In ambito contributivo, si sente spesso parlare di riscatto della laurea. La legge che regola quest’istituto dell’Inps è attualmente cambiata e permette di farlo a molte più persone. Ma di cosa si tratta? Qui vi diamo delle indicazioni di massima, ricordandovi che esistono dei professionisti in grado di informarvi e consigliarvi al meglio.

Sappiate però prima che tutte queste norme si riferiscono all’Inps. Se siete iscritte a una cassa privata previdenziale come previsto da alcuni ordini professionali, queste norme possono non valere, perché il riscatto della laurea secondo un’altra cassa può prevederne altre.

Riscatto della laurea: cos’è?

Riscatto della laurea
Fonte: Pixabay

Come riporta il sito dell’Inps, si tratta di un istituto che permette di poter far valere gli anni trascorsi all’università ai fini pensionistici. Questo significa che pagando una contribuzione volontaria in relazione ai propri anni universitari, si può andare in pensione prima. L’istituto però è complesso e non possono usufruirne tutti. Innanzitutto si deve essere laureati: se si è frequentata l’università ma non ci si è laureati, non si può richiedere il riscatto della laurea.

In generale possono farne richiesta tutti coloro, anche se al momento sono inoccupati, abbiano conseguito un diploma di laurea o titolo equiparato e che non abbiano già versato in quegli anni i contributi obbligatori. In pratica, non vale per gli studenti lavoratori in regola. I corsi di laurea che consentono di accedere al riscatto sono quelli compresi tra 2 e 6 anni. Non valgono gli anni in cui siete usciti fuori corso.

Facciamo un esempio: avete frequentato Lettere con il vecchio ordinamento di 4 anni. Vi siete laureati in 5 anni, ma potete riscattarne solo 4. Avete frequentato invece Medicina e vi siete laureati nei 6 anni previsti dalla legge? Potete riscattarli tutti e 6. Avete frequentato Ingegneria (che sulla carta dovrebbe durare 5 anni), ma vi siete laureati in 10? Riscattate solo i primi 5 anni di studi. E così via.

Anche gli anni di dottorato possono essere riscattati. Se vi siete laureati all’estero, il vostro titolo non è riconosciuto, ma ci sono delle deroghe se avete studiato nei Paesi che fanno parte dell’Unione Europea.

Riscatto della laurea: come fare

Sul sito dell’Inps si accede al portale che consente, attraverso una procedura guidata, di richiedere il riscatto della laurea. Per sapere in anticipo quanto potrebbe venire a costare (il sito suggerisce come fare una stima), è bene farvi consigliare dal vostro commercialista o chiedere la consulenza a un patronato per sicurezza. C’è un fatto: il processo può essere costoso e questo ci porta a chiederci se ci convenga davvero.

Riscatto della laurea: conviene?

Riscatto della laurea
Fonte: Pixabay

Partiamo da un presupposto: i contributi servono. Magari al momento di pagarli ci viene il magone, ma ricordiamoci che quelli sono i tasselli del puzzle della nostra vecchiaia serena. Il riscatto della laurea può però rivelarsi abbastanza costoso, quindi la vera domanda non è tanto se convenga, quanto se riusciamo a pagare quella mole di contributi volontari.

Come si calcola la stima per il riscatto della laurea? So deve prendere in considerazione la retribuzione lorda degli ultimi 12 mesi (la trovate nella vostra ultima dichiarazione dei redditi). Su quella cifra dovete calcolare il 33% e moltiplicarla per gli anni previsti dal vostro corso di laurea. Un esempio. Diciamo che l’anno scorso avete guadagnato 15mila euro lordi. Il 33% di 15mila è 4.950. Diciamo che avete studiato Lettere col vecchio ordinamento: dovete moltiplicare quella cifra per 4. Quindi il riscatto vi costerà 19.800 euro. Tuttavia la nuova legge consente la possibilità di pagare a forfait 5.260 euro per ogni anno di studi.

Abbiamo fatto quest’esempio specifico per due motivi. Come spiega Il Post, la nuova legge sul riscatto della laurea prevede un reddito minimo per l’anno precedente che, per le categorie di artigiani e commercianti, ammonta a 15.878 euro. Inoltre abbiamo fatto spesso riferimento al vecchio ordinamento perché la legge ha eliminato l’età massima in cui il riscatto può essere chiesto: prima si poteva accedere all’istituto fino a 45 anni d’età, ora non ci sono più limiti.

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