"Ho 15 anni e sono grassa e brutta: sarò sempre quella che fa ridere"

Nadia Busato risponde al messaggio di una ragazza di 15 anni, inviato sul numero di WhatsApp di Roba da Donne, dedicato alla rubrica Non te lo posso dire, un luogo protetto in cui confessare le nostre storie di bullismo e cercare aiuto (informazioni sotto l'articolo).

Ho 15 anni, sono grassa brutta e timida. Dalle elementari mi prendono in giro chiamandomi cicciona o facendomi il gesto di mangiare cose quando passo. Quando ho iniziato le superiori, speravo sarebbe andata meglio. Un pochino sì, in effetti: i ragazzi non mi chiamano più cicciona e non sono più così diretti; ma fanno battute che vogliono dire la stessa cosa. Ad esempio, mi dicono che mangerei anche il tavolo. Ieri una compagna di classe mi ha chiesto se avevo mai avuto il ragazzo, poi lei e le altre hanno riso dicendo che ce ne vorrebbero due. Io rido con loro, non mi arrabbio perché so che hanno ragione e che sono davvero grassa. Non ce l’ho con loro. Ma a volte penso che sarò sempre quella che fa ridere, quella simpatica; e che non avrò mai un ragazzo. Lo so: voi direte che sono bella e che non c’è solo il corpo; ma io mi vedo e a volte è difficile. [Daenerys]

Quando ho compiuto trent’anni mi sono fatta un grande regalo: ho preso tutte le foto della mia adolescenza e le ho distrutte. Le ho strappate in pezzetti piccoli, poi ho preso i negativi e li ho sminuzzati con le forbici. Non le vedevo da anni; ma me ne ricordavo benissimo. Romanticamente, pensavo che un giorno, da adulta, mi sarei guardata indietro con comprensione, che avrei voluto bene a quella ragazza rotondetta e piena di acne sul viso.

Invece no: odiavo quelle fotografie quanto odiavo essere un’adolescente con una faccia inguardabile. Ricordo che, una volta, chiesi sinceramente al ragazzo con cui stavo e di cui ero innamorata se non gli facesse schifo baciarmi. Naturalmente, lui mi disse di no. Poi mi disse anche che ero matta a pensare una cosa del genere; e aggiunse molte altre cose carine, che non ho mai dimenticato in tutti questi anni.

L’adolescenza è fatta di tante cose che fanno molto molto schifo; e di altrettante cose che sono fantastiche e, qualche volta, magiche. Per me, una magia fu trovare qualcuno che mi volesse bene e mi desiderasse quando io, invece, proprio non ero capace di amarmi. Neanche un po’.

Non vuoi che qualcuno ti dica che devi amare un corpo che ti fa sentire a disagio. Hai ragione. Devi amare la persona che sei e che vuoi diventare; e capire come fare in modo che la tua ricchezza e complessità interiore siano in armonia con il tuo aspetto, consapevole che il corpo che abitiamo cambia lungo la vita; e che nutrirsi è un modo di aver cura di se stessi.

Una cosa puoi farla subito: smettere di ridere alle battute che ti feriscono. L’autoironia è una strategia di sopravvivenza; ma se non esprimi il tuo dolore, le persone che hai intorno non capiranno che ti feriscono; e non ti potranno supportare se deciderai di accettarti e stare meglio con te stessa. Non voglio dire che tu debba esporre improvvisamente la tua fragilità; però sarebbe utile a tutti voi che tu cercassi le parole giuste per esprimere le sensazioni sgradevoli che questa ironia continua ti provoca.

Un’ultima cosa, che forse non vuoi sentire: quando ci innamoriamo sinceramente di qualcuno, non è mai per il suo aspetto.

L’adolescenza e il disagio del corpo.
Cosa possono fare gli adulti.

A un certo punto della vita ce lo dimentichiamo, ma essere adolescenti è davvero traumatico. Il nostro corpo non ci appartiene più; il nostro cervello subisce trasformazioni neurobiologiche inevitabili; noi siamo in balia di tempeste ormonali che causano mutazioni dentro e fuori da noi stessi; e ragioniamo per lo più con le emozioni.

Negli anni che vanno, indicativamente, dai 14 ai 20 si forma il nostro corpo e ci formiamo anche noi come individui adulti. In questa fase, l’amicizia è il primo grande amore della vita: sentirsi rifiutati può gettare nello sconforto e avere conseguenze di isolamento progressivo, fino all’esclusione sociale. Al contrario, lavorare con la scuola (insegnanti, psicologi, ecc.) per educare all’empatia, alla solidarietà e al sostegno da parte del gruppo classe può rivelarsi decisivo per i ragazzi più fragili e a rischio di esclusione.

Quasi nessun adolescente è a suo agio nel proprio corpo. Ma per qualcuno, è molto più difficile perché il corpo è fuori controllo, perché è molto distante dai canoni a cui si vorrebbe aderire, perché non si ha la volontà (e le competenze) per gestirne gli eccessi. Nei casi più seri, il supporto di un professionista medico può essere necessario. Ma il rapporto col corpo in adolescenza è sempre legato a qualcosa di più profondo: paure, fragilità, timori, vuoti. Questo aspetto non va mai sottovalutato.

L’adolescenza non è una malattia, ma una fase fondamentale della vita che è obbligatorio attraversare per conquistare qualcosa di davvero prezioso: il rispetto e la stima di sé.

Messaggio importante per chi è vittima di bullismo o sexting

Sei una vittima, non vergognarti. Non è colpa tua e non sei solo.
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Se pensi che i tuoi genitori o gli adulti di riferimento non possano capire o non stiano accogliendo la tua richiesta di aiuto in maniera idonea, fai leggere loro queste parole e prendi contatto con persone qualificate che potranno darti il supporto necessario e che meriti.

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La rubrica di Roba da Donne “Non te lo posso dire – Alziamo la voce VS il bullismo”, è curata da Nadia Busato, scrittrice e giornalista, che risponderà, in una sorta di posta del cuore, a chi il cuore lo ha ferito dalla crudeltà altrui, a chi ha perso la speranza, a chi non sa come uscirne o con chi parlarne e vorrà raccontarci la sua storia di bullismo e soprusi.
Accanto a noi, in questo percorso, gli amici di Centro Nazionale contro il Bullismo – Bulli Stop, il dottor Massimo Giuliani e la dottoressa Carmen Sansonetti (Area Nord Italia – Lombardia Settore Scuole ed Eventi Sportivi), che ci hanno aiutato a mettere a punto il kit di primo soccorso che trovate qui di seguito.
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