Pangender, il genere non-binario di chi si identifica in più di un genere

Il termine pangender deriva dall'unione della parola greca "pan", ossia "tutto", e del sostantivo inglese "gender", "genere". L'identità di genere pangender è, dunque, quella esperita dagli individui che identificano se stessi in una molteplicità di generi, contemporaneamente o separatamente. Vediamo di che cosa si tratta nel dettaglio.

Siamo cresciuti pensando di dover stare dentro a un binario: da un lato, le femmine, dall’altro, i maschi. L’identità di genere, tuttavia, non è riducibile a una dicotomia fissata dal contesto socio-culturale di riferimento, ma è, spesso e volentieri, un magma stratificato e indistinto comprensivo di innumerevoli sfaccettature e possibilità.

È il caso delle persone non binarie, termine ombrello con cui ci si riferisce a coloro che non amano rientrare in un sistema in cui sono riconosciuti solo due generi, e che, al contrario, preferiscono identificarsi in uno o più generi diversi, in combinazioni ed espressioni dissimili. Tra le identità di genere, ne compare anche una ancora poco nota, ma totalmente degna della nostra attenzione: quella pangender.

Ma che cosa significa essere pangender e come si declina? Scopriamolo insieme.

Che cosa significa pangender?

Il termine pangender deriva dall’unione della parola greca “pan“, ossia “tutto“, e del sostantivo inglese “gender“, “genere“. L’identità di genere pangender è, dunque, quella esperita dagli individui che identificano se stessi in una molteplicità di generi, contemporaneamente o separatamente.

Importante ricordare, in questo senso, che l’identità di genere non è qualcosa di statico e immutabile, bensì il modo in cui una persona percepisce se stessa, e che non corrisponde necessariamente al sesso biologico – e, quindi, al sesso assegnato alla nascita.

Può, così, accadere che una persona pangender riconosca se stessa nello spettro delle identità attualmente esistenti, amplissimo e in continua evoluzione, concependo se stessa talvolta come agender, altre come transgender, altre ancora come bigender, demigirl e demiboy o tutte insieme al contempo.

Pangender e pansessualità

La modalità in cui una persona identifica e percepisce se stessa, però, non corrisponde all’orientamento sessuale e all’identità di genere di coloro da cui è attratta.

Pangender e pansessualità, pertanto, non sono sinonimi, ma indicano due aspetti completamente diversi – sebbene accomunati dal prefisso “pan”. Se il primo termine, infatti, si riferisce agli individui che riconoscono se stessi in una quantità innumerevole di generi, il secondo riguarda, invece, le persone che provano attrazione sessuale nei confronti di tutte le identità di genere, senza distinzione.

Le persone pansessuali, allora, sono attratte dagli individui a prescindere dal loro genere, quindi nessuna identità di genere è esclusa, ma tutte, potenzialmente, possono stimolare il loro interesse, da coloro che si definiscono cisgender alle persone transessuali, e così via.

La differenza tra agender e pangender

Se le identità di genere e le loro espressioni sono poste in uno spettro, ciò significa che, in questa molteplicità di sfumature possibili, possano esserci identità che risultano anche molto distanti tra loro, pur essendo caratterizzate da qualche punto di raccordo.

È il caso delle persone agender, anch’esse comprese, come quelle pangender, sotto il termine ombrello non-binary. A differenza delle seconde, però, le prime oltrepassano il binarismo di genere maschio/femmina in un modo differente, non identificandosi in più generi diversi, bensì in nessuno.

Come suggerisce l’alfa privativo (anche in questo caso, di derivazione greca), gli individui agender percepiscono se stessi come “senza genere“, o con un genere neutrale, non volendo etichettarsi in nessun modo o avanzando il desiderio di essere visti semplicemente come persone.

Persone che, dunque, rifiutano il concetto stesso di genere, valicando la mera opposizione nei confronti della dicotomia tradizionalmente imposta e superando, così, la concezione di genere in sé. Come spiega l’adolescente Mya a Teen Vogue:

Prendo il termine ‘agender’ in modo letterale, nel senso che il mio genere riguarda di più la sua mancanza. Crescendo, infatti, non ho mai avuto la sensazione di essere un ragazzo, una ragazza o qualcos’altro. Il mio genere semplicemente non c’è.

La bandiera pangender

Pangender flag
Fonte: Wikipedia

Per valorizzare l’unicità delle persone pangender, anche tale identità di genere ha, quindi, la sua bandiera specifica. In essa appaiono, per tale ragione, tutti i colori che richiamano e contraddistinguono le peculiarità delle persone che si definiscono in questo modo.

Troviamo, infatti:

  • Il giallo, a indicare tutte le identità di genere che non sono legate al maschile e al femminile;
  • Il rosso chiaro, che descrive il passaggio ai generi correlati al binomio maschio/femmina;
  • Il viola tenue, il quale simboleggia la combinazione tra maschile e femminile;
  • Il bianco, che rappresenta la commistione di tutte le identità di genere esistenti – così come, nello spettro elettromagnetico, la luce bianca costituisce la combinazione di tutti i colori esistenti.
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