Ogni volta che facciamo un cambio di stagione (o anche solo un piccolo riordino di armadi e guardaroba) ci interroghiamo su ciò che vorremmo tenere e ciò che dovremmo buttare o dare via.

Spesso questa situazione è di grande impasse: abbiamo bisogno di spazio perché non possiamo stipare vestiti, scarpe e borse all’infinito, ma al tempo stesso abbiamo difficoltà di liberarci di tutto, perché già così sentiamo spesso di non avere nulla da indossare. Qual è la soluzione? È realizzare un capsule wardrobe, che ci consenta di avere effettivamente molte soluzioni per i nostri outfit, ma anche tale da non occupare troppo spazio.

In cosa consiste un capsule wardrobe

Capsule wardrobe
Fonte: Pixabay

Un capsule wardrobe è un guardaroba costituito da un numero limitato di pezzi che siano completamente intercambiabili. In pratica, si ricorre a capi e accessori (come borse e scarpe) neutri nei colori e nello stile, in modo che possano essere abbinati agli altri in molti modi e combinazioni possibili.

Perché è utile avere un capsule wardrobe

Realizzare un capsule wardrobe significa investire prima su due concetti: il decluttering e la filosofia Hygge.

Il decluttering consiste nell’eliminazione di ciò che non è necessario per mettere ordine a un luogo. Per decidere cosa sia necessario non bisogna utilizzare solo un approccio pragmatico: secondo la filosofia Hygge, infatti, è utile tenersi strette anche le piccole cose che ci rendono felici (e sappiamo bene quanto a volte un paio di scarpe sia strettamente necessario in quest’ottica).

Queste azioni, volte alla costituzione del nostro capsule wardrobe personale ci permetteranno innanzitutto di risparmiare tempo: non dovremo mettere più in ordine e tenere pulito un gran numero di vestiti e accessori, e anche lo scegliere un outfit: al mattino, sarà un’impresa decisamente più semplice. Inoltre potremo investire sulla qualità.

Cosa fare dei capi e degli accessori di cui ci liberiamo

Capsule wardrobe
Fonte: Pixabay

Ci sono diverse soluzioni da adottare nel momento in cui decidiamo di liberarci di una gonna o un paio di scarpe, ma prima di tutto dobbiamo capire in che stato sono questi oggetti. Se, per il troppo uso o magari un lavaggio/pulizia, li abbiamo praticamente distrutti, il posto migliore dove metterli è la raccolta differenziata o l’ecocentro (dipende da quello che c’è nel luogo in cui abitate).

Certo, l’idea non è esaltante, sia perché magari siamo legati a questi capi (ma dobbiamo anche capire che niente è per sempre, e quindi tessuti e materiali si consumano), sia perché il nostro pianeta è già oberato a sufficienza dallo smaltimento dei rifiuti. A qualche capo possiamo allungare la vita, facendolo diventare uno straccio per pulire o spolverare. Per lavare i pavimenti in ceramica, per esempio, la maglina di cotone o la ciniglia sono ottime, mentre per spolverare su mobili in legno, in formica o in compensato, i collant coprenti in microfibra possono risultare decisamente utili.

Se vestiti, accessori e scarpe sono in buono stato, avete due ipotesi davanti a voi. Una è organizzare uno swap party, per scambiarsi l’abbigliamento di stagione tra amiche o conoscenti, e avere sempre pezzi nuovi nell’armadio. C’è poi l’ipotesi benefica: tutto ciò che non indosseremo più ed è in ottimo stato, può essere donato a coloro che ne hanno bisogno. In ogni paese o città c’è sempre almeno un’associazione o un’organizzazione che se ne occupa, a volte sono a carattere filoreligioso, altre volte no.

Le regole per realizzare un capsule wardrobe

Sul blog di Laura Agar Wilson c’è il racconto di come lei sia riuscita a realizzare un capsule wardrobe in pochi passi. La prima cosa da fare è liberarsi di tutto ciò che non ci serve: questo significa via i golfini infeltriti, jeans consunti, i calzini bucati e le scarpe consumate. Dobbiamo inoltre eliminare dal nostro guardaroba tutto ciò che non indossiamo più da tempo, che non ci va bene (perché magari la taglia non è più quella riportata sull’etichetta) o che addirittura non abbiamo mai indossato.

Il secondo passo è scegliere dei capi basici: la blogger ne ha scelto un massimo di 39, in colori neutri (come il bianco, il nero, il grigio e il kaki) o decisi (come il viola o il rosso), ma questi ultimi rappresentano solo poche concessioni. Inoltre tra questi capi non ci sono fantasie, con l’esclusione delle righe: quindi quasi nulle le fantasie floreali e totalmente nulle le fantasie tartan, Vichy, principe di Galles, pied de poule e simili.

È tutto pensato in modo che ogni capo sia passe-partout, completamente intercambiabile. La blogger consiglia infine di ricorrere a mani basse a piccoli accessori come bigiotteria, che possono contribuire a modificare l’aspetto complessivo dei nostri outfit.

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