Tarocchi: la storia e una mini guida al significato delle carte più importanti

Il mazzo dei tarocchi è composto da 78 carte, dette anche "Lame", suddivise in due sottogruppi: da un lato, le 22 carte figurate degli Arcani Maggiori, o Trionfi, numerate con cifre romane (a eccezione del Matto, che ha il numero 0); e, dall'altro, i 56 Arcani Minori, ripartiti in quattro "semi", ossia denari, bastoni, spade e coppe, e raffiguranti gli elementi della natura, quindi acqua, fuoco, aria e terra. Qual è la loro storia e come sono evoluti nel corso del tempo? Vediamolo insieme.

Fascinazione, mistero, soggezione, e, a volte, anche un pizzico di paura: il mondo dei Tarocchi reca con sé una molteplicità di significati e interpretazioni che, fin dall’antichità, è in grado di suscitare la curiosità e l’interesse delle persone anche più scettiche.

Chi, infatti, non ha mai provato la tentazione di farsi leggere le carte, almeno una volta nella vita? E magari di scoprire, attraverso di esse, quali sarebbero potuti essere i risvolti di una determinata situazione o gli esiti di un quesito a lungo custodito dentro di sé?

Perché i Tarocchi ci affascinano, e qual è la loro storia? Scopriamolo insieme.

La storia dei tarocchi

Sebbene le loro origini non presentino una profilazione molto chiara, è indubbio che la storia dei tarocchi affondi le proprie radici in tempi remoti. Secondo la tesi del letterato ed esoterista francese Antoine Court de Gébelin, per esempio, le carte figurate si sarebbero sviluppate nell’antico Egitto, e, nello specifico, corrisponderebbero ai Libri di Thot, redatti dal dio Thot e nei quali sarebbero presenti misteri e predizioni del futuro, codificati dai sacerdoti nelle immagini simboliche definite “Trionfi” (o Arcani Maggiori).

Un’altra teoria, come si legge su The Wise Magazine, vedrebbe, invece, l’abbrivio dei tarocchi in un gioco di carte arabo, chiamato Naibbe (da nā’ib, ossia “deputato”, il nome di una delle figure del mazzo), portato in Italia in occasione dell’insediamento dei Mori in Sicilia del IX secolo.

Nonostante tali ipotesi, tuttavia, la tesi più accreditata vuole che sia proprio l’Italia la culla del Tarocco: sulla base di una serie di documentazioni, ritrovamenti e testimonianze, infatti, esso troverebbe origine nelle corti nobiliari della prima metà del Quattrocento, tanto che, all’epoca, era già possibile distinguere il Tarocco di Lombardia, quello di Venezia, quello di Bologna e molti altri, utilizzati alla stregua di giochi con scopi educativi e/o di intrattenimento.

Il significato delle carte più importanti

Il mazzo dei tarocchi è composto da 78 carte, dette anche “Lame”, suddivise in due sottogruppi: da un lato, le 22 carte figurate degli Arcani Maggiori, o Trionfi (termine che rimanda ai Triumphi di Francesco Petrarca, dove il poeta trecentesco descrive le sei forze gerarchiche che governano gli uomini), numerate con cifre romane (a eccezione del Matto, che ha il numero 0); e, dall’altro, i 56 Arcani Minori, ripartiti in quattro “semi”, ossia denari, bastoni, spade e coppe, e raffiguranti gli elementi della natura, quindi acqua, fuoco, aria e terra.

Il primo gruppo di carte rimanda, come si evince dal loro nome, a una sorta di “macrocosmo”, costituito dagli archetipi principali che forniscono ordine all’universo. Il secondo, invece, rappresenta un “microcosmo”, delineandosi come la forma o manifestazione peculiare della situazione esaminata mediante gli Arcani Maggiori.

Tra le carte più significative, vi sono, senza dubbio, le seguenti:

  • il Mago (o Bagatto), simbolo di astuzia, intelligenza e azione;
  • la Papessa (o Iside), emblema di scienza, inconscio e comprensione;
  • l’Imperatrice, sinonimo di fecondità, vivacità e realizzazione;
  • l’Imperatore, simbolo di protezione e potere;
  • il Papa, emblema di saggezza, ispirazione e insegnamento;
  • gli Amanti, sinonimo di passione, amore e tentazione;
  • il Carro, simbolo di vittoria, trionfo e positività;
  • la Giustizia, emblema di armonia, rigore ed equità;
  • l’Eremita, sinonimo di prudenza, solitudine e saggezza;
  • l’Appeso, simbolo di martirio, abbandono ed espiazione;
  • la Torre, emblema di rovina, odio e pericolo subitaneo;
  • le Stelle, sinonimo di buona sorte, favori del destino e successo;
  • il Mondo, simbolo di compimento, gioia e ricchezza;
  • il Matto, emblema di follia e ispirazioni.

Come avviene la lettura dei tarocchi?

Ma come si leggono i tarocchi? Vi sono diversi metodi, e ciascun cartomante possiede uno stile totalmente personale e sui generis, ma tutti gli appassionati ed esperti concordano su almeno una serie di passaggi, basilari per tutte le tecniche utilizzate:

  • innanzitutto, prima di iniziare la lettura, il consultante deve porre una domanda specifica e/o determinare l’ambito per il quale vorrebbe ottenere una risposta;
  • il mazzo deve, poi, essere mescolato prima di ogni sessione, sovente sia dal consultante, sia dal cartomante;
  • le carte devono, quindi, essere sparse – mantenendole coperte – di fronte al consultante, che le deve scegliere seguendo il proprio istinto e, in seguito, deve posizionarle secondo le istruzioni dettate dal cartomante, il quale le leggerà nel senso di lettura posto dal consultante stesso.

Come si legge su nss G-Club, tra le metodologie più semplici vi sono:

  • la Lettura del Sì e del No, che consiste nella pesca di una singola carta, di cui sarà, poi, interpretato il senso sulla base del suo significato;
  • la Lettura delle Tre Carte, ossia quella che prevede la scelta di tre carte, da leggere da sinistra verso destra, rappresentanti il passato, il presente e il futuro – sulla base di quanto richiesto dal consultante;
  • e, infine, la Croce Celtica, di cui una delle versioni più popolari vede la scelta di dieci carte e la loro disposizione “a croce celtica”, appunto.

I tarocchi al giorno d’oggi

E oggi, come vengono utilizzati i tarocchi? Da gioco nobiliare a immagine simbolica dell’universo, nel mondo contemporaneo i tarocchi non hanno perso, senza dubbio, la loro fascinazione, tramutandosi in un efficace strumento per avvicinare sempre di più le persone al potere dell’introspezione e dell’autoriflessione.

Le carte, infatti, con la loro mistica e il loro simbolismo – spesso occulto -, rimandano a un universo di significati ineffabili e talvolta contraddittori, immergendo l’individuo che ne fruisce nel magma dell’inconscio, fatto di archetipi, suggestioni e immagini emblematiche.

I tarocchi, dunque, non posseggono più un carattere divinatorio, come accadeva in passato, quanto, piuttosto, un’aspirazione alla scoperta di sé, all’indagine dei meandri più nascosti e impervi e dei lati oscuri della nostra psiche, alla manifestazione di un presente sconosciuto e ignoto che cessa di essere tale se interpretato mediante la simbologia e la profondità che quest’ultima reca con sé.

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