C’è un luogo comune piuttosto diffuso che vedrebbe i cosiddetti ‘bravi ragazzi‘ essere apprezzati solo in linea teorica, mentre, poi, a spuntarla nel concreto, nelle relazioni amorose così come nel lavoro, sarebbero sempre i bad boys.

Di questo stessoavviso è anche il dott. Robert Glover, che partendo da una sua esperienza personale e lavorativa, a questo argomento ha dedicato anche un libro. No More Mr. Nice Guy è il titolo di questo saggio in cui lo psicoterapeuta tratta quella che viene definita la sindrome del bravo ragazzo.

Ma di cosa si tratta nello specifico? Esiste davvero o è solo un’idea legata a un retaggio patriarcale e a una visione arcaica di come ‘dovrebbe’ essere l’uomo?

Cos’è la sindrome del bravo ragazzo?

Robert Glover dichiara di aver avuto lui stesso la sindrome del bravo ragazzo. In un periodo in cui il rapporto con sua moglie era in crisi perché lei lo accusava di assumere atteggiamenti passivo-aggressivi, Glover notò che anche molti suoi pazienti uomini avevano storie simili.

Ad accomunarli tutti era l’accusa, da parte delle loro compagne, di creare delle discussioni dal nulla, risultando offensivi e imbarazzanti. Atteggiamento, questo, che sembra discostarsi parecchio dalla figura del bravo ragazzo.

In realtà, Glover nel suo libro sottolinea come queste esplosioni di aggressività siano tipiche della sindrome del bravo ragazzo. Il ‘bravo ragazzo’ è colui che assume un finto atteggiamento accomodante, volto a evitare qualsiasi tipo di conflitto.

Il ‘bravo ragazzo’ è sempre gentile con tutti, ma lo è in maniera disonesta perché le sue azioni sono sempre finalizzate al raggiungimento di uno scopo. Mosso da un desiderio di costante approvazione, questo atteggiamento causa un forte senso di frustrazione e si finisce per ottenere un risultato opposto, arrivando a comportarsi in maniera davvero poco gentile con gli altri.

La sindrome del bravo ragazzo esiste davvero?

La teoria di Glover, però, diviene problematica nel momento in cui si tratta di comprendere le ragioni di questa sindrome. Lo psicoterapeuta è convinto che l’educazione abbia un ruolo fondamentale nella formazione della sindrome del bravo ragazzo.

Il problema principale, a detta di Glover, sarebbe l’assenza di forti esempi maschili. Il fatto che il processo educativo dei primi anni sia affidato alle madri (a casa) e, statisticamente, a una maggioranza di insegnanti donna è corresponsabile di quell’atteggiamento maschile che tende a compiacere le donne.

Inoltre, il tempo che trascorrono su internet e con i videogiochi li isola in una comfort zone e li spinge ad assumere un approccio timido. L’invito è quello di recuperare il coraggio. Quindi, l’ottenimento di una maggiore onestà nelle relazioni per il dott. Glover corrisponderebbe a una polarizzazione dei rapporti fra i generi, in cui l’uomo si comporta da uomo in senso arcaico, invertendo il processo di femminilizzazione della società.

In cosa consista nel concreto questa sindrome del bravo ragazzo, però, non è chiaro. Come si può distinguerla da un’inclinazione caratteriale dell’individuo? Questa teoria, probabilmente, si nutre dell’idea che gentilezza e delicatezza non siano associabili al vero uomo e che questi caratteri non possano essere naturali per il genere maschile, ma forzati.

Sindrome del bravo ragazzo e mascolinità tossica

C’è da dire, però, che molti uomini utilizzano e fanno propria questa teoria e ciò avviene, principalmente, nei meandri della manosphere. In vari blog e forum, infatti, gruppi di uomini utilizzano il termine ‘bravo ragazzo’ per indicare quegli uomini che assumono un atteggiamento gentile e accondiscendente per riuscire a conquistare una donna.

Nella maggior parte dei casi, però, questi uomini utilizzano la sindrome del bravo ragazzo come scusa per poter colpevolizzare le donne per un eventuale rifiuto.

Insomma, l’idea che esista una sindrome del bravo ragazzo appare quanto mai paradossale e retaggio di una cultura patriarcale che tende a rigettare sulla donna la responsabilità di non aderire a un’aspettativa maschile.

In questo senso, la frustrazione che prova un cosiddetto ‘bravo ragazzo’ non sarebbe tanto legata al fatto che lui assuma un comportamento innaturale, stimolato dalla femminilizzazione della società, ma più al fatto che una mentalità impregnata di mascolinità tossica convinca l’uomo di poter avere una pretesa di conquista, rendendo così inaccettabile l’idea di essersi ‘addirittura’ comportato da bravo ragazzo senza aver ottenuto il risultato sperato.

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