La scelta dell’arredamento nella propria casa è sempre una questione di gusto personale. Tuttavia esistono delle tendenze e una di quelle più diffuse negli ultimi decenni è la tendenza al minimalismo, che si concretizza in differenti stili. Uno di questi si chiama japandi.

Cos’è lo stile japandi?

Il termine è l’unione di «japanese» e «scandinavian», ossia giapponese e scandinavo. Su TheSpruce viene riportata una definizione da parte di un’esperta di design, Leni Calas, che spiega come lo stile japandi sia “una combinazione tra funzionalità scandinava e minimalismo rustico giapponese”: in questo stile funzione e forma si mescolano, “puntando su linee pulite, spazi luminosi e colori chiari”.

Storia e origini dello stile japandi

Non esiste ancora una vera e propria storia di questo stile d’arredamento. La Bbc riporta la testimonianza della designer danese Nina Tolstrup, secondo la quale lo japandi affonda le sue radici nel modernismo degli anni ’50: in Scandinavia e in Giappone, a quell’epoca si riuscì a trovare una sorta di punto di incontro tra le due culture per quanto riguarda l’arredamento. E c’è stata una continua osmosi di designer da allora tra le due nazioni.

Tra questi designer “viaggiatori” il danese Lars Vejen, che è andato per la prima volta in Giappone nel 1995 e che ritiene che quella nazione presenti “l’artigianato più sorprendente e meglio conservato”. Secondo Vejen, in Giappone l’arredamento è tradizionale e i suoi colleghi sono perfezionisti (ma lo sono anche i clienti).

Vejen ha creato Enso per l’azienda nipponica Kohseki: si tratta di una lampada a sospensione ispirata alle classiche lampade pieghevoli giapponesi della tradizione, con tanti elementi in legno. Vejen collabora inoltre con il collega Taijiro Ishiko con il quale ha fondato lo studioA27.

E non sono i soli: le partnership di questo tipo sono tantissime, come quella tra il nipponico Jonah Takagi e il norvegese Hallgeir Homstvedt.

I mobili – ha detto Homstvedt alla Bbc – sono una delle pochissime categorie di prodotti nel nostro mondo moderno che non è guidata dalla tecnologia, ma invece dall’estetica, dai materiali e dall’artigianato. I prodotti giapponesi e scandinavi tradizionalmente comprendono molte di queste qualità.

Japandi: colori e materiali

Come spiega ancora TheSpruce il design japandi mescola minimalismo, funzionalità e naturalmente impatto estetico, attraverso l’utilizzo di materiali naturali, colori tenui e linee pulite. In altre parole, questo stile è funzionale, ma tutt’altro che scarno, come si potrebbe pensare superficialmente.

Per quanto riguarda i colori, le tinte tenui sono predominanti, ma non mancano dettagli più brillanti a contrasto, soprattutto per i soprammobili o altri dettagli (ma a volte anche una sola parete, che viene dipinta con un colore molto scuro, come nero o bordeaux).

L’importante è che la palette sia armoniosa, e infatti non mancheranno neppure tinte neutre, dal beige al tortora passando per il grigio. Per quanto riguarda i materiali la questione diventa non solo estetica ma anche morale. Lo stile japandi è fatto per durare, per cui tutti i mobili e i soprammobili sono resistenti e soprattutto ecosostenibili o eco-compatibili.

L’approccio filosofico è fondamentale: in Giappone, quando una cosa si rompe la si aggiusta e al tempo stesso si cerca di valorizzarne la frattura. E da qui viene anche l’idea del wabi-sabi, ossia della bellezza che risiede nell’imperfezione.

Dalla Scandinavia viene invece il concetto di hygge, secondo cui in ogni casa ci deve essere intimità e accoglienza e questo viene dato anche dall’arredamento. I due design si compenetrano e si completano insomma a vicenda, a fornire un’esperienza del living davvero interessante, umana e naturale.

19 esempi di spazi arredati in stile japandi

Qui di seguito potrete trovare alcune stanze arredate con questo stile.

Japandi: lo stile scandinavo incontra la filosofia giapponese
Fonte: IStock
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