Le cure invisibili: la terza età non è fine vita, ma vita e progetti

C'è vita nelle RSA, c'è voglia di fare, ci sono affetti e amicizie: un bellissimo progetto di Essity-TENA svela la vera vita delle residenze per anziani, ben lontana di pregiudizi e dalle idee sbagliate che molti di noi hanno.

Spesso pensiamo alle RSA, chiamate per semplificare, case di riposo (anche se ci sono differenze sostanziali fra i due tipi di struttura) come a luoghi in cui gli anziani vengono mandati in attesa del fine vita, “parcheggiati” da famiglie che non vogliono o non possono più occuparsene; e se gli organi di informazione parlano di loro, lo fanno quasi sempre in occasione di casi di cronaca.

In realtà c’è vita nelle RSA, e molta più di quanto possiamo immaginare. Il progetto curato da Essity-TENA, Le cure invisibili, la mostra e coglie qualcosa che spesso non si dice: la vecchiaia non è attesa della morte, né solo nostalgia, ricordi, sguardo rivolto al passato, ma presente e progetti.

Quello di Essity-TENA è anche un omaggio al personale delle Residenze per Anziani di tutta Italia, in prima linea durante l’emergenza Covid-19, che non solo mostra l’impegno profuso da OSS, infermieri e medici per far sentire a proprio agio gli ospiti anche durante un periodo complicato come quello del lockdown, quando le famiglie erano impossibilitate a far visita ai propri cari, ma fa emergere anche un bellissimo racconto sulla fioritura femminile della terza età.

Le cure invisibili raccoglie storie e immagini dalle RSA, che mostrano e parlano di volti e relazioni. Il risultato è un racconto emozionante e umano, che non solo illustra in pieno il legame profondo che si viene a creare fra operatori e ospiti delle RSA, ma mostra anche uno spaccato di umanità, e di femminilità, intrecciando in maniera indissolubile il vissuto passato e presente di alcune delle persone ospitate nelle strutture. Persone i cui occhi brillano di vitalità e di invidiabile entusiasmo, che non hanno mai smesso di desiderare, di essere vanitose, di coltivare le proprie passioni, di danzare.

Fonte: Le cure invisibili, progetto di Essity-TENA, ph. Fulvia Bernacca

Abbiamo voluto ringraziare tutto il personale delle RSA per l’impegno e la grande dedizione dimostrati durante la terribile emergenza sanitaria – ha spiegato Massimo Minaudo, Amministratore Delegato Essity Italy SpA – siamo rimasti sorpresi degli interessanti risultati emersi e dalle storie che abbiamo raccolto. Come le biografie di queste donne centenarie, così coraggiose, di grande ispirazione per le giovani generazioni.

Tra le storie raccolte, che sono davvero moltissime, e tutte degne di attenzione, c’è quella delle Thelma e Louise della Residenza Menegazzi, a Treviso: due arzille signore che hanno superato i cento anni e che, da quando si sono conosciute, sono diventate praticamente inseparabili. Perché per l’amicizia non c’è età, ovviamente.

Fonte: Le cure invisibili, progetto di Essity-TENA, ph. Fulvia Bernacca

Ma ci sono anche storie come quella della signora Maria, nella Residenza Per Anziani Farra di Soligo, che ha una preferenza dichiarata per un’operatrice che ritiene eccezionale a interpretare i suoi gusti, farle gli abbinamenti di stile, tra gioielli e abiti, combinando per esempio il colore degli orecchini rossi con i giusti richiami ai vestiti di ogni giorno.

Sempre a Treviso, ma nella residenza Casa Albergo Salce, si passa da un’altra Maria, prossima al traguardo del secolo, che alla domanda “Come stai?” risponde sempre in dialetto “sto benin”; a Pina, la ribelle; Lidia che al contrario è molto riservata; Margherita, l’aggraziata signora con gli occhi azzurri; Gianna, concreta e precisa; Luigina, spericolata, avventurosa e con un sorriso sempre aperto, e Lina, timida ma solo in apparenza. Proprio queste ultime sono state protagoniste di un micro progetto editoriale interno, una pièce teatrale che ha raccontato le biografie di queste sei ultranovantenni.

Fonte: Le cure invisibili, progetto di Essity-TENA, ph. Fulvia Bernacca

A Trento c’è invece la centenaria Marta, che chiede di poter aiutare a piegare la biancheria in lavanderia. Ciascuna di queste persone ha una lunga vita alle spalle, ma anche la voglia di viverne altrettanta, in maniera piena, serena e felice. Liberando finalmente le RSA da quello stigma che le vorrebbe solo come luoghi di desolazione e tristezza, e dipingendoli invece come luoghi pieni di umanità, come dimostra anche il video che raccoglie, in poche immagini, tutta la bellezza di queste storie e dei legami profondi che all’interno di queste strutture si vengono a creare.

Le storie di Maria, Donatella e Francesco

Queste tre storie ci sono arrivate dal personale della ASP Martelli di Figline Valdarno, grazie all’ex direttore Giovanni Raspini, da poco andato in pensione, al nuovo direttore Fabio Haag e alla psicologa, dottoressa Valentina Passerini.

Sono storie che, oltre a darci un intenso spaccato di umanità, ci fanno capire che gli ospiti della RSA hanno un passato, hanno delle passioni, hanno dei sogni, hanno tutto ciò che fa di una vita un’esperienza degna di essere vissuta.

Donatella la social

È la stessa Donatella a raccontare la sua storia:

“All’inizio non mi piaceva l’idea di vivere in una casa di riposo, perché alla tv quando ne parlano fanno vedere cose terribili. Poi un’amica che frequenta casa Martelli come volontaria mi ha parlato delle attività che vengono organizzate, delle feste, della simpatia del personale, della possibilità di essere ascoltati e di mantenere molte libertà. Così in un periodo complicato della mia vita ho deciso di venire qui. Adesso sono molto felice di abitare in questa splendida casa dove ci sono tante persone e dove si vive in comunità. Io sono sempre stata e sono tutt’ora una persona solare e ringrazio i miei genitori per avermi donato questa positività.

Essendo una persona solare ho molti amici che mi vogliono bene e faccio parte di molti gruppi. Avendo qualche difficoltà a muovermi a causa della mia disabilità, ho cercato di vincere le barriere attraverso l’utilizzo dei social e della tecnologia. A casa Martelli ho avuto l’opportunità di portare il mio pc e ho una postazione tutta mia, dove posso stare in contatto con le mie numerose amicizie. Per via della pandemia non posso uscire in questo periodo [la testimonianza risale al periodo del lockdown, ndr.], ma prima di tutto questo, ero sempre in giro, in pizzeria con gli amici, a fare le scampagnate del fine settimana.

Alcuni conoscenti all’inizio erano preoccupati per me, che potessi non trovarmi bene perché in casa di riposo ci sono le persone anziane e io sono più giovane. In realtà ho sempre pensato che non è un problema vivere con gli anziani, perché tanto prima o poi devo diventare anziana anche io!

Al contrario, essere a casa Martelli con le persone che potrebbero avere l’età dei miei genitori mi ha aiutato a sentire meno la loro mancanza quando sono rimasta da sola a causa di brutte malattie.
Mi auguro di rimanere a casa Martelli per sempre e auguro a tutti quelli che verranno qui ad abitare, di essere felici come lo sono io“.

Donatella ha 53 anni.

Fonte: Le cure invisibili, progetto di Essity-TENA, ph. Fulvia Bernacca

Francesco e il suo sogno

Francesco è una persona molto popolare, tutti lo conoscono in paese, e tutti conoscono la sua passione per la squadra della Roma e la sua dedizione al “Pupone Totti”, come lo chiama lui.
Una passione per la Roma che nasce da lontano e che non lo ha mai abbandonato. La sua camera è tappezzata dei colori della squadra con i vari gadget regalati dai suoi cari, ma anche dagli amici.

Francesco con la sua radiolina non ha mai mancato nessuna partita. È il primo a informare dei risultati di tutte le squadre del campionato e con coloro che non sono interessati allo sport trova comunque sempre il modo di parlare del suo idolo, raccontando le news della famiglia Totti. Dalla bella moglie Ilary, ai nomi dei figli, fino a conoscere i particolari di cose che solo i grandi tifosi possono sapere.

Il suo grande desiderio ovviamente era da sempre un incontro ravvicinato con il suo idolo. Non semplice da realizzare, ma grazie alla tenacia del personale che follemente ha creduto alla possibilità di realizzare il sogno, circa un anno fa, Francesco e Totti si sono incontrati a Roma.
È stato un momento molto toccante, che ha fatto emozionare anche alcuni componenti del personale che avevano accompagnato Francesco.
Le foto, una maglia autografata, un abbraccio, due scambi di battute tra appassionati di calcio e gli occhi che brillavano, sono un ricordo che il nostro Francesco non dimenticherà mai!

Francesco ha 62 anni.

Fonte: Le cure invisibili, progetto di Essity-TENA, ph. Fulvia Bernacca

La cuoca Maria

Maria, nata in un paese della Campania, un giorno decise di partire con il treno, direzione Francoforte; da lì sarebbe stata accompagnata a Kiedrich, un paesino della Germania dove le fu proposto un lavoro nella cucina di una grande mensa, che preparava i pasti per gli operai di fabbriche e stabilimenti.

Arrivò a destinazione con coraggio e determinazione, quella era la sua opportunità per dare una svolta a se stessa e alla sua famiglia. I primi giorni di lavoro furono piuttosto impegnativi, Maria si sentiva messa alla prova e sapeva che avrebbe dovuto dare il meglio di sé. Non conosceva il tedesco e le spiegazioni sulle sue mansioni erano incomprensibili, perciò decise di osservare. Prese ad esempio le due donne tedesche che affiancavano lo chef e memorizzando tutte le loro mosse e i loro compiti, cominciò a fare come loro.

Maria era da sempre una grande lavoratrice, per cui non fu difficile farsi notare e apprezzare. Dopo anni, tra il lavoro in cucina, lo studio della lingua e le lettere inviate alla famiglia, Maria ebbe l’opportunità di ritornare a casa e la sua esperienza di lavoro le permise di continuare come cuoca in una struttura turistica in Toscana.

Ora, diventata anziana e trovandosi ad aver bisogno di aiuto e di compagnia, Maria ha scelto di vivere a casa Martelli. Ha portato con sé molte delle sue creazioni in legno, una passione coltivata negli anni, ma in particolare ha continuato a distinguersi per il suo talento in cucina.

Quando lo desidera le viene messa a disposizione una piccola cucina dove più continuare a preparare le sue prelibatezze. Essendo abituata a cucinare per gli altri è scontato che le quantità siano abbondanti e le piace molto offrire assaggi a tutto il personale. Maria ovviamente, considerata la sua esperienza, non perde mai l’occasione di dispensare consigli alla cuoca di casa Martelli.

Oggi ha 93 anni.

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