Gli smartphone hanno favorito la condivisione digitale, ma allo stesso tempo rischiano di causare isolamento e dividere le persone. Uno dei fenomeni con il quale i telefoni stanno distruggendo relazioni è il phubbing. Guardare il cellulare mentre si sta avendo una conversazione dal vivo fa sentire l’altra persona ignorata, causando una serie di sentimenti negativi, che minano il rapporto.

Ormai oggi è diventata una pratica quasi involontaria, a cui non facciamo più caso. In realtà, sia essere vittime, che adottare questo atteggiamento con qualcuno, comporta rischi e conseguenze significative. Vediamo meglio cos’è il phubbing, e come è possibile contrastare il fenomeno per vivere il presente in maniera più sana.

Cosa significa phubbing?

Il termine phubbing deriva dall’unione delle parole inglesi phone, ovvero “telefono”, e snobbing, che significa “snobbare”. La definizione sarebbe quindi “snobbare qualcuno per guardare il telefono”, e rappresenta un’abitudine molto diffusa nell’era degli smartphone. La pratica si rifà a tutte le volte nelle quali qualcuno, durante una conversazione o un momento di condivisione insieme a un’altra persona, guarda il proprio cellulare.

Che lo faccia per mandare messaggi, stare sui social, leggere notizie o altro, il risultato è lo stesso. Nell’altro si scatenano, spesso involontariamente, sentimenti e sensazioni negative, riguardo la persona che fa phubbing e riguardo la relazione con essa. È chiaro che il fenomeno è più intenso quando le persone in questione sono solamente due, ma un comportamento simile può dare fastidio anche se si è in una compagnia più ampia.

Si tratta di una situazione quasi ironica dal momento che, come ha spiegato Emma Seppälä, psicologa dell’Università di Standford e Yale, sul Time, i telefoni, i social media e le chat, servono a connettersi con qualcun altro, ma allo stesso momento causano l’isolamento dalla persona che si ha di fronte nel presente, dal vivo. Nonostante possa sembrare solamente fastidioso, il phubbing ha invece conseguenze più gravi, come vedremo nel prossimo paragrafo.

I rischi e le conseguenze del phubbing

Vista la grande crescita del fenomeno nelle interazioni personali, sono stati effettuati diversi studi per comprendere i motivi, ma soprattutto le conseguenze del phubbing. I rischi per le persone coinvolte sono risultati infatti maggiori di quelli previsti. Non solo grande fastidio dovuto all’essere ignorati, ma le ricerche hanno rilevato conseguenze più significative a livello psicologico e relazionale.

Dallo studio condotto dagli psicologi dell’Università del Kent pubblicato su Science Daily è emerso come il fenomeno del phubbing, perpetrato nel tempo, può influenzare in maniera negativa le relazioni, perché minaccia il bisogno primario umano di appartenenza. Questa è la conseguenza maggiore e più importante, che deriva dal senso di esclusione che il phubbing provoca in chi lo subisce.

Le vittime sentono minacciati aspetti fondamentali come l’autostima, il controllo sulla propria esistenza e le relazioni con gli altri. Lo studio citato coinvolgeva 153 partecipanti, messi in tre diverse situazioni: nessun phubbing, phubbing parziale, phubbing completo.

Chiedendo poi le sensazioni provate nelle tre condizioni, è emerso che, con l’accrescere del phubbing, le persone percepivano una più bassa qualità della comunicazione e relazioni meno soddisfacenti. In particolare, sentivano minacciato il loro senso e bisogno di appartenere.

I rischi sono anche per chi fa phubbing, perché dimostra una dipendenza dallo smartphone, difficile da riconoscere e ancora di più da superare. Passare la vita connessi, anche quando si ha di fronte qualcuno di reale con cui fare conversazione, porta all’isolamento. Inoltre, attaccati allo schermo del cellulare oscura la vita reale, minacciando non solo le relazioni interpersonali, ma anche la vita quotidiana, i raggiungimenti. E causando, nei casi peggiori, ansia e depressione.

Il phubbing nelle relazioni interpersonali

phubbing
Fonte: Web

Il bisogno di appartenenza è uno dei bisogni primari degli esseri umani, che sono animali sociali. Essere esclusi o ignorati, o peggio ancora entrambe le cose, può causare un tentennamento in questo bisogno.

Come abbiamo visto, si tratta della conseguenza maggiore del phubbing, che minaccia così le relazioni interpersonali. Le interazioni e la comunicazione faccia a faccia sono ancora, nonostante l’avvento delle chat e della connessione a distanza, le situazioni nelle quali le persone preferiscono interagire con i propri affetti.

In particolare, il phubbing crea fratture nelle relazioni, perché fa sentire le persone meno connesse tra di loro, e instaura pensieri negativi sul rapporto stesso. Uno studio che ha seguito le ricerche sugli effetti del phubbing in generale, riportato su PsychologyToday e svolto da ricercatori cinesi, si è concentrato sulle coppie sposate. Notando come il phubbing abbia ripercussioni negative sulla relazione coniugale o in generale di coppia, e sia strettamente legato all’insoddisfazione nel matrimonio. Perché il phubbing fa sentire l’altro non ascoltato, minimizzato e poco considerato, oltre che trattato senza rispetto.

Come superare e combattere il phubbing

Il phubbing è un reale nemico degli esseri umani, che si infila in modo subdolo nelle relazioni. In un’era social e di condivisione digitale come quella di oggi, è possibile combattere la dipendenza dagli smartphone e il phubbing? In realtà sì, proprio perché le persone hanno voglia e necessità di condivisione reale, anche se, senza accorgersene, rischia di rovinare i rapporti per colpa proprio dei telefoni.

Vediamo come superare e abbattere le barriere del phubbing con questi 5 rimedi che deve attuare chi lo fa. Chi infatti lo subisce, ha solamente un’arma a sua disposizione: far riconoscere all’altro il comportamento e aiutarlo a combatterlo.

1. Separarsi dal cellulare

Una delle prime cose da fare quando ci si rende conto di abusare dell’uso del telefono, anche durante le interazioni con persone fisiche, è fare una pausa dal cellulare. Separarsi dallo smartphone per dei periodi di tempo è una pratica molto salutare, che aiuta a contrastare la dipendenza dalla connessione.

Farlo quando si è soli, o mentre si sta studiando o lavorando a qualcosa che non appassiona, è più difficile. Essere in una situazione con una persona di fronte rende sicuramente più facile staccare gli occhi dal telefono, superando l’ansia di separarsi dallo smartphone.

2. Silenziare le notifiche

Per facilitare la separazione dal cellulare e dalle chat, è bene silenziare le notifiche, almeno quando si è con qualcun altro. Infatti, sentire continuamente il telefono squillare peggiora la situazione sia da parte di chi fa phubbing, che si sente in obbligo di controllare e rispondere, sia per chi lo subisce, perché viene continuamente interrotto da un “terzo incomodo” tecnologico.

3. Mettere dei limiti

In generale, può aiutare a combattere la smartphone addiction, e il bisogno di fare phubbing, imporsi dei limiti all’uso del cellulare. Possono essere limiti di tempo, decidendo quanto tempo dedicare all’ora o al giorno al telefono. Ma anche di orario: scegliere ad esempio di leggere le notifiche o sfogliare i social solamente nei momenti di pausa, dal lavoro ma anche dalla vita sociale.

Ma soprattutto, definire le situazioni nelle quali usare il cellulare e quelle in cui invece lasciarlo in borsa e rispondere solo in caso di emergenza. Quest’ultimo sistema è molto efficace per superare il phubbing perché permette di imparare, gradualmente, a fare a meno di controllare spasmodicamente lo smartphone durante conversazioni e interazioni con i propri cari.

4. Vivere la vita vera

Questo è forse il rimedio più significativo e importante, che rappresenta a volte la causa stessa del phubbing. Per combattere l’uso improprio del telefono, bisogna iniziare a vivere la vita nel presente, e godere di ciò che si sta facendo.

Sembra un controsenso, che chi si trova con una persona in ambito sociale senta il bisogno di isolarsi per avere contatti sociali, tanto più mediati da uno schermo. Purtroppo però il fenomeno è reale e diffuso, pertanto è bene concentrarsi su ciò che si sta facendo nel presente, e godersi la compagnia di chi si ha davanti.

5. Concentrarsi su chi si ha davanti

È proprio questo infatti l’ultimo punto fondamentale: il phubbing fa male a chi lo fa ma anche a chi lo subisce. Non è giusto creare sensazioni negative in una persona a cui solitamente si tiene, perché si tratta di un partner, di un amico o un famigliare. Ma nemmeno se si è in una situazione di lavoro o di altro genere.

Escludere e ignorare l’altro per guardare il cellulare fa stare male in ogni condizione, pertanto, è importante imparare a concentrarsi sulla persona che si ha di fronte in quel momento, in modo da aumentare l’autostima di entrambi, e la fiducia in se stessi.

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