Comunicazione non verbale: cosa dicono i nostri gesti e quelli degli altri

La comunicazione non verbale è un elemento molto importante del comportamento umano, da non sminuire con un semplice discorso di coaching e percorsi motivazionali. Si tratta di una proprietà dalle origini primitive, che comprende tutto ciò che non si identifica specificatamente con il significato semantico del linguaggio verbale. Capirne il senso e imparare a farne un utilizzo saggio si dimostra importante per donare agli altri l'immagine desiderata della propria persona o di un determinato concetto.

La comunicazione non verbale (CNV) è un elemento dell’atteggiamento umano che ha anzitempo richiamato l’interesse e la partecipazione di numerosi soggetti, in ambito scientifico, sociale, culturale, commerciale, e tanto altro.

L’assunto secondo il quale si può comunicare anche senza l’utilizzo delle parole attira l’immaginazione e il pensiero. Tuttavia, non va tralasciato il fatto che un grande numero di esseri viventi comunica solo in questa maniera.

Per di più, dal punto di vista dell’evoluzione, gli esseri umani hanno impiegato solo la comunicazione non verbale per esprimersi tra di loro prima che si arrivasse alla nascita del linguaggio verbale.

L’evoluzione della specie ha previsto un’iniziale fase di comunicazione non verbale caratterizzata esclusivamente da segnali corporei, per poi arrivare all’acquisizione della lingua madre e infine di tutte le diverse lingue.

La proprietà non verbale designa tutto ciò che non è parola, vale a dire tutto ciò che non comprende il linguaggio verbale, identificato come il mezzo più elegante ed avanzato per riportarsi. La comunicazione è un rapporto in evoluzione, una trasmissione e intercettazione di indicazioni, idee, espressioni, significati.

La comunicazione non verbale si potrebbe identificare, pertanto, come una propagazione di informazioni, una realizzazione e condivisione di contenuti che si verifica anche senza considerare l’utilizzo delle parole.

La parte non verbale della comunicazione, difatti, racchiude tutti quei messaggi differenti dalle parole.

Cos’è la comunicazione non verbale?

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La comunicazione non verbale è tutto quello che non ha a che fare con le parole. Ci si può riferire generalmente al linguaggio del corpo, ma anche al tono della voce, alla distribuzione delle pause durante una conversazione, alla distanza fisica posta tra i soggetti, all’abbigliamento e a moltissimo altro.

La comunicazione non verbale è una norma di comunicazione preistorica e innata, esistente in tutti gli animali sviluppati, come si evince dai segni e dalle azioni di corteggiamento, di sottomissione e violenza fra differente specie animali.

L’uomo ha mantenuto questa forma di interazione come reminiscenza del proprio passato, tuttavia arricchendo il suo registro non verbale con l’aggiunta di norme culturali, come ad esempio la stretta di mano.

Prima di tutto, per quanto riguarda la comunicazione non verbale è indispensabile predisporne una descrizione, quella ideata dagli specialisti Bonaiuto e Maricchiolo. Come già affermato, la qualità “non verbale” indica “tutto ciò che non è parola”, vale a dire tutto ciò che non rientra nel linguaggio verbale, considerata la modalità più evoluta e sviluppata per la comunicazione.

Un’altra definizione per tale configurazione è linguaggio del corpo, (bodily communication), o comunicazione corporea, poiché molti dei segni non verbali sono espressi mediante cenni e movimenti di parti del corpo. Questa definizione, secondo alcuni autori, sarebbe più appropriata e al momento sta acquisendo una maggiore importanza rispetto a quella precedente di comunicazione non verbale.

Gli esseri umani, nel momento in cui interagiscono in forma visibile, esprimono costantemente non solo significati verbali, intrisi di varie informazioni riguardanti propositi, interessi, emozioni e idee, anche inconsciamente.

Per esempio, la postura, la distanza sociale, lo sguardo dei partecipanti nel corso di una conversazione danno molte indicazioni sul rapporto fra le persone, sulla sua natura e sul livello della comunicazione non verbale.

Le azioni, calcolate o spontanee, indirizzate verso oggetti, individui, ambiente, procurano a chi le raccoglie i dati su fini, scopi, interessi e pensieri. In tal senso, da come le persone utilizzano le espressioni del volto e muovono gli arti, mostrano reciprocamente emozioni e stati d’animo, quali affetto, sdegno, disinteresse, inquietudine, riconoscenza, imbarazzo e tanto altro.

Le caratteristiche della comunicazione non verbale: non solo gesti

comunicazione non verbale
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La comunicazione non verbale è probabilmente un processo complesso e articolato in numerosi passaggi e sfaccettature.

Braccia e gambe incrociate sono propriamente un segno di chiusura e indicano che il soggetto probabilmente non è aperto ai messaggi che sta ricevendo dall’altra parte.

La comunicazione non verbale dimostra che, sorridendo, si può mentire. Il sorriso, come ha affermato lo studioso Ducheen, è associato non solo al contrarre delle estremità della bocca, ma anche a dei movimenti degli occhi che conducono alla formazione di rughe. Se il sorriso non è collegato alla formazione delle suddette rughe, allora è da giudicarsi finto.

La postura, inoltre, è indicativa della funzione che si ha nello scambio, poiché una postura eretta e accentuata da una gestualità sviluppata riferisce una certa rigidità, frequente nei soggetti che tendono ad avere un determinato distacco dagli altri, o un grado di potere.

Altresì, una postura distesa, o esageratamente rilassata, può comunicare indifferenza verso la situazione.

La distanza dall’interlocutore, nella comunicazione non verbale riporta il livello di conoscenza e familiarità fra i soggetti. Una distanza ridotta indica confidenza e padronanza nel rapporto con l’altro, mentre una distanza più grande esprime molta più formalità.

Alcuni gesti, che accompagnano generalmente la comunicazione verbale, esprimono sicurezza su ciò che si sta dicendo, mentre alcuni gesti diretti prevalentemente a sé stessi indicano imbarazzo o insicurezza.

Svariati punti del viso sono implicati nella comunicazione non verbale e ogni comunicazione facciale possiede un differente significato: le sopracciglia che se si sollevano frequentemente rivelano una difficoltà condita da paura, ansia, sorpresa.

La mascella stretta dimostra un’energica concentrazione su se stessi e, di conseguenza, un grande stress. In aggiunta, la fronte aggrottata esprime nervosismo o, altrimenti, una disposizione non positiva verso l’interlocutore.

L’antico proverbio secondo il quale gli occhi sono lo specchio dell’anima non potrebbe essere più veritiero, quando si parla di comunicazione non verbale. Perché con la gestualità, il sorriso e le parole si può mentire, ma con gli occhi è impossibile.

La comunicazione non verbale mediante lo sguardo possiede diverse caratteristiche espressive analizzabili, quale l’apertura oculare, la grandezza della pupilla e la direzione dello sguardo. Nello specifico:

  • lo sguardo orientato in alto a destra, cioè in alto a sinistra dalla prospettiva dell’interlocutore, indica che si sta mentendo;
  • lo sguardo orientato in alto a sinistra, cioè in alto a destra dalla prospettiva dell’interlocutore, riferisce che si è alla ricerca di ricordi reali;
  • lo sguardo orientato in basso a destra esprime la preparazione di nuove percezioni filtrate dagli altri sensi;
  • lo sguardo orientato in basso a sinistra mostra un’azione di meditazione.

Risulta evidente l’importanza di conoscere, in maniera più o meno approfondita, la comunicazione non verbale e le tecniche per apportarvi dei miglioramenti, in modo da rendere la propria attività di comunicazione quotidiana più efficiente ed efficace, nonché più energica nella comprensione dell’altro.

Le conseguenze sui messaggi

comunicazione non verbale
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Che ci piaccia o no, dobbiamo prendere atto del fatto che la comunicazione non verbale sia una parte importante del comportamento umano. In tal senso, è fondamentale individuare il potere che ha di influire sugli esiti della comunicazione.

Stando alla teoria dello psicologo Albert Mehrabian, il 55% delle nostre interazioni hanno luogo non verbalmente, mediante gesti, espressioni e posture, il 38% attraverso il tono, il ritmo, e il timbro vocale e il 7% verbalmente. Secondo questo assunto, quindi, la comunicazione non verbale ricoprirebbe addirittura una percentuale del 93% sul totale.

Inevitabilmente, in situazioni collettive, lavorative o d’interazione telefonica, la CNV influenza enormemente la situazione e la conclusione della stessa, poiché è presente quotidianamente nell’ambiente di lavoro condiviso fra colleghi, ma anche durante i pasti, durante riunioni o videoconferenze.

Per questa ragione, riconoscere l’influenza della comunicazione non verbale e iniziare ad associarla a una comunicazione verbale impeccabile, sarà un valore aggiunto per il flusso d’informazioni e per una trasmissione efficace, sempre più priva di misunderstanding.

Come migliorare la comunicazione non verbale

migliorare la comunicazione non verbale
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Avendo rivelato l’utilità di una buona comunicazione non verbale, diviene imprescindibile adottare delle tecniche per renderla sempre più efficace.

  1. Mantenere il contatto visivo. Guardare negli occhi, anche in maniera non insistente, è fondamentale, per comunicare buona educazione ma anche per stabilire un rapporto di fiducia.
  2. Non instaurare eccessiva distanza. Allontanarsi troppo potrebbe esprimere paura o disinteresse, mentre avvicinarsi eccessivamente potrebbe risultare invadente. La giusta misura è importante.
  3. Impostare una postura “da supereroe”: secondo l’Association of Psychological Science, una postura “impostata”, con mani serrate ai fianchi e sguardo verso l’alto, aumenta il livello di testosterone e comunica un’immagine vincente e sicura.
  4. Annuire. Significa acconsentire e comunicare approvazione, un gesto da fare solamente quando si è sinceramente d’accordo con qualcosa.
  5. Rimanere diritti. In caso contrario, si potrebbe comunicare d’essere una persona insicura.
  6. Gesticolare, ma nella giusta maniera. Usare la gestualità è sintomo di cordialità ed entusiasmo, ma il tutto va accompagnato con un buon senso della misura.
  7. Non si richiede la risata senza motivo, ma di evitare un’impressione di rigidità.
  8. Curare l’aspetto fisico. Ordine e pulizia riflette non soltanto la propria mentalità, ma rappresenterà, per esempio in un contesto lavorativo, l’organizzazione dell’azienda per la quale s’intende lavorare.
  9. Niente agitazione. Per dimostrare di essere a proprio agio in un’efficace comunicazione non verbale, muoversi e agitarsi eccessivamente sarà controproducente.
  10. Una posizione rilassata delle braccia. Meglio se lungo i fianchi, ma preferibilmente non incrociate, posizione che denota chiusura.
  11. Il giusto contatto fisico. Toccarsi come segno di sostegno o motivazione è una mossa positiva, purché la comunicazione non verbale in questo frangente non diventi eccessiva.
  12. La stretta di mano. Con una pressione decisa ma misurata, la stretta di mano trasmette buon auspicio.
  13. Espressione sincera del viso. Il volto comunica più di quanto si creda, perciò parole e sguardo devono andare di pari passo o imparare a mascherare le emozioni e le angosce.
  14. Manifestare apprezzamento con i movimenti. Non una mera imitazione, ma una condivisione.

La comunicazione non verbale non va intesa come un’arma da utilizzare per mentire, ma come mezzo per far conoscere all’altro gli angoli più profondi di noi stessi.

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