Negging, riconoscerlo per difendersi: no, questi non sono complimenti!

Abbassare l'autostima di un'altra persona è un'arma di seduzione? La risposta è no, perché innesca solamente reazioni negative. Tuttavia, per qualcuno è un modo infallibile di "rimorchiare". Vediamo come funziona il negging, e perché è importante sapersi difendere.

Tra le forme di manipolazione utilizzate soprattutto nei confronti delle donne c’è il negging, una forma di flirt che consiste nel rivolgere insulti e critiche mascherati da complimenti. L’obiettivo è semplice: far sentire insicura la persona che riceve questi commenti, per sembrare più appetibili.

Una pratica pericolosa e ingiusta, che fa leva sull’insicurezza e sul livello di autostima di chi si ha di fronte. Tutto per via di un’idea arretrata e sessista che non si vuole una persona con cui poter costruire legami veri e importanti, ma oggetti da manipolare per i propri fini.

Vediamo meglio cos’è il negging, da cosa viene questo termine e soprattutto come riconoscerlo per difendersi.

Negging: cosa significa?

Il termine negging deriva dal verbo inglese “to negate” e secondo la definizione del Dizionario di Cambridge è

la pratica di rivolgere commenti negativi o lievemente offensivi a qualcuno che si ritiene attraente in modo da farli interessare a se stessi

Si tratta quindi di una vera e propria forma di manipolazione, conscia e volta a ferire in qualche modo l’altra persona, minando la sua autostima e la sua psicologia. Una pratica sicuramente antica, fatta da sempre, ma che ha ottenuto un nome specifico a partire dal mondo dei “pickup artist“, uno dei numerosi termini e scenari che fanno parte della manosphere, il luogo su internet in cui maschi, etero e bianchi specialmente, danno libero sfogo alla loro frustrazione e alla loro misoginia.

Tra le regole d’oro esposte nella community di questi “artisti del rimorchio”, per sedurre in maniera infallibile una donna bisognerebbe affidarsi al negging, insulti velati sotto forma di complimenti, che lasciano sempre l’amaro in bocca.

Chi riceve questi commenti infatti sente che qualcosa non va, sia dal modo in cui vengono fatti, sia dal loro significato, e rimane al contempo arrabbiata e ferita. Arrabbiata perché sa che quello che questa persona dice non è la verità, né è in diritto di fare commenti. E ferita perché in qualunque modo e da qualsiasi persona certe parole arrivino al mittente, possono sempre fare male.

I meccanismi psicologici del negging

L’obiettivo principale di una persona che fa negging è portare l’altra persona ad avere un rapporto con lei, solitamente che non va oltre uno o due incontri. Chi mette in pratica questo trucchetto, dopo aver minato le sicurezze della vittima, fa in modo da risultare l’unica persona a poterla aiutare a rialzare.

Si tratta di una manipolazione pericolosa, perché porta le vittime a mettere in dubbio le proprie sicurezze, e in ogni caso, comunicare con insulti e frasi negativi non è mai accettabile, indipendentemente da quali siano lo scopo o i motivi trainanti.

Chiaramente, il negging è finzione, quasi una forma di recitazione, perché quelli che i manipolatori mostrano come difetti o cose da migliorare nell’altra persona, in realtà sono inventati. Sono studiati a tavolino per ferire l’altro, andando a colpire presunte insicurezze.

Ma perché una persona arriva a tanto per “sedurre”? Secondo la psicologia, dietro a questo comportamento si nasconde una grande insicurezza, che non sta in chi riceve negging, ma proprio in chi lo fa. Attaccare l’autostima degli altri è un modo per celare i problemi che il manipolatore ha nella propria.

Per capire invece quali meccanismi psicologici si nascondono dietro all’apparente successo di questa pratica, ci viene in aiuto Psychology Today, la rivista internazionale di psicologia. In diversi articoli viene trattato il tema del negging e delle relazioni. In un testo, lo psicologo Jeremy Nicholson spiega come avere l’autostima bassa faccia risultare più attraente la persona che si ha di fronte.

A favore di questa tesi è stato fatto anche un test esplicativo. Questa sensazione è tuttavia temporanea, e non permette infatti di instaurare relazioni sane e durature.

Come riconoscere il negging: 5 esempi

Dal momento che si tratta di una pratica manipolatoria, è importante saper riconoscere il negging. Se ci si trova in questa situazione, è bene innanzitutto avere un’idea di come potersi difendere, per non rimanere del tutto spiazzati, e vedremo nel prossimo paragrafo come fare. Ma la cosa fondamentale è sapere di potersene andare, perché se una persona ha scelto di iniziare una comunicazione o una relazione in questo modo, si avrà molto probabilmente un risvolto negativo. Vediamo 5 esempi di frasi o situazioni con le quali si manifesta negging.

1. Complimenti a rovescio

La tattica principale del negging è fare complimenti, seguiti sempre da un “…ma”, che capovolge la situazione, finendo per diventare un insulto. Riguardano innanzitutto l’aspetto esteriore, perché questa è la parte sui cui puntano maggiormente per far cadere l’autostima. Ecco che ci provano con commenti del tipo: “Di solito mi piacciono ragazze magre e alte, però tu mi intrighi!”, “Che bel vestito, non pensavo potesse stare bene con un fisico come il tuo invece non è male”.

Ma gli insulti sotto forma di complimenti si sprecano anche per quanto riguarda la personalità. È negging dire cose come “Non mi aspettavo fossi così simpatica” o “Che lavoro incredibile fai, allora non sei solo bella, sei anche intelligente”. Perché qualcuno dovrebbe sorprendersi se una donna ha diverse qualità tipiche di una persona qualsiasi, e non è solamente un oggetto bello da vedere?

2. Insulti rivolti come critiche costruttive

Gli insulti possono anche essere rivolti come critiche costruttive, un trucco che li rende, agli occhi di chi li fa, più innocui. In realtà sono più subdoli e cattivi, perché più difficili da scovare e che fanno dubitare maggiormente chi li subisce. Sentirsi dire da uno sconosciuto: “sei brutta, truccati di più” non è sicuramente piacevole, ma fa scatenare una reazione di rabbia, che porta a fregarsene del giudizio di una persona così apertamente maleducata e fuori luogo.

Se invece una persona dice: “sei molto attraente, se ti truccassi di più gli occhi saresti ancora più bella”, si prova confusione, un misto di lusinga e delusione. Proprio perché all’apparenza non si sta subendo un insulto, ma ricevendo un consiglio che magari è pure valido. In realtà, l’insulto c’è eccome. E soprattutto, nessuno può e deve dire a un’altra persona come gestire il proprio aspetto e la propria vita.

Questo genere di insulti di negging non si limitano al fisico. Anche frasi del tipo: “Sembri intelligente, perché non sorridi di più così si vede anche che sei simpatica?”, o “Non sei male, non dovresti più uscire con le tue amiche che ti fanno sembrare fallita come loro”. Consiglio e critica costruttiva? Assolutamente no! Piuttosto una manipolazione arrogante e dispregiativa, da non ascoltare nemmeno.

3. Insulti sotto forma di domanda

Un altro metodo per poter rivolgere insulti velati, sentendosi al sicuro dall’essere scoperti e di poter negare l’evidenza, è farlo sotto forma di domanda. In questo modo, i manipolatori pensano di salvarsi la faccia ritenendo che loro hanno solo chiesto, ed è stata la vittima in caso a confermare. Ad esempio, possono dire frasi del tipo: “Vuoi davvero indossare quel vestito?”, “Pensi che sia il caso di mangiare ancora?”, “Hai preso molto sole ultimamente vero? Ho visto quelle rughette sul viso”.

4. Comparazioni

Un’arma molto pericolosa che i manipolatori amano usare per sminuire l’autostima della vittima è fare paragoni. Così viene comparata con altre persone, che chiaramente nelle intenzioni di chi fa questi commenti devono risultare superiori rispetto a chi si ha di fronte. Un esempio lampante sono i paragoni con la ex, che dalle parole traspare come migliore in certi aspetti. Così che la vittima sente di dover migliorare o cambiare per assomigliarle di più.

5. Ambiguità e imbarazzo

In generale, le frasi di negging hanno una certa ambiguità, non suonano come complimenti genuini, stridono in qualche modo. E fanno sentire in imbarazzo: questa sensazione è un campanello d’allarme importante. Se si prova imbarazzo di fronte a delle avances, in qualsiasi caso c’è qualcosa che non va.

Molto probabilmente si sta subendo il negging, anche se il manipolatore negherà tutto, dicendo che stava solo scherzando e che la colpa se si sente offesa o irritata è solamente della vittima che non ha autoironia e senso dell’umorismo. In realtà, l’atteggiamento di gaslighting deve mettere ancora più in evidenza che il negging è stato volontario.

Negging: come difendersi

negging
Fonte: Web

Una volta compreso come riconoscere il negging, possiamo vedere in che modo difendersi. Abbiamo detto che questa tecnica è usata quasi come un’arma, di conseguenza, è possibile disinnescarla, grazie a comportamenti che possiamo attuare. La cosa principale è comprendere di non avere colpe, non lasciarsi convincere e ferire da quelle parole, che sono chiaramente false e con un preciso obiettivo. O meglio, dato che le parole spesso fanno stare male, anche se non lo vogliamo, dobbiamo capire come superare il momento di confusione iniziale, e avere i nervi saldi per poter rispondere in uno di questi modi.

1. Ignorare

La tattica migliore in questi casi, per salvaguardare il proprio equilibrio, è andarsene non appena ci si rende conto di star subendo negging. Nessuno obbliga a rimanere a farsi insultare da una persona che ha come obiettivo solamente colpire i punti deboli e risultare vincitore. Ci si può allontanare con una scusa gentile, per rimarcare la propria superiorità morale e mentale. Oppure anche andandosene visibilmente alterati. Non ci sono regole, né cose giuste o sbagliate in questi casi. L’importante è difendersi, perché nessuno merita questo trattamento.

2. Provare a scoprire le carte

Un metodo forse più utile, se la persona che fa negging sotto sotto è capace di cambiare e migliorare, è mostrare le carte. Far sapere che il trucco è stato scoperto, e che può smettere di comportarsi in quel modo. Spiegando anche che, se provasse ad essere gentile e sincero, avrebbe sicuramente più successo. O per lo meno, sarebbe visto come una bella persona e avrebbe possibilità di incontrare qualcuno con cui instaurare una relazione reale.

3. Rispondere con la stessa arma

Si potrebbe anche provare a rispondere utilizzando la stessa arma, ma bisogna fare attenzione. Innanzitutto, chi parte con l’intenzione di comportarsi in questo modo, è preparato. Mentre la vittima si trova presa in contropiede, confusa, e ha dunque più difficoltà a indossare una maschera istantanea e iniziare la recita. Inoltre è importante, se si decide di dare una lezione di questo genere, farlo per uno scopo positivo. Ovvero, dopo le prime battute, far comprendere all’altro come ci si sente. La vendetta fine a se stessa solitamente non serve a nulla, se non a stare ancora più male.

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