Couchsurfing, il modo per viaggiare gratis è cambiato e non è più gratis
Il couchsurfing è ancora un modo di viaggiare gratis o adesso si paga? Facciamo chiarezza e vediamo come funziona.
Il couchsurfing è ancora un modo di viaggiare gratis o adesso si paga? Facciamo chiarezza e vediamo come funziona.
Un tempo era completamente gratis, ora le cose sono un po’ cambiate: vediamo come.
Per conoscere il significato letterale del termine è sufficiente tradurre le due parole che lo compongono: couch, divano e surfing, l’azione del fare surf.
Dunque, surfare sui divani? Non proprio. Il couchsurfing è un modo di viaggiare low cost che consente di fare una vacanza alloggiando come ospiti a casa di persone sconosciute, senza avere spese per soggiornare in alberghi, b&b e altro.
Non si tratta solo di risparmiare, ma è anche una maniera originale per entrare in contatto col modo di vivere della gente del luogo che si intende visitare, scoprendone meglio usi e costumi domestici e, magari, imparando qualche parola o praticando la lingua del posto, oltre ad avere informazioni di prima mano sulla città o sulla zona che abbiamo scelto.
A ideare il couchsurfing è stato il programmatore Casey Fenton nel 1999, quando aveva 21 anni. Dopo aver trovato un volo economico da Boston all’Islanda, visto che non riusciva a trovare un alloggio è entrato nel database dell’Università dell’Islanda e ha inviato casualmente e-mail a 1.500 studenti chiedendo una sistemazione in casa loro.
La risposta fu incredibile: ricevette tra le 50 e le 100 offerte (e scelse di soggiornare a casa di un cantante islandese di rhythm and blues). Il 12 giugno 1999 ha registrato il nome di dominio couchsurfing.com, ma il sito è stato lanciato il 12 giugno 2004 con la collaborazione di Dan Hoffer, Sebastien Le Tuan e Leonardo Silveira.
Per prendere parte al couchsurfing occorre iscriversi al sito ufficiale www.couchsurfing.com, un marchio registrato da una società del Delaware (USA) con sede a San Francisco.
La piattaforma permette di offrirsi per ospitare turisti in casa propria oppure di chiedere ospitalità a persone del posto che si intende visitare un divano su cui dormire.
Gli host possono richiedere la verifica del proprio profilo, attraverso il controllo del contro bancario e dell’alloggio, ma non è un passaggio necessario.
La risposta a questa domanda è: dipende da cosa intendiamo. Couchsurfing è ora un servizio a pagamento, ma il soggiorno sul divano di qualcuno è ancora gratuito.
Questo significa, in parole più semplici, che il pagamento è dovuto per avere accesso alla rete di Couchsurfers, ma questo è l’unico costo: non è necessario poi pagare chi ci ospita.
Come spiega il sito web di Couchsurfing, infatti, «un host non dovrebbe mai chiedere a un ospite di pagare per il suo alloggio, e un ospite non dovrebbe offrire».
Tuttavia, ora è necessario pagare per accedere a Couchsurfing.org. Si tratta di un cambiamento recente, poiché prima la piattaforma era completamente gratuita. Questo fino a prima della pandemia, quando hanno dovuto iniziare a farsi pagare.
Come spiega un post sul forum di supporto di Couchsurfing.org in risposta alla domanda “Why is Couchsurfing no longer free?”,
Il 14 maggio 2020 abbiamo iniziato a richiedere ai membri di sottoscrivere un abbonamento mensile/annuale per accedere al sito web di Couchsurfing e alle applicazioni mobili. I membri di Couchsurfing ora potranno inviare messaggi e richieste di divani illimitati. Poiché la pubblicità di terzi non supporta più Couchsurfing, tutta la pubblicità di terzi è stata rimossa dal sito web e dalle applicazioni mobili.
Sul sito, quindi, è stato introdotto un paywall – anche se questo può variare da Paese a Paese, in alcuni dei quali potrebbe non essere presente – per sopperire alla mancanza di investitori esterni.
Molti dei dubbi legati al couchsurfing sono relativi alla sua sicurezza. Quanto è sicuro passare la notte a casa di sconosciuti (oppure ospitare a casa propria persone che non si conoscono), soprattutto se siamo da soli, ancor più se siamo ragazze?
Le esperienze di chi ha provato il couchsurfing sono generalmente molti positive, anche se non mancano le testimonianze di chi non si è trovato bene, ma questo è vero per qualsiasi modo di viaggiare o di soggiornare.
La piattaforma ufficiale dedicata al couchsurfing si affida al sistema delle “reference”, ovvero ai commenti (in positivo e in negativo) che ogni utente ha sul proprio profilo. In ogni caso, è sempre bene cercare di conoscere meglio chi si andrà a ospitare o chi vi garantirà l’alloggio.
Un primo controllo sull’utente passa dal suo essere (o meno) un utente verificato, ossia se il sito ha controllato i suoi dati bancari e il suo alloggio. Tuttavia, ciò non implica il fatto che un utente che non è verified non sia sicuro, in quanto molti utenti, reputando lunga e complessa la procedura, scelgono di saltarla pur essendo affidabilissimi.
Il numero di host e utenti presenti sulla piattaforma è diminuito da quando è diventata a pagamento: questo ha permesso anche di eliminare molti degli host più “creepy”, spiega il blog A Backpacker’s World, secondo cui le alternative a Couchsurfing non sarebbero altrettanto sicure.
“Couchsurfing” può indicare sia un modo di viaggiare sia la piattaforma che mette in contatto persone che scelgono questa tipologia di alloggio e ospitalità. Ci sono diverse piattaforme alternative, alcune delle quali sono state ultimamente preferite dagli utenti per il loro essere ancora gratuite, come Couchers.org e BeWelcome.org.
Ci sono, però, anche alternative simili ma che prevedono scambi che non si basano esclusivamente su “il mio divano per il tuo divano”. Worldpackers, ad esempio, che prevede un alloggio gratuito in cambio di volontariato, che può essere di qualsiasi tipo, dal lavoro agricolo, al lavoro in un ostello, al lavoro di beneficenza e persino attività come il blogging.
O, ancora, TrustedHousesitters, che è una delle tante piattaforme che mettono in contatto persone che cercano un alloggio low (o zero) cost e chi ha bisogno di qualcuno che si prenda cura dei suoi animali domestici quando si assenta.
Curiosa, polemica, femminista. Leggo sempre, scrivo tanto, parlo troppo. Amo la storia, il potere delle parole, i Gender Studies, gli aerei e la pizza.
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