Attualmente più di un milione di italiani ha un piercing, come riportato da XXI Secolo: sono generalmente praticati dal 60% degli adolescenti con un’età compresa tra i 15 e i 19 anni, spesso come forma di ribellione o anticonformismo.

La parte del corpo più utilizzata è l’orecchio (89%), seguita dal naso (56%) e dall’ombelico. Tra i piercing facciali, però, il bridge piercing, quello che si fa a livello del setto nasale, esattamente tra gli occhi, riscuote ancora moltissimo successo, soprattutto tra i giovani che desiderano distinguersi dalla massa con un gioiello particolare e sicuramente appariscente.

Se intendete farlo cercate però di informarvi molto bene, perché si tratta di un foro surface (ossia applicato su una parte piana del corpo, che per intenderci non ha punti concavi o convessi, ovvero non ha una formazione a U) che ha dei tempi di guarigione piuttosto lunghi, e può comportare complicazioni non da poco.

Cos’è il bridge piercing?

bridge piercing a chi sta bene
Fonte:web

Il piercing bridge è, come abbiamo accennato, un piercing surface, costituito da due fori, con una barretta che passa sotto la pelle, effettuato sulla parte superiore del naso, proprio nella fossetta che poi arriva alla fronte. Molte persone scelgono questo tipo di gioiello per mettere in evidenza lo sguardo, dato che l’attenzione in questo modo si focalizza proprio all’altezza degli occhi; generalmente vengono utilizzate le barre in acciaio chirurgico che presentano, alle due estremità, dei piccoli gioielli che possono essere palline, sempre in acciaio, oppure brillantini.

A chi sta bene il bridge piercing?

Questo tipo di piercing sta davvero bene a chi una forma del viso piuttosto regolare, senza particolari difetti nel setto nasale, che rischierebbero solo di essere messi ulteriormente in evidenza, e a chi desidera mettere sotto i riflettori soprattutto lo sguardo. Chi lo considera adatto solamente alle donne però sbaglia, perché il bridge è adatto anche ad aumentare il carisma e il fascino dei volti maschili.

Una curiosità? Spesso potreste sentirlo chiamare anche Earl, dal nome del primo cliente che chiese a uno studio di farsi realizzare un bridge piercing: Earl van Aken.

I rischi del bridge piercing

bridge piercing
Fonte: web

Come abbiamo accennato, per quanto bello da vedere il bridge piercing purtroppo è piuttosto complicato perché, come tutti i surface (altri esempi di piercing di questo tipo sono alle tempie, al pube, alla nuca o al polso) può avere conseguenze davvero poco divertenti. Il rischio di rigetto è infatti quello più probabile, dato che la barra viene fatta passare sotto la pelle, e non è detto che il corpo rifiuti l’oggetto nell’immediato, può passare anche più tempo. Se volete davvero fare il bridge piercing non potete non considerare il fatto che avete oltre il 70% delle probabilità di ritrovarvi a dover gestire un rigetto, e le conseguenti cicatrici che questo comporta.

Inoltre, proprio le cicatrici resteranno piuttosto evidenti anche qualora vogliate disfarvi del piercing, poiché i fori rimarranno più o meno aperti anche a distanza di diverso tempo. Un’altra delle perplessità legate al bridge piercing è che possa causare strabismo, dato che, normalmente, i nostri occhi mirano il punto luce più vicino e, se il gioiello riflette la luce, le pupille potrebbero trovarsi a convergere verso un punto innaturale, causando danni anche permanenti; per scongiurare un rischio simile, tuttavia, sarà sufficiente assicurarsi che il gioiello sia in posizione e ad altezza corretta, ovvero che le sfere in metallo non superino  i 3 mm di circonferenza.

Bridge piercing: manutenzione e cura

Quando andrete a fare il bridge piercing, chi lo metterà all’estremità del vostro naso dovrà assicurarsi di mettere una barra più lunga del normale, in modo da far abituare l’organismo al corpo estraneo, evitando infezioni. La cura del bridge piercing solitamente si effettua con una soluzione salina, il classico acqua e sale, ma in caso doveste notare del gonfiore sospetto potete intervenire anche con medicinali specifici, come il gentalyn o il manaderm. La soluzione di acqua e sale, oppure, in alternativa, queste pomate aiutano a velocizzare la cicatrizzazione, ma è importantissimo, mentre ci si occupa della cura del proprio piercing, farlo con le mani e con gli strumenti assolutamente puliti.

Rischi e manutenzione a parte, solo voi potete valutare se valga la pena o no correre qualche pericolo e adoperarsi per curare al meglio il piercing che, di certo, rimane uno dei più belli a detta degli esperti di body modification.

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