
DEI Reframing: perché le aziende stanno ridefinendo la Diversity e Inclusion
Cosè la DEI reframing, com'è cambiata e cosa fanno davvero le aziende per rpomuivere delle politiche di inclusione concrete? Ecco cosa sta succedendo

Cosè la DEI reframing, com'è cambiata e cosa fanno davvero le aziende per rpomuivere delle politiche di inclusione concrete? Ecco cosa sta succedendo
Nonostante i concetti di uguaglianza e inclusività siano molto spesso più nelle parole che nei fatti (anche di chi quelle parole le pronuncia) è indubbio che negli ultimi anni l’attenzione a questi temi sia notevolmente cresciuto rispetto al passato e il concetto di DEI Reframing ne è un esempio.
Secondo uno studio del 2023 su Diversity, Equity & Inclusion di McKinsey, nel 2020 sono stati spesi tra le aziende di tutto il mondo circa 7,5 miliardi di dollari per azioni mirate alle politiche di diversity, equity & inclusion, una cifra che è stato stimato dovrebbe raddoppiare entro il 2026.
Se si considera però il ritmo al quale si procede in tale direzione, appare chiaro che ci vorranno quasi 150 anni prima di poter assistere a un vero annullamento del divario di genere a livello dell’economia globale. Un problema che non è solo etico, ma che riguarda dei concetti e dei valori importantissimi e cruciali, un requisito che ogni azienda dovrebbe perseguire e raggiungere.
L’acronimo DEI, infatti, o DE&I, fa riferimento alle parole diversity, equity & inclusion, e di fatto indentifica tutte quelle politiche messe in atto a livello organizzativo, per garantire le stesse opportunità e diritti a chiunque, indipendentemente dal genere, orientamento sessuale, età, religione, etnia, ideologia o abilità.
Quando si parla di DEI refreming, quindi, si fa riferimento a tutte quelle strategie e obiettivi messi in atto nella gestione della diversità, dell’equità e dell’inclusione, solitamente in ambito aziendale.
Analizzando il termine refeming, però, ci si rende subito conto che qualcosa stona. Refreming, infatti, identifica un processo di cambiamento di prospettiva, con lo scopo di definire una nuova percezione di una situazione o un evento.
DEI refreming, quindi, implica il tentativo di cambiare la percezione rispetto alle problematiche legate all’equità, la diversità e l’inclusione, cercando di trovare delle soluzioni nuove o alternative. Un termine che oggi, anche se utilizzato e riconosciuto, ha cambiato prospettiva. Se da una parte, quindi, è importante sottolineare queste tre parole, dall’altro occorre farlo in modo positivo e che sia davvero inclusivo, virando verso un concetto più ampio, quello di appartenenza.
Il senso di appartenenza, infatti, implica il fare parte di qualcosa, l’attaccamento che un lavoratore ha verso l’azienda in cui lavora, e viceversa. Ma anche la condivisione di obiettivi e progetti comuni e la valorizzazione del contributo di ciascuno all’interno del team di riferimento e dell’azienda intera.
Un termine che si muove ad ombrello e che tende a unire, a far sentire parte di qualcosa, a dare importanza a chiunque indistintamente, valorizzando la persona e il suo lavoro, qualunque esso sia.
Una parola che, insieme alle tre de DEI refreming, piace e sottolinea l’impegno o l’intenzione aziendale verso i suoi dipendenti e collaboratori. E che viene sempre più spesso utilizzata come leva e come valore da perseguire e a cui tendere.
Dei principi importanti, soprattutto in un contesto politico polarizzato come quello che stiamo vivendo, in cui si assiste a forti differenze di opinione e di inclinazione politica o ideologica da parte delle persone, e che spesso possono sfociare in conflitti e incomprensioni. Quando invece potrebbero essere utilizzate come mezzo per una maggior comprensione, conoscenza e per avere nuove visioni e prospettive delle cose.
Perseguire e supportare un approccio inclusivo, infatti, permette di coinvolgere tutte le parti che interagiscono e ruotano intorno all’azienda, anche quando si è distanti dal pensare comune, senza essere “lasciati indietro” e senza sentirsi isolati o discriminati, ma aprendo le porte alla visione di nuove prospettive. E questo può far nascere dibattiti costruttivi e nuove forme di idee e di pensiero.
Ma come fare per avere delle vere politiche aziendali volte all’uguaglianza, in modo reale e concreto? Dichiarare le proprie intenzioni chiaramente non basta, ma sono necessarie azioni vere, volte all’implementazione delle procedure che promuovano l’inclusione in ogni ambito e area aziendale.
Come la creazione di ambienti accoglienti e sicuri per tutti, e che non dividano o creino separazioni in base al genere, la religione o l’orientamento sessuale. Ma anche monitorando le diverse dinamiche aziendali, come la rappresentanza nei diversi ruoli aziendali (solitamente in cui c’è una prevalenza maschile ed eterosessuale) ma anche analizzando i livelli soddisfazione che i dipendenti nei confronti del posto di lavoro e di ciò che pensano riguardo allo stesso. Per avere una panoramica della percezione reale.
In più, al di là del solo dire internamente, sarebbe opportuno che la DEI venga promossa anche verso l’esterno, promuovendo un linguaggio inclusivo, per esempio, modificando la comunicazione con i clienti, le campagne di marketing.
Se da una parte ci sono molte aziende volte alla DEI refreming e alla promozione di politiche inclusive, dall’altro ce ne sono altre che hanno fatto un brusco cambio di direzione negli ultimi tempi, dichiarando il ritiro delle loro politiche di Diversità, Equità e Inclusione (DE&I). Aziende come Meta, Amazon e McDonald’s, per esempio, che hanno deciso di lasciare gli impegni fatti fino a ora per promuovere l’inclusione e il rispetto delle diversità nei contesti lavorativi e sociali.
Un’inversione di marcia preoccupante e che ha suscitato una forte reazione da parte della comunità LGBTQIA+ e che ha avuto come conseguenza immediata la scelta di virare le proprie scelte verso brand diversi e più attenti ai valori di inclusività. Una scelta che dovremmo fare tutti, andando contro questo ritorno al passato e promuovendo nei fatti i concetti di diversity, equity & inclusion.
Vivo seguendo il mantra "se puoi sognarlo puoi farlo". Sono una libera professionista della vita. Una porta verde, una poltrona rossa e una vasca da bagno sono le mie certezze, tutto il resto lo improvviso.
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