Joan Beauchamp Procter, zoologa ed erpetologa britannica, come molte altre donne della scienza meriterebbe di essere ricordata da molte più persone. Affetta da malattia cronica, riuscì comunque a studiare e a lavorare prima per il British Museum, poi per la Zoological Society of London e infine divenne la prima donna responsabile dei rettili allo Zoo di Londra. La sua fu una vita breve, ma piena di successi e di ricerche, come ricorda proprio la ZSL in un recente articolo.

Nata nella capitale inglese il 5 agosto 1897, Joan Beauchamp Procter era figlia di Joseph Procter, un agente di cambio, e di Elizabeth Procter, un’artista. Il nonno materno William Brockbank era un uomo d’affari e filantropo, che nel tempo libero si dilettava come naturalista. La passione familiare per l’arte e la scienza influenzò sia la vita di Joan che della sorella maggiore, Chrystabel Procter. Potendo scorrazzare libere nei grandi giardini di famiglia, le due bambine si appassionarono in fretta al mondo degli animali.

Durante gli studi alla scuola elementare, Joan sviluppò un particolare interesse per gli anfibi e i rettili. Fin dai sette anni ebbe serpenti e lucertole come animali domestici. Una grande lucertola in particolare, la podarcis melisellensis, viaggiava con lei dappertutto e le stava accanto persino durante i pasti. Joan era una bambina dalla salute cagionevole, ma ciò non le impedì a dodici anni di passare sei mesi in Svizzera, dedicandosi alla botanica, ma anche agli sport.

La fascinazione per il mondo dei rettili crebbe durante il periodo di studio alla St. Paul’s Girls’ School, dal 1908 al 1916. A sedici anni riuscì a procurarsi un cucciolo di coccodrillo e lo portò a scuola, provocando sconcerto tra compagni e insegnanti. Era un’ottima studentessa, ma purtroppo la sua educazione veniva costantemente interrotta per via del dolore cronico intestinale, che la costrinse persino ad abbandonare l’idea di iscriversi all’università di Cambridge.

La passione di Joan Beauchamp Procter per i rettili attirò l’attenzione di George Albert Boulenger, che si occupava di rettili e pesci nella sezione di storia naturale del British Museum. L’uomo incoraggiò l’interesse della ragazza che, finita la scuola, iniziò a lavorare gratuitamente come sua assistente. Grazie al suo aiuto, Joan poté apprendere moltissime cose e, a diciannove anni, presentare la sua prima ricerca scientifica alla Zoological Society di Londra, che un anno dopo la elesse come membro ufficiale.

Nel 1920 prese il posto di Boulenger, che era andato in pensione, e finalmente iniziò a ricevere uno stipendio per il suo lavoro. Continuò i suoi studi da sola, scrivendo diversi trattati sull’anatomia, la classificazione e le abitudini di rettili e anfibi. Era inoltre bravissima nel realizzare disegni e modellini, che esponeva nel museo. Nel 1923 ebbe l’onore di assistere il figlio del suo mentore, Edward Boulenger, incaricato di creare un nuovo acquario per lo Zoo di Londra. Quando l’uomo venne nominato come direttore, alla fine dei lavori, scelse proprio lei come sua assistente.

Joan disegnò diversi modelli per l’acquario, rivelandosi particolarmente preziosa per la vita quotidiana dentro lo zoo. Per lei quella era come una casa e amava fare tutto il possibile per migliorare la vita degli animali. In particolare, divenne una grande esperta delle abitudini quotidiane dei pitoni, dei coccodrilli e di una coppia di draghi di Komodo. Questi ultimi, in particolare, furono i primi esemplari ad arrivare in Europa. Uno dei due, che aveva chiamato Sumbawa, la seguiva per i suoi giri nello zoo, lasciandosi condurre grazie a “tiratine” alla coda.

Grazie alle sue ricerche e alle sue pubblicazioni, nel 1931 Joan Beauchamp Procter ricevette un dottorato ad honorem dalla University of Chicago. La sua vita personale, tuttavia, era ancora minata dalla malattia cronica. Si sottopose a diverse operazioni chirurgiche, senza grandi risultati, ma mantenne sempre il suo sorriso. Dopo alcune complicazioni, nel 1928 presentò le sue dimissioni allo zoo, ma il presidente della Zoological Society le respinse.

Mentre si riprendeva lentamente, partecipò alla pianificazione di un nuovo parco zoologico a Whipsnade. Negli ultimi anni della sua vita fu costretta a girare nello zoo di Londra su una sedia a rotelle, ma c’era sempre un drago di Komodo lungo tre metri ad accompagnarla. Sebbene malata, non lasciò mai il lavoro. Morì di cancro il 20 settembre 1931, a soli 34 anni, nella sua casa londinese. Il suo contributo alla scienza è stato però riconosciuto da molti studiosi e il suo nome è stato dato a due rettili: un serpente, il Buhoma procterae, e una tartaruga, la Testudo procterae.

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