Tutti femministi l’8 marzo. Poi, passato il santo, passata la festa.
Archiviata la Festa della Donna possiamo tornare a indignarci per i numeri vergognosi della disparità di genere l’anno prossimo. Quanto ai fatti, per quelli stiamo a vedere, sperando che nel frattempo non ne muoiano troppe di donne, almeno non più di quell’una ogni tre giorni che già viene uccisa in Italia.
Senza considerare i danni collaterali della violenza non mortale, che massacra di botte e uccide, non direttamente, con le armi della depressione e del suicidio.

L'8 Marzo NON è la Festa della Donna. Non vogliamo auguri, vogliamo altro!

Del resto va meglio di 100 anni fa, no?

Votiamo, anche se in Parlamento siamo una minoranza scarsamente rappresentata e normata dall’umiliazione di quote rosa.
Possiamo lavorare, senza contratti e stipendi corrispondenti a quelli dei nostri colleghi, subendo molestie sul lavoro (1 donna su 10), dovendo scegliere (o mediare molto) tra l’avere figli e la nostra realizzazione professionale in assenza di politiche che ci sostengano.
La violenza sulle donne una volta era una pratica più o meno socialmente accettata e diffusa, mentre ora viene uccisa una donna ogni tre giorni e una su tre nella vita subirà abusi fisici o psicologici.
Possiamo vivere liberamente la nostra sessualità, nel senso che siamo libere di essere additate come troie, se lo facciamo troppo liberamente.
Possiamo scegliere di non sposarci e non avere figli, salvo dover rispondere settimanalmente alla domanda “quando ti sposi?” o “guarda che tra poco sarai troppo vecchia per avere figli” o “guarda che poi ti penti”.

Abbiamo voluto la parità, no? Infatti quando torniamo a casa da sole la sera abbiamo paura e rischiamo di essere stuprate come capita a qualsiasi uomo.
Infatti sul web c’è pieno di foto e video di uomini oggetto di insulti sessuali, di fantasie aberranti e violente e di definizioni svilenti.

Già, il web. Quel mondo (reale!) di infinite potenzialità, trasformato nel più becero dei mezzi da eserciti di ignoranti violenti. E allora

Benvenute donne, nel nuovo Medioevo digitale.

Quello in cui vive questo feudatario di pagine web che inneggiano alla violenza sulle donne e al femminicidio, tra le risate e l’approvazione dei suoi mezzadri e delle sue serve involuti.

Basterebbero queste parole per chiedere che, lecitamente, vengano presi provvedimenti nei confronti di queste persone. Ci sono quelle di questo video e le altre, scritte, riportate da Selvaggia Lucarelli in questo e in altri post, tra cui spicca anche un meme – uno dei tanti – che beffeggia, ancora una volta, Tiziana Cantone, uccisa (realmente!) dall’irreale (per molti!) cyber bullismo.

Ci sono queste, che inneggiano al vilipendio di cadavere

La nipote muore di cancro. Insulti sul web a Miguel Bosé: "Dio ti ha punito perché sei omosessuale"

Ci sono le minacce sessuali a Bebe Vio

Caso Bebe Vio: se contro queste minacce sessuali non abbiamo i mezzi per difenderci
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Che schifo! Che schifo anche il fatto che il senso comune percepisca i cyber delinquenti, come dei ragazzi spostati e non come i criminali e gli assassini che sono. 

Che schifo, che le donne prendano parte a un maschilismo culturale che le ha plasmate a loro immagine e somiglianza.

Questa Festa della Donna ha bisogno delle tette di Emma Watson

Non c’è nulla da festeggiare. Non ieri – 8 marzo -, non oggi.

Benvenute, donne, nel nuovo Medioevo.

Articolo originale pubblicato il 9 Marzo 2017

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