Nel Paese in cui i transgender rischiano di morire per poter essere se stessi

In Cina i transgeder non subiscono solo pregiudizi e critiche, molti sono costretti a rivolgersi al mercato nero per ricevere le terapie ormonali, mentre alcuni rischiano persino di morire per cambiare sesso. Questo perché la legge non prevede neppure l'esistenza di queste persone, e l'essere trans è ancora considerato un disturbo mentale.

“Indecisi”, “contronatura”, sono solo alcuni degli aggettivi e dei giudizi spietati che i transgender si trovano a dover affrontare spesso nel proprio percorso di cambiamento. Perché per molti la scelta di intraprendere la strada della terapia ormonale, del cambio sesso, significa proprio questo: dover convivere con insulti e discriminazioni varie.

Allora è proprio questo il prezzo da pagare per essere semplicemente felici, per stare bene nel proprio corpo? E l’alternativa per essere socialmente accettati è solo quella di restare nel fisico con cui si nasce, anche se quell’identità sessuale non ci appartiene?

Ma, se in gran parte del mondo essere transgender significa dover fronteggiare scherni, derisione e stigma sociale, in situazioni che sono certamente difficilissime per chi le vive, pensate cosa debba essere vivere in paesi dove, oltre a combattere con preconcetti figli di mentalità retrograde, si sia costretti persino a fare i conti con veri e propri divieti che non solo rendono impossibile il percorso di cambio sesso, ma mettono a repentaglio la propria stessa vita.

Accade in Cina, dove i transgender, in gran parte dimenticati dal sistema sanitario cinese, si trovano spesso nella condizione di rivolgersi al mercato nero per avere alternative alle terapie che sono loro negate legalmente. È quanto emerge da un rapporto di Amnesty International, che indica sia quanto siano forti le discriminazioni a livello sociale sia quanto queste possano condurre a ricercare strade alternative proprio nell’illegalità.

La ricercatrice di Amnesty International China, Doriane Lau, ha spiegato alla CNN quanto forti siano, ad esempio, le discriminazioni sul lavoro. Gli intervistati hanno spiegato di sentirsi dire dai datori di lavoro “di non portare i capelli lunghi, o di non indossare abiti sbagliati”, per “non far fuggire i clienti”, mentre a casa la situazione non va meglio, dato che i genitori tendono a crescere i figli nel culto del “Sii uomo o fai un figlio”.

L’isolamento e la discriminazione, come detto, possono avere conseguenze devastanti; ad esempio, molti transgender, non in grado di ottenere legalmente un trattamento ormonale, si rivolgono come detto al mercato nero per avere terapie sostitutive di quelle tradizionali.

Il rapporto contiene anche la testimonianza di una transgender trentenne, Huiming, che, alla disperata ricerca di un intervento chirurgico ma timorosa di parlare con i genitori della propria transessualità, ha fatto ricorso a metodi davvero incredibili, come “mettere ghiaccio sui genitali maschili per impedirne il funzionamento” e “prenotare un intervento chirurgico con un medico del mercato nero”.

Convinta di non avere via d’uscita – si legge nel rapporto – Huiming alla fine ha provato a eseguire un intervento chirurgico a casa sua a metà 2016.

Salvatasi da questa assurda soluzione “fai da te”, alla fine, e contro il parere della famiglia, si è rivolta a un centro di riassegnazione del sesso in Thailandia.

La legge cinese non menziona i transgender

In Cina non c’è quasi nessuna menzione delle questioni transgender nelle leggi, né alcuna statistica ufficiale. Data la scarsità di informazioni, e l’assenza di tutele legali, si capisce perché i giovani trans possano finire facilmente per cercare aiuto in fonti non ufficiali, esponendosi potenzialmente a pericoli.

Persino chi decide di attraversare i canali appropriati trova spesso e volentieri medici che non sanno come trattarli o che credono di trovarsi di fronte a malati di mente, dice il rapporto.
Secondo gli Standard di gestione processuale per la riassegnazione del sesso in Cina, datati 2017 , le persone “transessuali” devono rispettare rigorosi criteri prima di sottoporsi a un intervento chirurgico che confermi il genere.

Quali sono questi criteri? Avere più di 20 anni, non essere sposati ed essersi sottoposti a terapia psicologica per un anno prima della riassegnazione. Devono anche dimostrare di aver desiderato l’intervento per cinque anni “senza alcuna esitazione”. Infine, devono ricevere il consenso familiare, indipendentemente dalla loro età.

Il governo cinese sembra voler tacere del tutto sulla questione, dato che, come si legge nel rapporto, Amnesty ha provato a contattare il governo cinese prima della diffusione dello stesso, senza ricevere risposta.

Il mercato nero a cui si rivolge chi non è ascoltato dallo Stato

La difficoltà nell’ottenere la terapia ormonale ha spinto alcune persone a cercare miglior fortuna online o nei mercati neri, dove rischiano di assumere farmaci contraffatti e inadatti con poche informazioni sul dosaggio o sugli effetti collaterali. Questo accade perché in Cina pochissimi ospedali prescrivono ormoni, e il trattamento è molto costoso, per questo c’è un capillare passaparola che fornisce nomi e indirizzi online. Con tutti i rischi connessi.

Una donna transgender, identificata dallo pseudonimo Ping, ha spiegato di aver assunto grandi dosi di farmaci senza il consiglio appropriato da un medico, soffrendo di gravissimi effetti collaterali, su tutti epistassi, insonnia, vertigini e stanchezza. Lei, però, ha detto

Essere un uomo è più terrificante che soffrire di tutti questi effetti collaterali.

A riprova di quanto grande sia il desiderio di queste persone di essere felici e di stare in pace con se stesse, e di come la transessualità sia tutto, fuorché un capriccio.

Delle 15 persone transgender intervistate durante la redazione del rapporto, due hanno affermato di aver tentato di eseguire un intervento chirurgico di riaffermazione del genere, proprio come Huiming, come ultimo disperato tentativo. Con il rischio, palpabile, di morire.

“Queste cose continueranno ad accadere”

È la paura di Doriane Lau, che spiega come, senza modifiche alle leggi cinesi, che trattano ancora il problema come un disturbo di salute mentale, la storia di Huiming sarà destinata a ripetersi.

Quando chiedo loro cosa pensano che dovrebbe essere fatto per rendere più facile la loro vita, quasi tutti dicono che sperano che la società li accetterà.

Nel 2019, l’Organizzazione Mondiale della Sanità dovrebbe iniziare una discussione per escludere la definizione di transgender dall’elenco delle malattie mentali, considerandola invece come una condizione di salute sessuale. Ma un cambiamento vero e proprio, se ci sarà, è previsto come minimo per il 2022.

Lau spera però che presto anche il governo cinese adeguerà il proprio modo di percepire i transgender nel rispetto delle definizioni dell’OMS: “Se la definizione è cambiata, significa che la classificazione del trattamento è cambiata”.

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