels, storicamente, non ha certo avuto lo stesso spessore di quella di Eva Braun, eppure la sua devozione al führer era tanta che proprio in virtù di questa passione avrebbe sacrificato i figli; la scena del loro omicidio, peraltro, è una delle più forti e significative del film La caduta, diretto da Oliver Hirschbiegel nel 2004.

Fra i tanti punti oscuri che avvolgono la persona di Magda c’è anche la tesi, sostenuta da alcuni, secondo cui la passione della donna per Adolf Hitler non sarebbe stata solo platonica e ideologica, ma che persino il matrimonio con Goebbels sarebbe stato una copertura per nascondere la liaison fra i due.

Quel che è certo è che, a prescindere da illazioni e ipotesi, Magda Goebbels è passata tristemente alla storia per aver dato la morte ai suoi stessi figli, in una maniera atroce.

Dal primo matrimonio alla devozione per Hitler: chi era Magda Goebbels

Persino le origini di Magda Goebbels sono avvolte dal mistero: nata a Berlino nel 1901, figlia della ventitreenne Auguste Behrend, secondo le prime tesi accreditate sarebbe nata dalla relazione di quest’ultima con l’ingegner Oskar Rietschel, che la riconobbe nonostante la coppia non fosse ancora unita in matrimonio, cosa che avverrà successivamente nel corso dello stesso anno, salvo poi divorziare nel 1904.

Documenti più recenti sembrano invece propendere per la tesi per cui Magda Goebbels sarebbe figlia naturale di Richard Friedländer, facoltoso industriale ebreo con cui la madre si sposerà in seconde nozze, presumibilmente morto in un campo di concentramento.

Magda Goebbels passa la prima parte della sua vita a Bruxelles, dove rimane fino allo scoppio della prima guerra mondiale, quando tutti i tedeschi devono fuggire dal Paese per evitare rappresaglie da parte dei belgi dopo l’invasione tedesca.

A soli diciassette anni conosce e si innamora del ricco industriale tedesco Günther Quandt, che ha vent’anni più di lei, e nel 1921 dà alla luce il suo primo figlio, Hararld, divorziando però dal marito otto anni più tardi.

È il 1930 l’anno della svolta: a un incontro del partito nazionalsocialista conosce Joseph Goebbels, che è stato chiamato all’evento per fare l’oratore; dal 1° settembre dello stesso anno lei si è iscritta al partito e ha iniziato a lavorare come volontaria, sospinta da una fede cieca negli ideali di Hitler.

Solo un anno dopo i due si sposano, e proprio nello stesso periodo comincia a circolare la voce che il matrimonio sia solo una copertura, per garantire al führer, amante della donna, di averla nella propria cerchia senza destare sospetti. Parliamo comunque di mere speculazioni, che non hanno mai trovato un riscontro storico.

Quando, sul finire dell’aprile 1945, l’Armata Rossa entra a Berlino, l’intera famiglia Goebbels si rifugia nel Führerbunker, sotto la Cancelleria del Reich; come sappiamo Hitler e sua moglie Eva Braun decideranno di togliersi la vita nel pomeriggio del 30 aprile, mentre i Goebbels seguiranno quel destino un giorno più tardi, non prima, però, di aver tolto la vita ai loro sei figli.

L’omicidio dei sei figli e la lettera al primogenito Harald

Nelle ultime volontà e nel testamento di Goebbels, dettati alla segretaria di Hitler Traudl Junge, risulta scritto che Magda Goebbels e i bambini lo sostenessero nel suo rifiuto di lasciare Berlino, e anche che i bambini sarebbero stati d’accordo con l’idea del suicidio, se solo avessero potuto scegliere per se stessi. Parliamo di bambini di 13, 11, 10, 8, 7 e 5 anni. Diverse ecchimosi e contusioni provano che la figlia maggiore, Helga, si sia svegliata e abbia lottato prima di essere uccisa.

I corpi di tutti i bambini, in vestaglia da notte e con dei nastrini tra i capelli delle bimbe, furono trovati nei letti a castello dalle truppe sovietiche che entrarono nel bunker il giorno dopo.

Prima di togliersi la vita, quindi, Magda e Joseph Goebbels decisero di sottrarre i propri figli a un mondo in cui il regime nazista era stato annientato: le fonti raccontano che i bambini vennero prima narcotizzati con la morfina e poi avvelenati con delle capsule di cianuro spezzate nelle loro bocche. Anche in questo caso circolano versioni diverse su chi fu il boia dei ragazzi:  c’è chi sostiene che a dare le capsule sia stato il medico delle SS Ludwig Stumpfegger, ma sono molti a pensare che sia stata Magda Goebbels stessa a porre fine alla vita dei suoi bambini.

Come detto, questa è anche una delle scene madri de La caduta, in cui si sostiene anche che sia stato proprio Joseph Goebbels a sparare a sua moglie, prima di puntare l’arma verso se stesso. Come per molti altri aspetti della loro vita, varie sono infatti le ipotesi che descrivono le ultime ore dei coniugi Goebbels: secondo un ufficiale delle SS presero del cianuro e prima di farsi sparare da un soldato suo collega, mentre una prima testimonianza parla di una fucilazione avvenuta per loro volontà.

Quel che di certo rimane è la lettera che Magda Goebbels scrisse al suo primo figlio, Harald, che all’epoca si trovava in Nord Africa come prigioniero di guerra (e che sarà poi l’unico a sopravvivere):

Mio figlio adorato! Siamo nel Führerbunker già da sei giorni – papà, i tuoi sei fratellini e sorelline ed io – nell’intento di dare alle nostre vite nazionalsocialiste l’unica possibile onorevole conclusione… Sappi che sono rimasta qui contro la volontà di papà, e che anche domenica scorsa il Führer voleva aiutarmi ad andarmene. Tu conosci tua madre – abbiamo lo stesso sangue – non ho avuto alcuna esitazione. Il nostro glorioso ideale è andato in rovina e con esso tutto ciò che di bello e meraviglioso ho conosciuto nella mia vita. Il mondo che verrà dopo il Führer e il nazionalsocialismo non è più degno di essere vissuto e quindi porterò i bambini con me, perché sono troppo buoni per la vita che li attenderebbe, e un Dio misericordioso mi capirà quando darò loro la salvezza… I bambini sono meravigliosi…

Mai una parola per lamentarsi o una lacrima. Le bombe scuotono il bunker. I bambini più grandi proteggono quelli più piccoli, la loro presenza è una benedizione e riescono a far sorridere il Führer di tanto in tanto. Possa Dio aiutarmi a trovare la forza di superare la prova finale e più difficile. Ci resta un solo obiettivo: la lealtà verso il Führer anche nella morte. Hararld, mio caro figlio – voglio trasmetterti quello che ho imparato nella vita: sii leale! Leale verso te stesso, leale verso le persone e leale verso il tuo paese… Sii orgoglioso di noi e cerca di tenerci tra i ricordi più cari.

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