Ogni 4 anni, il calendario guadagna un giorno in più, proprio alla fine del mese più corto. Il 29 febbraio è una data che da sempre ci affascina e ci spaventa, così come l’anno bisestile che la ospita.

Ma perché esiste? E, soprattutto, perché si dice sia sfortunato?

Perché si parla di “anno bisestile”?

La prima adozione dell’anno bisestile si deve a Giulio Cesare che nel 46 a.C., che, basandosi sui calcoli effettuati dall’astronomo Sosigene di Alessandria, introdusse nel calendario un giorno in più ogni 4 anni in quello che era allora il mese di febbraio, subito dopo il 24.

Visto che il 24 febbraio in latino era il ”sexto die ante Calendas Martias”, il giorno in più diventò il ”bis sexto die’‘, da cui è poi derivato il nome bisestile. In inglese, si utilizza il termine “leap year”, anno del salto: dopo il 29 febbraio, infatti, si “salta” un giorno in più rispetto all’anno precedente.

Nel 1852, Papa Gregorio XIII, introducendo il calendario gregoriano eliminò tre anni bisestili ogni 400, sempre all’inizio del secolo, con la bolla papale “Inter gravissimas”.

La regola, da allora in poi, è diventata questa: un anno è bisestile se il suo numero è divisibile per 4, con l’eccezione degli anni secolari (divisibili per 100) non divisibili per 400. Perciò, per fare un esempio, nel 2100 non ci sarà un febbraio con 29 giorni, così come non c’è stato nel 1900, mentre il prossimo anno bisestile sarà quello che sta per iniziare: il 2024.

Perché esiste un anno bisestile?

L’anno bisestile cade ogni quattro anni e prevede un febbraio con 29 giorni al posto dei soliti 28; la scelta è stata fatta per restare allineati al calendario astronomico, che ogni anno, in realtà, non dura esattamente i 365 canonici: il giorno in più inserito negli anni bisestili, quindi, è necessario a compensare le circa sei ore di disavanzo di ogni anno.

Un anno astronomico, che indica il tempo impiegato dalla Terra per completare la sua orbita intorno al Sole, è infatti pari a 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 9,54 secondi.

Significato culturale e simbolico

Funesto, eccezionale, capace di ribaltare i canoni di genere (come vedremo) anche solo per un giorno: sono tantissimi i significati che vengono attribuiti all’anno bisestile.

Per la numerologia, i leap year” sono speciali perché, ha spiegato spiega Mary Shannon a Refinery29,

Hanno la vibrazione del numero 11 (2 + 9 = 11) in loro, che è un numero spirituale significativo in numerologia. Sono un buon momento per concentrarsi su qualsiasi tradizione spirituale da cui sei attratto e passare un po’ di tempo a contemplare la natura della realtà e dell’esistenza. Poiché gli anni bisestili arrivano una volta ogni quattro anni, l’energia della data stessa agisce come una sorta di portale o spazio vuoto nel normale modello delle nostre vite”. Offre un’opportunità vibratoria di sperimentare un’energia che non è sempre comune. Puoi usare l’energia di questo anno bisestile per trovare un equilibrio nella tua vita, tra la tua realtà quotidiana pratica e la tua vita intuitiva e spirituale.

Anno bisesto, anno funesto? tra mito e realtà

Ma perché l’anno bisestile ha una così pessima reputazione? Le ragioni sono da ricercare nella superstizione e nelle credenze popolari che si sono tramandate generazione dopo generazione. Ma la pessima fama dell’anno bisestile arriva addirittura dai romani, e dalle virtù (negative) magiche che gli venivano attribuite.

Febbraio, oltre a essere il mese più corto, sin dai tempi di Numa Pompilio, successore di Romolo, è il momento dell’anno dedicato a morti e inferi. Per la società romana è infatti l’ultimo mese dell’anno, quello in cui si celebrano i februa, ovvero i riti di purificazione da cui deriva il nome del mese stesso.

Due, in particolare, sono i rituali che spiegano la concezione “sinistra”: i Feralia – da cui deriva anche l’aggettivo ferale, ovvero luttuoso – con cui si indicava l’apertura del varco al ritorno dei morti, il ventunesimo giorno, e il Regifugium, che rievocava la cacciata dei re e la fondazione della repubblica, che ricorre il 24. Proprio questa data, il sesto giorno che precede le calende di marzo, segna la fine dell’anno, e i giorni successivi sono considerati dai romani tempo morto, un vuoto nefasto che dura proprio fino al primo marzo.

Anche Savonarola, nel 1400, contribuì a rendere ancora più nefasta la reputazione del’anno bisestile, parlando di  epidemie, carestie e grandi tragedie legate proprio a questo anno, e, anno dopo anno, è sempre stato più difficile togliere questa “macchia” dall’anno bisestile.

L’impatto dell’anno bisestile sulla vita quotidiana

Il fatto che il 29 febbraio appaia un anno e poi scompaia per 3, così come il fatto che alcuni anni abbiano un giorno in più degli altri, non ha solo degli effetti potenzialmente funesti, ma anche molto pratici.

Cosa accade, ad esempio, per le scadenze che cadono il 29/02? Dipende: se parliamo dei termini della prescrizione, vengono anticipati al giorno precedente. Se si tratta delle scadenze di documenti ufficiali, come la carta d’identità e la patente, ci sono invece delle regole specifiche: per chi è nato il 29 febbraio, infatti, viene riconosciuta l’unicità della situazione e la scadenza dei documenti viene estesa.

Seppur così speciale, però, dal punto di vista lavorativo il 29 febbraio viene considerato come qualsiasi altro giorno dell’anno. Il prossimo, ad esempio, sarà un semplice giovedì, ovvero un giorno lavorativo aggiuntivo retribuito secondo il proprio contratto.

Le curiosità sull’anno bisestile

Secondo una tradizione irlandese, il 29 febbraio è l’unico giorno in cui le donne possono fare una proposta di matrimonio ai loro partner: vi si è ispirato il film con protagonista Amy Adams “Una proposta per dire sì”, che in inglese si chiama proprio “Leap Year”.

Ma anche in alcune culture del nord Europa l’anno bisestile è legato alla possibilità delle donne di fare la proposta di matrimonio: se un uomo rifiuta il 29 febbraio, infatti, deve compensare la donna con dei regali. In Danimarca la pena è di 12 paia di guanti, che la fanciulla respinta può indossare per nascondere l’ignominia di non avere un anello, in Finlandia un uomo che rifiuta deve fornire abbastanza tessuto per fare una gonna.

E a proposito di regali, quando festeggiano i “leapers”, i nati il 29 febbraio nei 3 anni in cui il loro compleanno non compare ? Non c’è un’unica risposta, alcuni scelgono il 28 febbraio, ma visto che un’altra diffusa superstizione vuole che non si debba mai celebrare in anticipo, spesso la festa viene rimandata al 1 marzo.

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