Il nome di Neerja Bhanot non sarà forse conosciuto a molte persone, eppure la sua storia, di coraggio e di sacrificio, merita di essere raccontata.

Questa bellissima ragazza nata a Chandigarh, in India, ma cresciuta a Mumbai, dopo la laurea, nel 1981, e una breve carriera come modella iniziò a lavorare come hostess per la Pan American World Airways, ottenendo un posto fisso per le rotte aeree internazionali Bombay-Francoforte sul Meno-New York City. Morì ad appena 23 anni, nel 1986, nel tentativo di salvare i passeggeri dell’aereo su cui stava volando da un dirottamento a opera di alcuni terroristi pachistani.

Il sacrificio di Neerja Bhanot

Neerja Bhanot era stata destinata a un matrimonio combinato celebrato in Qatar nel 1985, ma fallito dopo appena un paio di mesi; la sua vita era ad alta quota, come hostess sugli aerei.

Anche quel 5 settembre del 1986 la ragazza occupava il suo posto sul volo della Pan AM numero 73, che era decollato dall’aeroporto dell’allora Bombay (sarebbe diventata Mumbai solo nel 1995) per Francoforte sul Meno, con destinazione finale New York City. L’aereo avrebbe fatto un primo scalo al Jinnah International Airport di Karachi, in Pakistan, e proprio qui, fermo e a motori spenti, fu preso d’assalto e sequestrato da quattro uomini armati, poi identificati come appartenenti all’organizzazione terroristica palestinese Abu Nidal che, travestiti da agenti di sicurezza, entrarono prendendo in ostaggio equipaggio e passeggeri, mentre i piloti riuscirono a scappare quasi subito attraverso una botola.

Il sequestro durò circa 17 ore, durante le quali i terroristi uccisero due passeggeri, chiedendo poi a più riprese di far partire l’aereo con destinazione Cipro. Per vedere accolte le proprie richieste, i dirottatori aprirono il fuoco sui restanti ostaggi, usando anche degli esplosivi, e fu proprio durante questi concitati momenti che Neerja Bhanot riuscì ad aprire un portellone dell’aereo, permettendo alla gran parte dei passeggeri e al resto dell’equipaggio ancora sull’aereo – 359 persone delle 379 a bordo – di mettersi in salvo. Purtroppo, il suo gesto di altruismo le costò la vita: la ragazza fu raggiunta alle spalle da un proiettile, e il suo corpo raggiunse la fine dello scivolo di emergenza già privo di vita.

Il bilancio delle vittime, 22, e dei feriti, 150, sarebbe potuto essere decisamente più alto se Neerja Bhanot, con il suo gesto di estrema generosità, non avesse sacrificato se stessa per permettere alle persone a bordo di salvarsi. Il dirottamento terminò quando un commando di sicurezza militare pakistano intervenì, immobilizzando gli assalitori.

Zayd Hassan Abd al-Latif Safarini, Wadoud Muhammad Hafiz al-Turki, Jamal Saeed Abdul Rahim e Muhammad Abdullah Khalil Hussain ar-Rahayyal, identificati dai servizi segreti pachistani, vennero condannati a morte, ma la pena fu poi successivamente commutata in ergastolo; quattro di loro, tuttavia, nel 2008 riuscirono a evadere dal carcere di Adiala. Pare, ma siamo nel mero rango delle ipotesi, che uno di loro sia morto nel 2010, durante un attacco in Pakistan, mentre gli altri risultano tuttora latitanti. Safarini è stato il solo a essere estradato negli USA nel 2001, dove sta scontando 160 anni di pena.

Il funeale di Neerja Bhanot si tenne qualche giorno dopo l’attentato, in forma privata, e il suo corpo fu cremato. Venne insignita, in maniera postuma, della più alta onorificenza indiana al valore, l’Ashoka Chakra, nel 1987. La famiglia inoltre istituì un premio, consegnato ogni anno agli e alle assistenti di volo che si distinguono per azioni coraggiose e a donne indiane vittime di ingiustizie.

Il film a lei dedicato

Fonte: un frame del film Volo Pan Am 73

In tempi recenti Bollywood ha dedicato un film alla storia della giovane hostess, intitolato proprio Neerja – diventato poi Volo Pan Am 73 in inglese e nelle altre lingue -. A interpretare Bhanot Sonam Kapoor, una delle attrici più richieste della Hollywood indiana, mentre il regista è Ram Madhvani.

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