Wu Jianxiong, tra le fisiche più importanti del Novecento, è stata dimenticata dalla storia perché donna. La realtà purtroppo è stata una per moltissimi secoli: monosessuale e fallocentrica. Nascere donna in Cina – e in qualsiasi altra parte del mondo – nel Novecento, comportava una serie di svantaggi in partenza, essendo le fila della storia intessute dalla tradizione confuciana patriarcale, in cui le donne erano considerate inferiori.

Nonostante Wu avesse studiato fisica, si fosse specializzate in fisica nucleare, fosse poi emigrata negli Stati Uniti d’America, nulla fu sufficiente affinché le fossero riconosciuti i meriti delle sue ricerche.

Chi era Wu Jianxiong?

Nel 1912, il 31 maggio a Liuhe, nei pressi di Shanghai, nasce Wu Jianxiong. Wu, cognome della scienziata cinese – in questa cultura il cognome precede sempre il nome -, frequenta una scuola femminile, una tra le poche presenti nel suo Paese, perché fondata dal padre. Entrambi i genitori della Wu credevano fortemente nella parità di genere e cercarono di sostanziarla spingendo la figlia a credere e perseguire i suoi sogni, nonostante per la cultura dell’epoca fossero “sogni da uomo”.

Nel 1930 Jianxiong entrò nell’Università di Nanchino e iniziò a studiare matematica, ma quando in Oriente si diffuse la figura straordinaria di Marie Curie e le sue ricerche, qualcosa nella carriera di Wu cambiò. La fama della scienziata si stava diffondendo pian piano in tutto il mondo e spinse Wu a cambiare direzione: decise di passare alla facoltà di fisica.

La Cina nel frattempo, era scossa da grandi  cambiamenti politici di cui Jianxiong si fa portavoce, venendo eletta leader studentesca. Dopo la laurea, nel 1934 iniziò a lavorare come assistente per una ricerca sperimentale sulla cristallografia a raggi X , sotto la supervisione della professoressa Gu Jing-Wei, che la incoraggiò a proseguire la sua carriera all’esterno. Decise infatti, di trasferirsi negli Stati Uniti d’America e specializzarsi in chimica nucleare. Per la portata dei suoi studi, incontrò all’ Università di Berkeley scienziati come Emilio Segrè e Ernest O.Lawrence.

Aveva in progetto di trasferirsi in Michigan, ma quando scopre che le donne all’Università del Michigan non possono usare l’ingresso principale per accedere alle aule, la Wu decide di restare in California. Nonostante l’ambiente fosse sicuramente più aperto, le donne asiatiche erano spesso discriminate, con scarse possibilità di progredire nella loro carriera lavorativa. Incontrò Emilio Segrè, un altro futuro Nobel, lo stesso che la guiderà per il dottorato di ricerca in questi anni, in collaborazione con Enrico Fermi.

Wu Jianxiong inizia ad occuparsi del fenomeno fisico-nucleare del decadimento beta. Nel frattempo si trasferì e riuscì a trovare lavoro come insegnante presso lo Smith College, un’università privata femminile del Massachusetts, in cui non ha più la possibilità di proseguire le sue ricerche. Solo dopo l’intervento di Lawrence, le verrà concesso un posto come professoressa associata e un piccolo aumento di stipendio.

Nel 1956, gli scienziati Tsung-Dao Lee e Chen Ning Yang si rivolsero alla scienziata per dimostrare attraverso esperimento la violazione della legge di conservazione della parità nei processi di interazione debole.
I risultati inattesi dell’esperimento Wu, premiati con il Nobel per la fisica nel 1957, non furono attribuiti alla donna. Lee e Yang non riconobbero il lavoro della Wu e il Modello standard elaborato della stessa.

Wu Jianxiong
Wu Jianxiong, Y.K. Lee, and L.W. Mo alla Columbia University

Un’altra biografia personale che ci testimonianza come le donne nella Storia – quella con la s maiuscola – ci sono sempre state, ma ai margini. Un’altra donna e scienziata dimenticata, da inserire in quello che è stato chiamato effetto Matilda.

Solo nel 1973 prende la decisione di ritornare nel suo Paese d’origine, quando gli Stati Uniti di Nixon e la Repubblica Popolare Cinese di Mao firmarono gli accordi che segneranno la fine delle ostilità. L’intelligenza della Wu non si è fermata solo allo studio della fisica.

Sin da quando era nel suo Paese natale e poi anche negli Stati Uniti, ha intrapreso una serie di battaglie per portare avanti la parità e l’uguaglianza tra i generi e per i diritti umani in Cina. Ad ogni modo, le viene riconosciuto il Premio Wolf nel 1978 per aver condotto l’esperimento che porta il suo nome.

Lascerà il mondo della fisica solo nel 1997 per la sua morte. Le sue ceneri si trovano proprio nella scuole che frequentò in Cina, quella costruita dal padre.

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