La misoginia non va mai sottovalutata, anche e soprattutto quando assume nomi e diventa il messaggio di fenomeni che ancora non vengono studiati e compresi in maniera capillare. Di questi fenomeni fanno parte gli incel, uomini che hanno stabilito di essere «Involuntary Celibates», cioè single non per loro scelta.

Partiamo dal presupposto che la misoginia è sempre esistita e poggia sulle salde basi di numerosi testi antichissimi, dalla Bibbia a Le Mille e una Notte, senza dimenticare gli epigrammi satirici e licenziosi di alcuni padri della letteratura latina e greca (però lì già accanto a straordinarie poesie d’amore, così come nei libri citati ci sono anche straordinarie figure femminili).

Bisognerà attendere il Medioevo in Europa per trovare dei testi che riabilitino completamente le donne, anche con la loro libertà. Volumi come il Decameron ci hanno fatto, nel tempo, ben sperare che la misoginia fosse un retaggio del passato. Purtroppo non è così e oggi, con i social network così diffusi, è facile veicolare le informazioni importanti, ma è anche diventato altrettanto facile veicolare l’odio.

Chi sono gli incel?

Gli incel sono uomini, solitamente occidentali, che credono a una filosofia dettata da quella che pensano essere una reale esperienza personale. E cioè che sono stati rifiutati dalle donne, per tutta la vita, perché non possiedono quelle attrattive che una donna ricerca: bellezza, successo, denaro.

In generale potrebbe rientrare nella categoria chi non ha rapporti con l’altro sesso da più di sei mesi, ma ovviamente sarebbe una generalizzazione forzata, dato che non tutti gli uomini in astinenza, per fortuna, diventano incel.

Solo una parte degli incel porta avanti la teoria della “Red Pill”, ovvero della pillola rossa, presta in prestito da un grande cult del cinema, Matrix.

Che cos’è la Red Pill?

Il concetto di Red Pill fa parte della “cultura incel” e viene dal primo film della trilogia cinematografica Matrix, dove il personaggio di Morpheus fa scegliere al protagonista Neo tra una pillola rossa e una blu, con la prima è quella che rivelerà il «Mondo reale».

Un Mondo che, secondo i «redpillati», sarebbe basato sulla teoria Lms (look money and status), in cui le donne, detentrici del potere, negano agli inadatti – gli incel appunto – il “diritto ad avere rapporti sessuali”.

Ma a spiegare l’infondatezza di tale teoria, ad esempio, è la psicologa e psicoterapeuta Maria Teresa Nuzzolese, che a Open dice:

Si può essere celibi involontari ma non redpill e viceversa. L’incel, secondo alcuni studi, è la condizione di chi non ha legami sentimentali da più di sei mesi e si percepisce come tale, tanto che in altri studi sono stati identificati come incel anche persone sposate, ma che non hanno rapporti da lungo tempo.
Il redpill è colui che avrebbe ‘ricevuto una rivelazione’: ha preso la ‘pillola rossa. Avrebbe capito come funzionano i rapporti tra le persone. Secondo la redpill questi, soprattutto a livello di attrazione, si baserebbero sui valori della teoria Lms. Potrebbero esserci persone con una attività sessuale regolare, ma che aderiscono a questa idea di funzionamento dei rapporti.

Secondo la teoria Lms caratteristiche maschili come il carisma, la capacità comunicativa, l’ironia o la gentilezza sarebbero importanti, ma non quanto altri fattori: look, ovvero aspetto, money, ossia denaro, e infine status, che chiaramente deve essere superiore a quello della donna.

Come spiega ancora Nuzzolese:

I valori della Lms si basano su alcune teorie che fanno riferimento alla sociologia psico-evoluzionista che si basano sulla cosiddetta ‘ipergamia‘. Ovvero, per caratteristiche adattative la donna sarebbe portata a cercare nel partner delle caratteristiche che permettano di migliorare la specie, quindi delle garanzie sulla possibilità di avere una prole, portando avanti la generazione attraverso un miglioramento genetico.

Questo nell’interpretazione della redpill è relativo solo alla donna. In realtà quel che dicono gli studi è che questa tendenza esiste da entrambe le parti. Ma stando all’approccio psico-evoluzionista, nell’ipergamia chi dà importanza all’aspetto estetico nel valutare un potenziale partner è il mondo maschile.

Chi sono i Chad e le Stacy?

In gergo, all’interno della filosofia degli incel ci sono i Chad e le Stacy. Le seconde sono tutte le donne dominanti che hanno aggiogato il mondo intero con il fascino e il sesso, mentre i primi sono quei pochi uomini – i cosiddetti maschi alfa – destinatari delle loro attenzioni.

È tutto abbastanza stereotipato, ci sembrerebbe quasi troppo perché qualcuno ci creda. Ovviamente si tratta di retaggi della cultura maschilista portati all’eccesso: il diritto della donna a dire no, a decidere con chi andare e cosa fare della propria vita vengono visti come privilegi ingiusti da parte di queste persone.

Incel e depressione

Esiste un collegamento fra gli incel e la depressione? In molti casi sì, perché non è raro che alcuni di loro piombino in uno stato di profondo sconforto e risultino depressi per il fatto non solo di non avere relazioni e approcci sociali con l’altro sesso, ma anche di non essere in grado di averne, per le più disparate ragioni.

Michel Houellebecq, scrittore francese, descriveva una situazione simile nel suo primo romanzo, Estensione del dominio della lotta, pubblicato in originale nel 1994, il cui protagonista, Raphaël Tisserand, era un uomo depresso e misantropo, proprio perché incapace di raggiungere soddisfazioni sentimentali o sessuali, e perciò ossessionato dal sesso.

Sono soggetto a frequenti attacchi di depressione, non sono affascinante e non possiedo le caratteristiche che le donne cercano in un uomo – si legge nel libro – Proprio come il liberalismo economico… Il liberalismo sessuale produce fenomeni di pauperizzazione assoluta. Alcuni uomini fanno sesso ogni giorno, altri cinque o sei volte nella loro vita, o mai più.

Alcuni di coloro che possono essere definiti incel sono trentenni ancora vergini, altri uomini che si sentono reietti della società perché rifiutati dalle donne, ma il problema si ha quando qualcuno di questi tramuta questi sentimenti di frustrazione e delusione in vera e propria rabbia che, nella migliore delle ipotesi, viene sfogata su Internet, in particolare sui social.

Nei casi peggiori, però, l’odio esacerbato degli incel si riversa anche sugli altri, in particolar modo sulle donne, ovviamente, colpevoli di essere la causa dei loro malesseri e del loro status di “perdenti”.

Alcuni fatti di cronaca accaduti negli ultimi anni mostrano quanto l’aspetto psicologico rappresenti una componente importantissima nel determinare gli atti orribili commessi da questi incel, perché nel loro caso lo stato depressivo li ha portati a una vera e propria esplosione violenta che è costata la vita a molte persone.

La strage di Toronto e quella di Isla Vista

Si è parlato di incel ad esempio dopo la strage di Toronto del 23 aprile 2018, quando il venticinquenne Alek Minassian ha travolto e ucciso delle persone nella città canadese, fra cui 8 donne, invocando la rivoluzione degli incel. Nei suoi deliranti messaggi social inneggiava alla violenza contro i Chad e le Stacy e soprattutto santificava la figura di Elliot Rodger, un altro attentatore, autore a sua volta di una strage a Isla Vista in California nel 2014.

Rodger, dopo la morte – avvenuta con un suicidio mentre era ormai braccato dalla polizia – ha lasciato un testo in cui esponeva i suoi violenti e spaventosi pensieri contro le donne, colpevoli a suo avviso di non aver visto in lui un partner potenziale. Inutile dire che in questi anni il testo sia diventato un riferimento per coloro che condividono la stessa misoginia.

Un po’ come capitò a Helter Skelter, una sorta di diario di Charles Manson.

Selvaggia Lucarelli e gli incel italiani

In Italia, la questione è stata sollevata all’epoca anche da Selvaggia Lucarelli che ha scritto un articolo sul Fatto Quotidiano e poi l’ha riportato sul suo profilo Facebook. L’opinionista ha trovato dei punti di connessione tra gli incel e i gruppi misogini sui social network che ormai da tempo sono oggetto di denuncia da parte sua.

Nel nostro paese non esistono gli ‘incel’ – scrive Lucarelli – ma solo perché non sapevo, non sapevamo che nome dargli. In realtà, gli incel esistono e hanno moltissimi punti di contatto con quelli descritti da giornali canadesi, americani e inglesi in questi giorni.
Sono i membri di alcuni gruppi in cui l’odio nei confronti delle donne è il nodo centrale che come gli incel hanno un loro slang misogino ( ‘le duemila’ per esempio sono le ‘puttane’ molto giovani), i ‘beta‘ sono i maschi sfigati, i loro idoli sono i Sollecito (che infatti di alcuni gruppi misogini era membro idolatrato), i Misseri, i Bossetti, tutti coinvolti (a diverso titolo) nell’omicidio di giovani ragazze.
Gruppi spesso vicini all’estrema destra in cui come in quelli degli incel si usano principalmente i meme a tema apologia dello stupro’ e ‘Le donne sono tutte zoccole’.

In tempi recenti in Italia ha destato molto scalpore anche il delitto di Elisa Pomarelli, avvenuto nel novembre del 2019, da parte del reo-confesso Massimo Sebastiani, definito da molti giornali il “gigante buono” che nutriva un amore non corrisposto per la ragazza.

Proprio per questo il fenomeno degli incel non va sottovalutato: perché le sue derivazioni estreme possono condurre ad atti folli come quelli di cui abbiamo parlato in questo articolo, e perché non sempre è facile individuare un uomo che crede nella Red Pill o che considera zoccole tutte le donne; spesso, come nel caso di Sebastiani, la pazzia può celarsi anche dietro l’apparenza più innocua, ed è proprio questo che deve far paura.

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