"Le 48 coltellate a mia figlia": Vera Squatrito, mamma di Giordana Di Stefano

Andare in Sicilia a incontrare Vera Squatrito ha voluto dire incontrare Asia, una bambina di 8 anni dal fisico nervoso e asciutto da ballerina - come la sua mamma -, e due occhi scuri e profondi - come quelli della sua mamma -, che ti si piantano addosso, più grandi della loro età.

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“Mia figlia Giordana è stata uccisa con 48 coltellate.
Sono stati colpi dati senza colpire le parti vitali, con l’intento di procurare dolore e sofferenza.
Otto in viso: quindi l’assassino ha voluto deliberatamente annullare l’identità di mia figlia”.

Andare in Sicilia a incontrare Vera Squatrito e Giovanna Zizzo, madri rispettivamente di una ragazza e una bambine uccise brutalmente da chi diceva di amarle, ha voluto dire – come in ogni altro incontro con familiari di donne vittime di femminicidio – incontrare il dolore puro, quello da cui non c’è possibilità di uscita.
Non esiste ragione per un femminicidio, neppure quella, per quanto flebile, della tragica fatalità di un incidente o della statistica di qualche malattia che non lascia scampo.

È l’atto deliberato di un uomo che toglie la vita a una donna o una bambina o, nel caso, di Giordana Di Stefano, di una ragazza di 20 anni, danzatrice appassionata e madre di una bambina di nome Asia, che quando la mamma fu uccisa dal papà il 6 ottobre del 2015, aveva appena quattro anni.

Andare in Sicilia a incontrare Vera Squatrito, quindi, ha voluto dire incontrare anche Asia, una bambina di 8 anni dal fisico nervoso e asciutto da ballerina – come la sua mamma -, e due occhi scuri e profondi – come quelli della sua mamma -, che ti si piantano addosso, più grandi della loro età.

“Ti presento una mia amica”, dice Vera. Ma Asia ha capito e, appena esco dalla casa in cui lei ora vive con la sua nonna, chiarisce subito: “Guarda che lo so che era qui per la mamma”.

A otto anni Asia, che ha vissuto nei primissimi anni di vita la violenza assistita del padre nei confronti della madre, sa che è stato lui a uccidere la mamma.
Asia è una dei tanti orfani di femminicidio, lasciati indietro come un trascurabile “effetto collaterale” della violenza di genere:

Io li chiamo orfani invisibili.
Per lo Stato morta la donna, sono morti tutti.

Questa è la testimonianza di Vera. Ed è il racconto del dolore più atroce e ingiustificato.

>> La testimonianza di Vera Squatrito fa parte del progetto di Roba da Donne
Quanto vale la vita di una donna? – GUARDA IL TRAILER

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