A San Miniato, Pisa, grazie all’artista Mario Rossi c’è un presepe diverso.
Un presepe coraggioso, attuale, che parla anche di omosessualità.
Mario Rossi, l’artista che l’ha realizzato, è stato subito contattato da radio e televisioni per raccontare questa scelta, ma la polemica che parte come sempre dalla politica, quando in un periodo storico-economico come il nostro, chi ci rappresenta in Parlamento avrebbe molto altro di cui preoccuparsi, prende il sopravvento.

Filippo La Grassa, commissario provinciale di Pisa, Lega Nord, attacca:

“Basta con l’ossessione gender. Il presepe è sacro. Ma perché si continua a strumentalizzare questo “povero” presepe, una volta semplicemente simbolo di pace e speranza per tutti? Non bisogna strumentalizzare. Gli orientamenti sessuali ciascuno se li tenga in camera da letto. Se ormai essere gay o cattocomunista è diventato di moda e nessuno fa più carriera o audience se non lo è, cosa c’entra strumentalizzare il presepe?” Non risulta che nei presepi “tradizionali” si siano palesate scese sessiste o sfrenatamente etero-sessuali che invochino una tale par condicio basta con questa ossessione gender”.

Parole durissime che hanno scatenato un dibattito, soprattutto nel mondo LGTB.
Mario Rossi, in realtà, voleva semplicemente lanciare un messaggio in stile Papa Francesco:

“Ho parlato delle diversità che si palesano in questo tempo dai nuovi, pericolosi, rigurgiti oscuri. È un messaggio contro i muri, le terre contese, le guerre tra gli uomini, l’odio scatenato dalle differenze religiose, ma anche da quelle legate all’orientamento sessuale. Il mio è un invito alla pace e alla tolleranza: nel presepe l’ho detto e lo ripeto c’è posto per tutti. Le polemiche, invece, non m’interessano: non ho realizzato questo progetto di presepe per destare clamore o per dare il via ad un polverone mediatico. La gente, vedendo questa rappresentazione, dovrebbe riflettere”.

E in ogni caso, qualcuno dovrebbe ricordare a La Grassa che l’omosessualità esiste da sempre, e chi lo sa, qual era realmente la situazione in quella fredda notte di 2000 anni fa.
Non a caso Cesare, uno a caso,  era chiamato “Il re di tutte le regine e la regina di tutti i re”, ma la storia viene sempre usata come scudo solo quando serve, e spesso in modo del tutto erroneo.

Ps: Avrei dovuto essere sopra le parti nella trascrizione di questa notizia, ma non ce l’ho fatta.
Che i politici pensino al nostro Paese invece di scatenarsi in discussioni che non li riguardano, e poi la smettano di piangere e indignarsi se persone più deboli, influenzate dai giudizi altrui, si tolgono la vita per la paura di non essere accettati.
E non ultimo, ripassino i libri di storia.

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