La nostra fortunata vita vista dallo schermo dei videogiochi anni '90

I videogiochi anni '90 hanno segnato gran parte della nostra vita. Roba da Donne ha deciso di dedicare un video proprio a loro. In chiave ironica, guardate per scoprire se anche voi la pensate così.

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Chi se li scorda i bellissimi videogiochi degli anni ’90? Impossibile farlo, hanno segnato la nostra infanzia e anche adolescenza (per i più nerd). Anzi a essere onesti una partitina la faremmo volentieri anche adesso, nonostante siamo un po’ cresciute.

E così Roba da Donne ha deciso di dedicare un video a tutti i nostri passatempi preferiti. E proprio attraverso le scene dei famosi videogiochi descrivere la nostra vita, che possiamo definire non troppo fortunata.

Scena 1: Pac-Man, questo gioco non poteva che essere abbinato al nostro costante desiderio e bisogno di cibo, che subito dopo essere saziato si trasforma in sensi di colpa per la prova costume. Così ci sentiamo molto simili a quella sfera gialla che non fa altro che mangiare tutti quei puntini così belli e ordinati per tutto il labirinto.

Scena 2: L’ansia. Che videogioco poteva descrivere la nostra acerrima nemica se non Tetris? Quella musichetta, quello scorrere di oggettini uno dopo l’altro e l’aumento della velocità sono proprio identici alla nostra vita reale. Serve un miracolo per sopravvivere.

Scena 3: Bubble e la sfiga. A chi è mai capitata la sfera del colore giusto al momento giusto? Siamo quasi certe di poter azzardare un nessuno come risposta. Ergo Bubble è decisamente primo nella lista della sfiga.

Scena 4: Bellezza, delle altre. Avete presente Lara Croft la protagonista di Tomb Raider? Alta, magra, agile, fredda e sarcastica? Ecco noi ci sentiamo più simili al draghetto Spyro, molto simpatico e un po’ meno sexy.

E per concludere non poteva mancare il nostro motto della vita, “mai una gioia”, e chi poteva essere abbinato se non al povero Super Mario? Gli fregano la principessa e prima di riprendersela deve superar infiniti mondi, dove incontra animali strani che non fanno altro che ostacolare il suo percorso.

Povero Mario, se ti consola però, noi ti facciamo compagnia. E fidati che non siamo poche.

 

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