
Social video commerce: comprare guardando i video è già realtà. Quindi "occhio!"

Sempre più spesso il marketing si avvale di ciò che offrono le piattaforme social. Però è anche importante stare al passo: gli algoritmi cambiano continuamente, e così fanno le tendenze. Per questa ragione bisogna saper individuare mezzi e modi per promuovere i propri prodotti anche sui social. Uno di questi modi, che sta andando molto forte nella primavera è nell’estate 2025, è il social commerce in video.
Il social commerce tradizionale permette di realizzare diversi formati in termini di contenuti. Ci possono essere le foto, ci può essere lo storytelling per via scritta, e naturalmente ci possono essere anche i video, oltre naturalmente all’utilizzo delle sezioni apposite per lo shopping, e magari degli eventi dedicati. Il social commerce video‑first utilizza esclusivamente i reel per promuovere i prodotti: i video devono essere particolarmente corti, anche perché l’attenzione dell’utente medio tende a scemare, devono essere user friendly per quanto riguarda dimensioni e orientamento, e quindi verticali per essere visti bene su smartphone, e devono raccontare in maniera interessante, magari avvalendosi di tendenze più o meno durevoli. Se vi è mai capitato di vedere filmati di questo tipo in cui si promuovono delle merci ricorrendo all’Asmr oppure ci si avvale di specifiche tipologie di video, quello è il social commerce video‑first.
Ci sono diverse tipologie di social commerce in video. Haul per esempio definisce un tipo di contenuto filmato in cui viene mostrata una carrellata di diversi prodotti appena acquistati: possono essere dei libri, come dei vestiti, o perfino oggetti per la difesa personale, per non parlare di accessori da cucina e gadget per bambini e animali. Diverso il discorso per il tutorial, in cui l’oggetto acquistato viene mostrato nella sua funzionalità: mettiamo che abbiate acquistato una padella particolare per preparare una ricetta speciale, e quindi il video tutorial serve a mostrare le potenzialità del proprio a questo. C’è poi infine il live shopping, in cui l’acquisto avviene in un video in diretta, con tanto di processo decisionale, punti di forza e di debolezza del prodotto, dettagli estetici e funzionali. Questi tre tipi di video risultano molto coinvolgenti, tanto da invogliare spesso all’acquisto istantaneo.
Flavoured ha diffuso i dati sul social commerce in video per la primavera 2025. Sicuramente le piattaforme d’elezione per questo tipo di contenuti sono soprattutto tre:
Vengono privilegiati quindi i filmati particolarmente corti, come accennato, ma questo non significa che i video vengano fruiti poco. Anzi: la media di fruizione è di 141 minuti a persona al giorno sui social media, e il 78% degli utenti preferisce i video brevi per orientarsi allo shopping. Ma affinché un filmato venga visto interamente sui social, è importante che si mantenga al di sotto dei 24 secondi in media, caratteristica che consenta un tasso di completamento del 90%. Se invece si analizzano i video più lunghi, le piattaforme privilegiate cambiano: Facebook viene utilizzato maggiormente in tal senso, ma anche perché possiede una composizione demografica molto diversa, con un’età media decisamente più alta (per lo più Gen X e Boomer).
Particolare interesse sta riscuotendo la forma del live shopping. Si stima che le vendite al dettaglio legate a questo tipo di marketing possano raggiungere i 107,17 miliardi di dollari entro le la fine del 2025. Non deve stupire, dato che a maggio 2025 il 58% degli utenti di TikTok ha dichiarato di cercare e trovare ispirazione per lo shopping proprio grazie ai reel di questa piattaforma. La demografia di questo fenomeno in particolare interessa i giovanissimi di età compresa tra i 18 e i 24 anni, ovvero gli utenti papabili per gli acquisti durante il live shopping.
Un dettaglio interessante è rappresentato dal fatto che non sempre i reel propongono la realtà così com’è. Ve lo spieghiamo: non si tratta semplicemente di creare un canovaccio o una sceneggiatura, ma di ricorrere all’intelligenza artificiale per la creazione delle immagini video. Lo si fa perché è molto più economico rispetto all’allestimento di un set, e lo si fa anche perché è molto più immediato. In più per il consumatore non fa grossa differenza. Già il 38% dei venditori su TikTok se ne sta avvalendo.
Naturalmente è sempre importante ragionare con la propria testa. Certo, gli acquisti d’impulso esistono e vediamo quotidianamente video accattivanti che ci spingono a comprare. Ma dobbiamo porci sempre una domanda: ci serve? Ci sono lati profondamente oscuri nel consumismo e uno di questi è sicuramente lo spreco nemico dell’ambiente che esso comporta. Per cui, è normale credere nella pubblicità che ci promette la felicità, ma difficilmente lo troveremo in un paio di scarpe nuove, soprattutto se non sappiamo nulla delle policy di produzione in termini ambientali e di sfruttamento del lavoro.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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