Uomini che spingono le donne: la violenza di genere urbana dei Butsukari Otoko

Uomini che spingono le donne, ovvero come agisce il fenomeno giapponese del "bumper man", l'ennesima forma di violenza di genere tra paura e curiosità.

Per quanto non sia bello dirlo, ci sono cose che sembrano non avere davvero limiti, e la violenza di genere ne è un esempio. Un problema enorme che tende a manifestarsi in modi sempre nuovi, diversi, sottili, a volte talmente tanto che non ci si rende quasi conto di esserci in mezzo, e il fenomeno del Butsukari Otoko ne è un perfetto esempio e se vi è mai capitato di essere “spintonate” con la spalla mentre camminate, senza che ci sia un reale affollamento per la strada o dove state camminando, può essere che lo abbiate vissuto in prima persona

Definizione di Butsukari Otoko e origine del termine

Un fenomeno per lo più Giapponese e che altro non è che un comportamento misogino. Il termine Butsukari Otoko, infatti, significa “uomo che si scontra“, e sta a indicare delle persone, nella maggior parte dei casi uomini, che in modo totalmente sistematico, improvviso, senza nessuna ragione apparente e libero, si vanno a scontrare con donne che incontrano per strada, ma anche sui mezzi come i treni o nei centri commerciali. Ovunque insomma.

Degli scontri e contatti che non avvengono in modo casuale, un po’ come accade quando si è distratti o quando ci sono molte persone tra cui divincolarsi, ma sono delle azioni totalmente intenzionali, volute e cercate da chi le compie, con lo scopo di umiliare, intimidire e anche esercitare una sorta di controllo fisico nei confronti delle “vittime” e di chi si è scelto di urtare. Una rivendicazione di “potere” silenziosa, quasi invisibile, che può passare inosservata ai più, ma non a chi la riceve.

Come funziona il fenomeno nelle strade giapponesi

Un vero e proprio atto di intimidazione, uno scontro violento e che, come tale, rientra a pieno nelle dinamiche della violenza di genere. Primo perché si tratta di un comportamento volontario e non di un atto di distrazione, secondo perché e premeditato e che solitamente si ripete per più volte contro la stessa persona, quasi sempre donne e persone meno robuste o prestanti di chi compie il gesto, tra cui anche anziani e bambini.

Un atteggiamento che solitamente avviene per le strade, anche in luoghi affollati, come metro, mezzi pubblici, centri commerciali, e che permette a chi lo compie di divincolarsi nella gente una volta fatto senza dare troppo nell’occhio e facendo passare questo comportamento violento in sordina, ma non per chi è vittima. Una spinta violenta, che può fermarsi a questo step ma che può anche proseguire con una discussione, nella violenza verbale, in cui il Butsukari Otoko alza la voce contro la sua vittima fino anche a colpirla in altri modi e in altre parti del corpo.

Sociologia e ansia urbana: perché spaventa e rischio emulazione

Un fenomeno e un comportamento che genera insicurezza e anche paura nelle vittime, e che porta alla modifica del proprio atteggiamento naturale, tanto che le donne che ne sono soggette si sentono in pericolo e iniziano a comportarsi con atteggiamenti di auto protezione, come il camminare a testa bassa, con maggior attenzione, evitando determinate strade o luoghi in cui sanno di potersi trovare in questa situazione, il tutto allo scopo di evitare il conflitto.

Quello che accade, quindi, è che si va a creare un ambiente poco sicuro e un clima di incertezza per le donne, oltre al fatto che questa insicurezza nei luoghi pubblici che si frequentano, va a rimarcare il concetto che questi, siano di “dominio” maschile, quasi come se le donne fosse ospiti o intruse in ciò che, invece, non ha né proprietà né esclusività.

Una tipologia di violenza meno visibile di altre ma che va a normalizzare il concetto che le donne, in quanto tali, debbano farsi da parte, evitando certi luoghi e riducendo il proprio raggio di azione e la propria libertà. Sia di movimento che di partecipazione attiva alla vita, sia quella personale che quella pubblica.

In più, il danno creato dai Butsukari Otoko non è solo psicologico, ma può anche essere fisico, causando infortuni oltre che un trauma e un’ansia nelle vittime.

Un fenomeno che preoccupa, non solo per ciò che comporta, ma anche per il facile rischio di emulazione, anche solo per gioco, ma che porta a conseguenze importanti e impattanti su chi lo riceve, generando un clima di insicurezza e ansia generalizzato, da parte chi è già vittima e di chi potrebbe diventarlo.

Reazioni delle autorità e campagne di sensibilizzazione

Un problema sociale e che preoccupa, e che necessita degli interventi mirati che passano dalla sensibilizzazione alla denuncia, dall’educazione alla solidarietà.

Tra gli atti che si stanno compiendo per arginare e controllare il fenomeno dei Butsukari Otoko, infatti, sono diverse le campagne di sensibilizzazione messe in atto per sottolineare il rispetto dello spazio pubblico e delle persone o l’importanza del consenso fisico. Ma si spinge anche molto a denunciare questi atti, filmandoli e condividendo l’accaduto con le autorità o sui social media, per allertare le persone e rendere riconoscibili gli aggressori.

Anche una corretta educazione maschile è fondamentale per arginare ed eliminare questo problema, insegnando (perché ancora ne abbiamo tanto bisogno) il rispetto per il corpo e la libertà altrui, e contrastando la mentalità e la tendenza alla sopraffazione e alla prevaricazione. Il tutto per cercare di far morire sul nascere questo comportamento.

Cosa ci porta a riflettere su sicurezza e spazio pubblico

Atti che non solo mettono a rischio la sicurezza delle persone a cui sono destinati, ma che peggiorano anche la situazione generale della sicurezza pubblica e negli spazi condivisi. Un comportamento che è sintomo di quanto la vita possa essere stressante e frustrante, e che va a peggiorare la vita delle persone che si hanno intorno, innescando un circolo vizioso di azioni e atteggiamenti che minano la libertà e la sicurezza personale.

Tutte cose che sottolineano quanto sia necessario pensare a delle migliori politiche di gestione degli spazi pubblici, di sicurezza e di controllo, per far si che, chi li vive, chiunque e di qualsiasi sesso o età, lo possa fare senza sentirsi sotto minaccia ma in totale tranquillità. Una condizione di cui le donne sono troppo spesso private e che, Butsukari Otoko o meno, è importante riportare ad essere normale, permettendo alle donne e a chiunque altro di sentirsi sicure ovunque decidono di andare.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!