Una mente aperta verso il futuro può cambiare il mondo. È questo che ha fatto Twiggy Lawson, da sempre nota anche solo come Twiggy, icona con la minigonna di Mary Quant, top model archetipica che è riuscita a incarnare il gusto di un tempo che stava cambiando – quello degli anni ’60, portando a livello globale grandi sconvolgimenti politici, culturali e di costume.

E Twiggy Lawson fu una delle interpreti principali di questo cambiamento culturale, mostrando una strada alternativa alle maggiorate in declino. No, non fu solo moda, non fu solo immagine. Quello che Twiggy fece fu mostrare uno dei tanti bellissimi volti delle donne, uno dei tantissimi aspetti in cui l’universo femminile è fatto e all’epoca non ancora esplorato, non ancora compreso completamente.

Con il tempo, Twiggy Lawson divenne anche un’attrice oltre che una modella e oggi, a 73 anni, resta un’interprete del suo tempo e anche della contemporaneità, diventando persino Dama Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico nel 2018.

Come si fa a fare questo? A volte basta un pizzico di sensibilità in più: è così che le persone sono riuscite a guardare Twiggy oltre la minigonna, oltre alla sua etichetta di fascino androgino. Perché a volte il fascino non ha bisogno di ulteriore aggettivazione.

Nata il 19 settembre 1949 a Neasden, un sobborgo di Londra, come Lesley Hornby, venne notata appena sedicenne da Justin Villeneuve, che diventò il suo manager e il suo fidanzato. Le diede anche un nome d’arte, Twiggy, perché era magra come a volte sono le adolescenti, facendola diventare ben presto il volto della Swinging London.

Tra gli anni ’60 e ’70, Twiggy inizia ad apparire su tantissime copertine prestigiose, come questa dell’edizione americana di Vogue dell’agosto 1967.

Richard Avedon – scrive Twiggy sul suo Instagram – mi fotografò su Vogue per rappresentare le quattro stagioni. In copertina c’era l’estate, le altre foto erano in ordine autunno, inverno e primavera. Uno dei più grandi fotografi di moda che ci siano mai stati. Che brivido aver lavorato con lui.

La modella, però, si cimentò anche nel cinema: il suo primo film, datato 1971, è Il boy friend diretto da Ken Russell. È una storia d’amore e di ambizioni. Qui Twiggy è Polly, una trovarobe che diventa la protagonista di uno spettacolo. Tra le pellicole girate impossibile però non menzionare il cult The Blues Brothers.

Amica di Paul McCartney, di David Bowie – appare persino sulla copertina di Pin Ups con lui – Twiggy è anche una donna molto impegnata nel sociale: convinta animalista, ha preso posizione contro il fenomeno delle spose bambine in Tanzania. Si è inoltre schierata in varie campagne di salute pubblica come quella a favore della prevenzione e le prime cure per un arresto cardiaco, a favore dei diritti per l’infanzia e per la tutela della foresta pluviale.

È stata anche giudice del reality America’s Next Top Model per ben quattro stagioni. Negli ultimi anni ha espresso una sorta di preoccupazione verso i canoni estetici che la moda continua a seguire, sottolineando però anche alcuni piccoli passi avanti fatti nel settore.

L’alta moda non si allontanerà mai dalla magrezza – ha detto al Guardian nel 2020 – Nelle pubblicità vengono impiegate donne non più giovanissime e in certi settori l’industria ha già cominciato a mostrare forme e taglie differenti, ed è giusto così.

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