Nel 1945 l’Accademia reale svedese assegnò il Premio Nobel per la chimica a Otto Hahn per la scoperta della fissione nucleare. La fisica Lise Meitner, che aveva collaborato con lui alla scoperta, fornendo la prima spiegazione teorica del processo, non fu nemmeno citata.

La scienziata di origine ebrea, che a malapena si era salvata dalla furia nazista, fu poi descritta da Einstein come la Marie Curie del mondo tedesco. La sua vita è stata raccontata in diverse biografie, tra cui quella del filosofo Carlo Tamagnone, Lise Meitner. Genialità e solitudine. Amare la scienza oltre se stessa, che esamina soprattutto la sua scelta di mettere il lavoro davanti alla sua vita.

Lise Meitner. Genialità e solitudine. Amare la scienza oltre se stessa

Lise Meitner. Genialità e solitudine. Amare la scienza oltre se stessa

La storia di Lise Meitner, la fisica a cui rubarono il Nobel per la fisica: Tamagnone la segue nella sua dimensione più privata e intima di donna disposta a mettere la scienza davanti a se stessa.
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La storia di Lise Meitner

Come racconta un bell’articolo di Brainpicking, Lise Meitner non si sposò, non ebbe figli e probabilmente non ebbe mai una storia d’amore importante. La sua non fu però una vita “vuota”: in molti la descrissero come un’amica eccezionale, oltre che una grandissima scienziata.

E la scienza riempì completamente la sua esistenza, fin da bambina. Nata nel 1878, terza di otto figli di una famiglia ebrea viennese, dovette presto reprimere la sua passione per le materie scientifiche. Dopo aver completato con successo gli studi concessi alla bambine, attese fino al 1901, anno in cui le università austriache iniziarono ad ammettere le donne.

Nel 1905 diventò una delle prime donne al mondo a conseguire un dottorato in fisica e decise di trasferirsi a Berlino per proseguire le sue ricerche. Fu proprio nella città tedesca che, due anni dopo, incontrò Otto Hahn, un chimico tedesco della sua stessa età che non aveva problemi a lavorare con le donne, diversamente da altri colleghi.

Non potendo lavorare insieme all’Istituto di chimica di Berlino, dove erano ammessi solo gli uomini, Lise Meitner e Otto Hahn decisero di usare un’ex falegnameria trasformata in laboratorio nel seminterrato dell’edificio.

La scoperta

Il lavoro dei due scienziati trovò un perfetto equilibrio e la loro collaborazione continuò per trent’anni, durante i quali Meitner e Hahn si affermarono come pionieri nello studio della radioattività. Quando negli anni Trenta lei ebbe finalmente le basi per tentare una carriera da sola, il nazismo si mise di mezzo.

Nell’estate del 1938, grazie all’aiuto del collega (che le donò anche un prezioso anello di famiglia come “lasciapassare” alla frontiera) e di altri scienziati, Lise Meitner riuscì a scappare prima in Olanda, poi in Danimarca e infine in Svezia. A Stoccolma fu assunta all’Istituto Nobel per portare avanti in suoi esperimenti.

Qualche mese dopo si riunì segretamente a Copenaghen con Otto Hahn e Fritz Strassmann, un altro scienziato con cui entrambi collaboravano da anni sul tema della radioattività. I due uomini volevano sentire il suo parere sull’esito di un test: irradiando nuclei di uranio con neutroni avevano provocato una sorta di esplosione.

Sul finire del 1938 Lise ne parlò con il nipote Otto Frisch, anche lui fisico. Insieme giunsero a un modello teorico per spiegare quella che poi sarebbe passata alla storia come la fissione nucleare e due mesi dopo pubblicarono i loro risultati sulla rivista Nature.

Il Nobel

La fissione nucleare si rivelò una delle scoperte più pericolose nella storia dell’umanità, anche se potenzialmente rivoluzionaria. Fervente pacifista, Lise Meitner si rifiutò di lavorare al progetto della bomba atomica, nonostante l’insistenza degli Stati Uniti. Tuttavia, la tormentò per il resto della sua vita, come lei stessa raccontò più avanti.

Sarebbe bello poter amare il proprio lavoro e non essere sempre tormentati dalla paura delle cose orribili e malevole che le persone potrebbero fare con belle scoperte scientifiche.

Alla fine della guerra, nel 1945, Otto Hahn ricevette il Premio Nobel per la chimica, che in realtà gli era già stato annunciato un anno prima. Amareggiata per non essere stata nemmeno citata, la scienziata così aveva scritto al fratello Walter:

Non ho fiducia in me stessa… Hahn ha appena pubblicato cose assolutamente meravigliose basate sul nostro lavoro insieme… per quanto questi risultati mi rendano felice per Hahn, sia personalmente sia scientificamente, molte persone pensano che io non abbia contribuito assolutamente a tutto questo – e ora sono così scoraggiata.

Due anni dopo il “non Nobel”, Lise Meitner iniziò a lavorare nel dipartimento di fisica nucleare del politecnico di Stoccolma. Morì nel 1968 in Inghilterra, dove era andata a vivere per seguire il nipote Otto, che sulla sua tomba fece scrivere questo epitaffio:

Lisa Meitner, una fisica che non perse mai la sua umanità.

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