"Di' ai miei figli che li amo tanto": voci e storie dalle Torri Gemelle

Gli ultimi messaggi a mogli, genitori e figli da parte dei passeggeri degli aerei dirottati e di coloro che sono rimasti intrappolati nelle torri, i volti e le storie dall'inferno dell'11 settembre. Per non dimenticarli. Per non dimenticare.

CeeceeChristopherDiane, Melissa, Kevin, Marcy. E David, Garnet, Berry, Charles Edward, Daniel, Carolyn, Barbara, Betty, Orio. Si sarebbero potuti chiamare Marta, Diana, Davide, Carlo, Daniela, Marco, Paola, Luca. Sarebbero potuti essere nostro marito, il nostro compagno, mamma, papà… I nostri figli. Sarebbero potuti essere persino quell’amico che ci ha ferite o che, oggi, proprio non sopportiamo, la collega antipatica, la rivale in amore. O quei legami così scontati da farci reputare impossibile che un SMS, una chiamata o un bacio possano essere gli ultimi.

I messaggi e le telefonate di Cecee, Christopher, Diane e di altre centinaia di persone sono stati gli ultimi. Erano nelle Torri Gemelle, o in volo, l’11 settembre 2001. Diciannove anni fa.

Vogliamo ricordarli. Dobbiamo ricordarli. Per farlo, abbiamo scelto alcune storie. Da raccontare, lo sappiamo, ce ne sarebbero molte di più: quelle dei 189 morti nell’attentato al Pentagono. Quelle delle 44 vittime dell’attentato sventato contro la Casa Bianca. Quelle delle persone all’interno delle Torri Gemelle, 110 piani ciascuna per 415 metri di altezza, 35mila dipendenti distribuiti fra 430 società diverse: oltre 2.700 padri e madri di famiglia, ragazzi e ragazze, amici e colleghi, vigili del fuoco e poliziotti non ci sono più. Quelle di coloro che sono morti – e continuano a morire – per le conseguenze degli attentati.

Come le loro.

1. “Ti amo tanto. Di’ ai miei figli che li amo tanto”

Alcune delle vittime degli attentati dell’11 settembre 2001 sono riuscite a contattare i propri cari prima di morire. Sono SMS e telefonate strazianti, resi pubblici in parte da autorità e familiari delle vittime, in parte da Wikileaks nel 2009.

  • L’ultima telefonata al marito di Ceecee Lyles, hostess sul volo United Airlines 93:

Ascoltami, mi devi ascoltare molto attentamente. Sono su un aereo. È stato dirottato. Ti amo tanto. Dì ai miei figli che li amo tanto.

  • Christopher Hanley, 35 anni, chiamava il 911 dall’interno delle Torri: Hanley non capiva cosa stesse succedendo. Chiamava con voce calma: c’è molto fumo, spiegava chiedendo l’intervento di qualcuno. L’operatore gli suggeriva di non agitarsi, di aprire le finestre. Stiamo arrivando, assicurava. Ma nessuno ha mai raggiunto Hanley.
  • Un sms inviato l’11 settembre:

I miei unici pensieri sono per Nicholas, Ian e te.

  • L’ultimo messaggio di Diane al suo compagno:

Sono terrorizzata. Ho bisogno di dirti quanto veramente ti ami. Diane

  • Un altro sms inviato l’11 settembre:

So che hai una relazione nuova e non ti importa più nulla di me. Ma nonostante ciò che possa accadere oggi sappi che ti amo.

  • Gli spiragli di speranza:

Urgente. Sono Tim. Sto bene. Ero fuori dall’edificio quando è esploso, ma sto bene.

Papà, ti voglio bene e sono felice che stia bene. Chiamami appena sei a casa.

  • Melissa Doi e la sua chiamata al 911:

‘Fa caldo, il pavimento è caldo, abbiamo paura’ era l’urlo di dolore di Melissa.

‘Stai calma, non ti muovere, stanno venendo a prenderti’ assicurava l’operatrice.

Melissa è una delle 3mila vittime dell’11 settembre 2001.

  • Kevin Cosgrove, l’ultima chiamata dal World Trade Center: Kevin era al piano 106. Parlava con i soccorsi al telefono, confessando di aver mentito alla moglie: le aveva detto di essere in salvo. Si sente un boato. Oh my God: è la voce di Kevin.

Poi, solo il silenzio.

Ma le storie, sono tante, troppe…

2. Daniel Lewin: la prima vittima dell’11 settembre

A 31 anni, Daniel Lewin era un matematico, militare, programmatore, informatico e imprenditore.

Cresciuto a Gerusalemme e congedato con onore dall’esercito israeliano, è stato cofondatore di Akamai Technologies. Marito di Annie Lewin, era il papà di Itamar (1993) ed Eitan (1996).

Seduto al posto 9B di business class del volo American Airlines 11, Daniel Lewin fu ucciso dagli attentatori: è stato la prima vittima dell’11 settembre.

3. David Lawrence Angell, il produttore pluripremiato

Nato a West Barrington nel 1946, David Lawrence Angell era un produttore televisivo. E che produttore: si era aggiudicato numerosi Emmy Awards in quanto ideatore e produttore della sit-com Frasier.

Insieme alla moglie Lynn, David era in viaggio sul volo American Airlines 11. Entrambi sono morti nello schianto contro le Torri Gemelle.

4. Garnet Bailey, ovvero Ace l’hockeista

Dal 2012 si chiama Bailey, la mascotte dei Los Angeles Kings. Sono stati l’ultima squadra per cui Garnet Bailey, detto Ace, ha lavorato come scout, dopo una vita da hockeista professionista.

Garnet era a bordo del volo United Airlines 175 che si è schiantato contro la Torre Sud del Wtc.

5. Berry Berenson, il bacio della pantera di Vogue

Attrice, modella, fotografa, madre, vedova. Berinthia “Berry” Berenson, nata il 14 aprile 1948, ha lavorato come modella e recitato in film come Rebus per un assassino (1979), a fianco di Jeff Bridges, e Il bacio della pantera (1982) di Malcom McDowell.

Sul set di Play it all Lays (1972) si innamora di Anthony Perkins, suo marito dall’agosto ’73: dal loro matrimonio sono nati Oz ed Elivs.

Anthony è morto nel 1992. Berry da quel momento si dà alla fotografia: i suoi servizi sono comparsi anche su Vogue.

Era a bordo del volo American Airlines 11.

6. Charles Edward Jones, una vita nei cieli

Nato nel ’52, Charles Edward “Chuck” Jones è stato colonnello dell’United States Air Force e, dal 1982 al 1987, componente dell Manned Spaceflight Engineer Program. Sarebbe dovuto partire a bordo dello Space Shuttle Challenger, missione cancellata  a causa di un incidente dello stesso shuttle.

Charles Edward era sul volo American Airlines 11. È morto nello schianto contro la Torre Nord.

7. Carolyn Beug, “Right Now”

Classe 1953, la regista Carolyn Ann Mayer-Beug ha firmato tra l’altro il videoclip Right Now dei Van Halen, un testo che oggi suona quasi come un drammatico presagio.

Era sul volo American Airlines 11.

8. Barbara Olson, dalla parte dei giusti

Barbara Kay Bracher in Olson, plurilaureata, era avvocato, giornalista, opinionista e consulente investigativo per la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti.

Moglie di Theodore Olson, procuratore generale degli Stati Uniti durante l’amministrazione Bush, Barbara era fortemente critica verso Bill e Hillary Clinton.

Era sul volo American Airlines 77, dirottato contro l’ala ovest del Pentagono. Prima dello schianto, ha chiamato due volte il marito.

9. Betty Ong, l’eroica assistente di volo

Betty Ann Ong era un’assistente del volo American Airlines 11.

Ha chiamato la compagnia aerea poco prima dello schianto: grazie alla sua telefonata, durata 23 minuti, è stata ricostruita l’identità dei dirottatori. 

10. Orio Palmer e gli altri pompieri, i soccorritori e i poliziotti dell’11 settembre

Orio Palmer e tutti gli altri pompieri e soccorritori, instancabili ed eroici, hanno perso la loro vita per salvarne altre – vite di sconosciuti e sconosciute – ricoperti di polvere e dolore e tensione da capo a piedi.

Orio Palmer è morto tentando di liberare gli intrappolati al 78º piano della seconda torre.

Secondo il Rapporto della Commissione sull’11 settembre, le registrazioni audio e video di Orio Palmer hanno avuto un ruolo fondamentale nell’analisi dei problemi alle comunicazioni radio durante gli attentati.

Le vittime tra i soccorritori sono state 411. Il New York City Fire Department perse 341 vigili del fuoco e 2 paramedici; il New York City Police Department 23 agenti.Il Port Authority Police Department 37, e i servizi di emergenza medica privata persero 8 tecnici e paramedici.

Il 5 luglio 2013 sono stati identificati i resti del pompiere Jeffrey P. Walz, 37 anni, l’ultima vittima recuperata.

11. Le conseguenze degli attentati alle Torri Gemelle

Oltre 2.500 contaminanti, molti cancerogeni. Causa di malattie debilitanti tra i soccorritori e gli operatori addetti alla rimozione delle macerie, come pure fra residenti, studenti e impiegati della zona.

Sono tante, tantissime le vittime della polvere tossica. Anche i feti, colpiti da patologie e malformazioni.

Gli studi scientifici sono tuttora in corso.

12. Dust Lady, la ribelle simbolo dell’11 settembre

Fu soprannominata Dust Lady. La sua immagine è diventata un emblema dell’11 settembre 2001: Marcy Borders,sopravvissuta al crollo delle Torri Gemelle, è stata fotografata ricoperta da testa a piedi della sottile polvere grigiastra che invadeva Manhattan. È morta per un tumore allo stomaco a 42 anni. Una malattia innescata dalla tragedia: il corpo di Marcy era pieno di tossine.

La mia mamma ha combattuto una battaglia straordinaria – ha raccontato la figlia Noelle al New York Post – Non solo è la ‘Dust Lady’, ma è la mia eroina e vivrà per sempre attraverso me.

Marcy Borders, quando l’11 settembre 2001 la torre in cui lavorava è stata colpita da un aereo, ha disobbedito al suo capo: è fuggitaSalvandosi la vita.

L’11 settembre l’ha poi uccisa in un altro modo. Lasciandole però almeno il tempo di salutare coloro che ha amato.

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