Come sta la libertà di stampa in Italia? E nel resto del mondo?

La libertà di stampa sancisce il diritto dei mezzi di comunicazione di informare, comunicare ed esprimersi liberamente, senza censura, pressioni (da parte di governi, aziende, enti o altri poteri) e ingerenze di varia natura. Come affermato anche dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, si tratta, dunque, di un diritto che ogni Stato deve garantire ai suoi cittadini e alle loro associazioni, al fine di proteggere la libertà di parola e di opinione. Vediamo qual è il suo stato di salute, in Italia e nel mondo.

Il 3 maggio scorso si è celebrata la Giornata internazionale della libertà di stampa che, come ogni anno, pone in luce l’importanza del pluralismo e dell’indipendenza dei media, considerati come i cardini fondamentali per la difesa dei diritti umani e della democrazia. Ma come sta la libertà di stampa, in Italia e nel mondo? Approfondiamo il tema, analizzandone luci e ombre.

Cos’è la libertà di stampa e perché conta

La libertà di stampa sancisce il diritto dei mezzi di comunicazione di informare, comunicare ed esprimersi liberamente, senza censura, pressioni (da parte di governi, aziende, enti o altri poteri), intimidazioni e ingerenze di varia natura. Come affermato anche dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, si tratta, dunque, di un diritto che ogni Stato deve garantire ai suoi cittadini e alle loro associazioni, al fine di proteggere la libertà di parola e di opinione.

La libertà di stampa, dunque, concerne tutti i mezzi di comunicazione – dai giornali alle radio, dalla televisione alle agenzie di giornalismo – e si estende anche al diritto di accesso e raccolta di tutte le informazioni necessarie affinché essa possa essere esercitata.

Essa costituisce uno dei diritti fondamentali di una società che possa definirsi democratica, ed è essenziale perché:

  • crea una società informata, che può avere libero accesso a informazioni verificate, indipendenti, accurate e plurali, grazie alle quali è possibile nutrire le proprie riflessioni e prendere decisioni pensate e consapevoli in merito alla giustizia, alla politica e alla società;
  • favorisce il dibattito, e, di conseguenza, tiene vivo lo spirito della democrazia, grazie al confronto tra pensieri, idee, prese di posizione dissimili, utili per la costruzione di un pensiero critico;
  • protegge i diritti correlati, ossia quello di opinione, espressione, partecipazione politica e associazione;
  • funge da “spia” nei confronti del governo, denunciando eventuali abusi di potere, corruzioni e violazioni dei diritti umani;
  • contrasta la disinformazione e la manipolazione dell’opinione pubblica, tipica delle fake news, grazie a un’informazione trasparente e professionale, in grado di informare davvero i cittadini che ne hanno accesso.

La situazione della libertà di stampa in Italia: luci e ombre

E in Italia, come sta la libertà di stampa? La situazione non sembra essere delle migliori, soprattutto in seguito ai risultati del sondaggio svolto da Reporter Sans Frontières, che, ogni anno, stila la classifica globale dello “stato di salute” della libertà di stampa.

Classifica in cui l’Italia ha conquistato il 49esimo posto, scendendo di tre posizioni rispetto al 2024 e stagliandosi come la nazione peggiore nella cornice dell’Europa occidentale. Al primo posto, invece, troviamo la Norvegia, seguita dall’Estonia e dai Paesi Bassi, mentre tra gli Stati peggiori si annoverano la Cina, l’Eritrea e la Corea del Nord, agli ultimi tre posti della lista.

A spiegare il pessimo risultato dell’Italia, vi sarebbero, secondo il report:

[le minacce delle] organizzazioni mafiose, in particolare nel Sud del Paese, nonché dei vari gruppi estremisti che commettono atti di violenza.

Unitamente alla politica, che sta tentando di:

ostacolare la libera informazione in materia giudiziaria attraverso una “legge bavaglio” che si aggiunge alla prassi di azioni legali intentate per intimidire, imbavagliare o punire coloro che cercano di partecipare e di esprimersi su questioni di interesse pubblico.

Oltre alle pressioni politiche, alle intimidazioni e alle minacce, tuttavia, in Italia non mancano spiragli di speranza, rappresentati dalla resilienza di gran parte del giornalismo locale – che continua a denunciare, con coraggio e determinazione, i soprusi politici, la corruzione e gli abusi di potere, al costo di mettere a repentaglio la propria sicurezza -, e l’impegno dei cittadini, che si mobilitano per sostenere la libertà di stampa e i giornalisti minacciati.

La libertà di stampa in Europa

In Europa, invece, la libertà di stampa presenta una struttura più solida rispetto ad altre parti del mondo, sebbene vi siano, al suo interno, delle differenze notevoli. Nel complesso, infatti, gli Stati del Nord Europa – come i già citati Norvegia, Estonia e Paesi Bassi, insieme a Svezia, Finlandia e Danimarca – godono di una situazione migliore, per merito di forti garanzie costituzionali, istituzioni trasparenti e pluralismo mediatico.

L’Europa occidentale, invece, sta vivendo un generale momento di declino, e risulta tempestata di querele temerarie, pressioni politiche e una certa concentrazione della proprietà editoriale. Lo dimostrano le retrocessioni non solo dell’Italia, ma anche, e soprattutto, della Germania. Quest’ultima, infatti, è uscita dalla Top Ten della classifica di Reporter Sans Frontières a causa del:

clima di lavoro sempre più ostile per i professionisti dei media, in particolare a causa degli attacchi dell’estrema destra.

Drammatica, infine, la situazione dei Paesi dell’Europa orientale e dei Balcani, dove la libertà di stampa è sempre più fragile e minacciata da continue intimidazioni, scarso (se non assente) pluralismo mediatico e controllo dei media da parte della politica.

Il panorama globale: libertà di stampa, censure e repressioni

E oltreoceano, in quale condizione versa la libertà di stampa? Gli Stati Uniti, sempre secondo il report di Reporter Sans Frontières, vedono un declassamento dal 55esimo al 57esimo posto e, soprattutto, sono scenario di quella che Rsf sostiene sia:

il primo significativo e prolungato declino della libertà di stampa nella storia moderna, [al quale si aggiunge] il ritorno di Donald Trump alla presidenza, che sta aggravando notevolmente la situazione.

Nel complesso, infatti, ad esclusione dei Paesi “virtuosi” menzionati in precedenza – nei quali vige un giornalismo libero e indipendente -, si può affermare che la libertà di stampa stia attraversando un periodo di profonda crisi, costellato di minacce e attacchi verbali (e talvolta fisici) ai giornalisti, disinformazione, propaganda e diffusione di fake news da parte dei governi, pressioni e polarizzazioni politiche, mancanza di pluralismo mediatico, riforme restrittive e tecnologie di sorveglianza.

Un vero e proprio climax ascendente che può giungere fino ai casi più eclatanti di censura totale (come in Cina), incarcerazione ed esecuzioni dei giornalisti (come in Iran e Arabia Saudita) e pieno controllo sui media (come in Turchia).

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