"La mia bambina uccisa dal suo papà": Giovanna Zizzo, mamma di Laura Russo

La sua bambina, Laura Russo, è stata uccisa a coltellate dal padre, nell'agosto del 2014. Aveva 11 anni. Dopo averla uccisa il padre si è accanito anche sulla sorella Marika, all'epoca 14 anni, miracolosamente sopravvissuta dopo aver lottato tra la vita e la morte e oltre cento trasfusioni di sangue.

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“Siamo le ergastolane del dolore. Gli assassini delle nostre figlie possono avere qualsiasi pena, ma poi ci saranno sempre gli sconti, i permessi speciali…  Il vero fine-pena-mai è il nostro, che sopravviviamo alle nostre figlie”.

Giovanna Zizzo lo ripete spesso nei giorni trascorsi in Sicilia, accanto a lei e a Vera Squatrito, l’amica che con lei condivide il dramma di una figlia morta ammazzata per mano di uomini che dovevano proteggerle.

La sua bambina, Laura Russo, è stata uccisa a coltellate dal padre, nell’agosto del 2014. Aveva 11 anni.
Dopo averla uccisa il padre si è accanito anche sulla sorella Marika, all’epoca 14 anni, miracolosamente sopravvissuta dopo aver lottato tra la vita e la morte e oltre cento trasfusioni di sangue.
Marika, porta impresse sul suo corpo, le cicatrici indelebili di quella notte, in cui fu salvata dall’intervento dei fratelli maggiori.

In molti hanno scritto che Roberto Russo ha ucciso nel sonno la piccola Lauretta e cercato di fare altrettanto con Marika

per vendicarsi della moglie, Giovanna Zizzo, che voleva lasciarlo dopo aver scoperto, grazie proprio alle bambine, del tradimento del marito

Con quell’abitudine che si ha di indagare sulle “ragioni”, impossibili e inammissibili, di chi compie un atto criminale frequente come quello del femmincidio, sia esso un “raptus”, il “troppo amore” o l’incapacità di accettare un rifiuto o un abbandono.

Con quell’abitudine che si ha di spostare il focus (e la colpa) sulle vittime: quelle che muoiono e quelle che restano.

Questa è la testimonianza, agghiacciante, di Giovanna Zizzo, che ci chiama tutti alle nostre responsabilità.
A partire da quelle educative: perché nessuna legge potrà mai sostituire la necessità di una nuova cultura, che rinunci senza indulgenza e compromessi, al maschilismo di cui siamo impregnati.

>> La testimonianza di Giovanna Zizzo fa parte del progetto di Roba da Donne
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