Questa è la storia di un amore coriaceo, ma non esattamente romantico, pur avendo come protagonista uno dei padri del Romanticismo. La relazione adulterina tra Juliette Drouet e Victor Hugo, grande letterato francese e scrittore de I Miserabili, si dipanò per ben cinquant’anni, nonostante lui fosse già sposato e incline anche ad altre amorose corrispondenze. Lei, attrice di ineguagliabile grazia e bellezza, scrisse più di 20.000 lettere al suo amato. Un corpus epistolare immenso, grazie al quale è stato possibile ricostruire non solo la vita sentimentale, ma anche i retroscena dell’opera dell’autore, come ricorda anche il sito dedicato a Juliette Drouet.

Scritte spesso a senso unico, dato che, dopo un iniziale slancio, Victor Hugo si era limitato a inviare biglietti di auguri o per ricordare la loro prima notte d’amore. Le lettere cessavano di essere spedite solo nei periodi in cui i due amanti viaggiavano insieme. Juliette redigeva fino a otto lettere al giorno allo scrittore francese, utilizzandole come un diario personale, in cui raccontare le sue preoccupazioni, il suo stato d’animo, il suo amore e anche la sua gelosia.

Importantissimo per comprendere il debutto della loro storia è soprattutto il biglietto che Juliette scrisse a Victor Hugo il giorno precedente alla loro prima notte d’amore: ‘Vieni a trovarmi stasera da Madame K. e stasera, oh!, stasera sarà tutto! Mi donerò a te tutta intera. J.’.

Era il 16 febbraio 1833, ricorrenza che ogni anno lo scrittore continuò a ricordare per il resto della sua vita. Una data importante, che decise di inserire anche ne I Miserabili. Il capitolo dedicato alla notte di nozze di Marius e di Cosette s’intitola infatti Il 16 febbraio 1833.

Ma chi era Juliette Drouet? Nata nel 1806 a Fougères, restò orfana quando ancora non aveva due anni di età. Dopo essere rimasta fino a dieci anni dagli zii, nel 1816 venne mandata a vivere in un convento di Parigi, dove visse fino al 1821. In seguito a diverse traversie, scoprì di voler diventare attrice e debuttò a Bruxelles nel 1828. Fu proprio a teatro, mentre interpretava Lucrezia Borgia a Parigi, che conobbe Victor Hugo. Lui era già sposato con Adèle Foucher, da cui non si separò mai e che gli diede cinque figli. Juliette era bellissima, talentuosa e già molto corteggiata, ma non riuscì a resistere al grande autore, come testimonia una delle sue prime missive:

Ti ho lasciato, mio amato. Che il ricordo del mio amore ti segua e ti sia di consolazione durante la nostra separazione. Se solo sapessi quanto ti amo, quanto sei necessario per la mia vita, non oseresti assentarti nemmeno per un attimo. Resteresti sempre vicino a me, il tuo cuore vicino al mio cuore, la tua anima vicino alla mia anima. Sono le undici della sera – Non ti ho visto – Ti aspetto con impazienza, ti aspetto sempre, mi sembra sia un secolo che non ti vedo, che non contemplo i tuoi tratti […] Se sapessi quanto ti desidero, come il ricordo di quella notte mi rende pazza e impaziente di felicità, quanto desidero inebriarmi del tuo respiro e dei tuoi baci.

L’inizio della loro storia fu alquanto burrascoso e appassionato. Nel novembre Juliette perse il suo ruolo di protagonista in Marie Tudor, dramma composto proprio da Hugo. Da quel momento il lavoro di attrice ebbe sempre meno importanza per lei, rimpiazzato dal folle amore per lo scrittore. Cominciò a vivere da reclusa nella sua stessa casa parigina, aspettando solo le visite del suo amante. Poi, nel novembre del 1838, i due celebrarono un matrimonio “simbolico”, attraverso il quale Juliette rinunciò per sempre alla sua carriera, dietro la rassicurazione di non essere mai lasciata da sola. E anche Victor Hugo ebbe parole per lei:

Ti bacio mille volte, carissima Juliette, in tutte le parti del tuo corpo, perché mi sembra di trovare ovunque sul tuo corpo il posto del tuo cuore come dovunque nella mia vita trovo il posto del tuo amore. Ti amo, sei la mia gioia.

Una volta eletto all’Académie Française, nel 1841, Hugo iniziò però a condurre una vita pubblica e mondana molto intensa, che lo allontanò dalla Drouet. I viaggi che ogni tanto riuscivano a concedersi insieme rappresentarono per lei dei periodi di pura gioia. Proprio in una di queste “fughe”, nell’estate del 1843, avvenne uno dei fatti che influì maggiormente sulla vita e sull’opera di Victor Hugo: la morte della figlia Leopoldine, che apprese dal giornale mentre si trovava a Rochefort con l’amante.

Nello stesso anno Victor Hugo incontrò un’altra donna, Léonie Biard, con cui intrattenne una relazione di ben sette anni. Nel 1851, dopo che Hugo si era rifiutato di lasciare Juliette per lei, la Biard inviò alla sua rivale ogni lettera d’amore che lui le aveva inviato. Juliette si abbandonò allo sconforto, anche se allo stesso tempo si meravigliava di come lui avesse potuto preferirla a una donna più giovane, più bella e più brillante di lei. Qualche anno dopo, nel 1853, lei ribadì il suo perdono:

Mio amato Victor, amatissimo, amatissimo, non devi soffrire per i nostri mali. Non sei fatto per questo e non lo sarai mai. Per preservarti da qualsiasi tentazione a riguardo, ti regalo questo piccolo ramo di bosso benedetto dalle mie preghiere e dai miei baci. Ogni sua foglia contiene il perdono di quei sette anni che tu hai rubato al mio amore.

Negli anni successivi l’esilio volontario di Juliette si fece più dolce, contrapposto all’esilio vero di Victor Hugo, per motivi politici. Lui si mostrò più disponibile e dolce con lei, soprattutto da quando si era trasferito fuori dalla Francia grazie al finto passaporto che nel 1851 la Drouet gli aveva procurato. Nel dicembre del 1864 Juliette ricevette addirittura l’invito alla festa di Natale organizzata da Madame Hugo, che declinò solo perché troppo discreta per partecipare. Tra le due non c’era rivalità, tanto che nel testamento la moglie dello scrittore chiese ai figli di non abbandonare Juliette.

Dopo la morte di Madame Hugo, nel 1868, la Drouet cominciò a vivere fianco a fianco con Hugo, assistendolo anche nei suoi impegni pubblici. Solo nel 1878 venne a sapere di un’altra relazione duratura e segreta dell’uomo, con la giovane Blanche Lanvin, figlia adottiva di alcuni amici, che lavorava nella loro casa come aiutante dall’anno prima. “Prego Dio di seminare meno donne giovani e carine sul tuo cammino”, scrisse in una delle sue lettere, quello stesso anno. Non servì a nulla.

Nonostante tutto, continuò ad amarlo fino alla fine e a scrivere parole tenere per lui. “Non so fare altro che amarti con tutta la forza del mio cuore e della mia anima”, gli scrisse il 6 luglio del 1882. Straziata dal dolore fisico e mentale, Juliette morì l’11 maggio 1883, per un cancro allo stomaco di cui soffriva da anni. I suoi amici impedirono a Hugo di partecipare al funerale. La sua morte avvenne solo due anni più tardi, il 22 maggio 1885.

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